Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Un buon intrattenimento sopra la media.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 1.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 63 lettori
Sword in The Moon - La Spada nella Luna
- di Kim Eui-Suk
- dal
- genere Azione
- tipo Arti Marziali
- Stefano Tirelli
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02 11 2013
Kill Bill: Volume 2
di Quentin Tarantino
- Dati
- Titolo originale: Kill Bill: Volume 2
- Soggetto: Quentin Tarantino
- Sceneggiatura: Quentin Tarantino
- Genere: Azione - Arti Marziali
- Durata: 94 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2004
- Produzione: Miramax Films, A Band Apart, Production I.G., Super Cool Manchu
- Distribuzione: Buena Vista International Italia
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
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- Sito Ufficiale del Film
- Scheda Internet Movie Database
- Scheda Cinematografo.it
Recensione pubblicata il 29 04 2004
Questa recensione è stata letta 20811 volte
Intrattenimento à la Tarantino
di Stefano Tirelli
Attendevamo da tempo questo sequel/secondo tempo dell'ultima trovata di Q. Tarantino. Eravamo tutti ansiosi di sapere che faccia avesse questo Bill (per chi non aveva già letto che sarebbe stato interpretato dal David Carradine di Kung Fu), o che fine avesse fatto la figlia di Uma Thurman, ma soprattutto eravamo curiosi di sapere dove sarebbe andata a finire questa nuova, attesissima opera tarantiniana. C'era tutta una folla di amanti dello splatter che voleva vedere carneficine all'altezza del primo, c'era il gruppo di adoratori di "Le Iene" che esigeva i dialoghi brillanti che mancavano tanto alla prima parte. Ecco, se c'è un merito che possiamo riconoscere a tarantino è quello di fare i film un po' come vuole lui, senza pensare troppo a quello che vuole il pubblico e Kill Bill 2 rimane perfettamente fedele alla linea. Prima di ogni incontro con un personaggio sulla lista della spesa di Uma Thurman, Tarantino sembra quasi sogghignare sadicamente agli affamati di azione, creando tutte le premesse per uno scontro epico o semplicemente marziale, per poi frustrare completamente le aspettative risolvendo lo scontro con qualche trovata brillante. Questo è un bene anche perché si lascia molto più spazio alla caratterizzazione dei personaggi, così finalmente Bill acquista un volto e una personalità da assassino spietato ma follemente innamorato, si introduce il mitico Budd, fratello di Bill e killer in ritiro spirituale, che vive in una roulotte nel deserto e beve cocktail dai vasetti della marmellata, o il maestro Pai Mei, che richiama un personaggio tradizionale cinese.
Per il resto la ricetta è quella che abbiamo già visto nel primo: citazioni e tributi in continuazione dai b-movie asiatici, ai film anni '50, per finire con Ken il Guerriero. Quindi, un gran film? Beh, benché sia uscito piuttosto soddisfatto dal cinema, tutt'oggi non me la sento di gridare al capolavoro, né di dare opinioni entusiaste. Il problema è che in tutto questo camminare sempre sul confine tra la parodia e il tributo, non si capisce se stiamo vedendo un vero B-Movie, una parodia o semplicemente un film che conferisce eccessiva dignità a un genere che forse non lo meriterebbe. In altre parole, non capiamo se Tarantino parodizza o esalta, se cavalca la moda di "riscoprire" i classici del passato, se si butta sul citazionismo estremo per compensare mancanza di idee originali. Dopotutto, se voglio vedermi delle carneficine esagerate posso sempre rivedermi il finale di A Better Tomorrow II di John Woo, se voglio dei duelli superlativi di spade c'è La Tigre e il Dragone, Tsui Hark e tutta una serie di film asiatici che, diciamolo, hanno coreografie superiori e una regia altrettanto buona. Se poi proprio non posso fare a meno del trash posso sempre riguardarmi Kung Fu o la serie Samurai, che nella loro serietà risultavano molto più comici del Pai Mei di Tarantino.
Forse il DVD che uscirà tra qualche mese con il montaggio originale dei due episodi potrebbe riservare ancora qualche sorpresa, ma, allo stato attuale, Kill Bill rimane un buon intrattenimento e una perla per i fan acritici di Tarantino. Se però si vuole vedere del vero cinema, anche di genere, è meglio cercare altrove.
Per il resto la ricetta è quella che abbiamo già visto nel primo: citazioni e tributi in continuazione dai b-movie asiatici, ai film anni '50, per finire con Ken il Guerriero. Quindi, un gran film? Beh, benché sia uscito piuttosto soddisfatto dal cinema, tutt'oggi non me la sento di gridare al capolavoro, né di dare opinioni entusiaste. Il problema è che in tutto questo camminare sempre sul confine tra la parodia e il tributo, non si capisce se stiamo vedendo un vero B-Movie, una parodia o semplicemente un film che conferisce eccessiva dignità a un genere che forse non lo meriterebbe. In altre parole, non capiamo se Tarantino parodizza o esalta, se cavalca la moda di "riscoprire" i classici del passato, se si butta sul citazionismo estremo per compensare mancanza di idee originali. Dopotutto, se voglio vedermi delle carneficine esagerate posso sempre rivedermi il finale di A Better Tomorrow II di John Woo, se voglio dei duelli superlativi di spade c'è La Tigre e il Dragone, Tsui Hark e tutta una serie di film asiatici che, diciamolo, hanno coreografie superiori e una regia altrettanto buona. Se poi proprio non posso fare a meno del trash posso sempre riguardarmi Kung Fu o la serie Samurai, che nella loro serietà risultavano molto più comici del Pai Mei di Tarantino.
Forse il DVD che uscirà tra qualche mese con il montaggio originale dei due episodi potrebbe riservare ancora qualche sorpresa, ma, allo stato attuale, Kill Bill rimane un buon intrattenimento e una perla per i fan acritici di Tarantino. Se però si vuole vedere del vero cinema, anche di genere, è meglio cercare altrove.
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