Il voto del redattore
- voto
- 1/5
- valutazione
- I maestri di catechismo sono tra noi!
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.2/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 44 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
La guerra dei mondi
di Steven Spielberg
- Dati
- Titolo originale: War of the Worlds
- Soggetto: H. G. Wells (romanzo)
- Sceneggiatura: David Koepp
- Genere: Drammatico - Sci-fi
- Durata: 116'
- Nazionalità: USA
- Anno: 2005
- Produzione: Paramount Pictures, DreamWorks SKG, Amblin Entertainment, Cruise/Wagner Productions
- Distribuzione: UIP
- Data di uscita: 00 00 0000
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Alieni in citta'? Tranquilli, ci pensa papa'.
di Sara Troilo
Il film piu' atteso dell'estate, la mega produzione che vede Steven Spielberg tornare a maneggiare fantascienza e alieni, la versione super lusso di un film degli anni '50 che vanta come protagonista il divo per eccellenza Tom Cruise, non si accontenta di essere mediocre, no, ci tiene proprio a fare ribrezzo. E no, non con i rettiloni dalle lunghe dita, quanto piuttosto con la vacuita' e l'inutilita' totale di questa guerra che da una parte vede schierate intelligenze mediocri provenienti da un altro pianeta e dall'altra la non intelligenza di questo. Rifacimento dell'omonimo film del 1953 di Byron Haskin, a sua volta adattamento del romanzo di H.G. Wells, La guerra dei mondi di Spielberg non fa altro che togliere suspance e aggiungere catechismo ad un racconto che gia' era difficile migliorare.
Questa la storia. Ovviamente siamo nella parte di mondo che si spaccia per mondo intero, siamo negli Stati Uniti e fin qui niente di strano, un alieno un minimo informato e dotato di armi micidiali e' difficile che nutra dubbi sul luogo in cui sbarcare per provarle. Il film si apre con la presentazione del protagonista e del suo smagliante sorriso: Ray e' un uomo separato dalla moglie e con due figli a cui deve badare durante il week end; Ray ha l'espressione di chi passa il proprio tempo libero a modulare con i rutti gli inni delle squadre di baseball, ma Spielberg approfondisce la psicologia del personaggio e ci mostra casa sua che e' molto disordinata e ha il frigorifero vuoto, eccezion fatta per qualche goccia di latte scaduto. Ray e' anche perennemente in ritardo, ma e' tanto simpatico che gli si perdona tutto. Stessa cosa non si puo' dire dei figli di Ray che sono detestabili come solo la sabbia negli occhi puo' essere. La bambina salutista e viziata e l'adolescente ribelle (che per essere banali dovrebbero iscriversi al Cepu tanto sono piatti) detestano il proprio padre.
Caspita, una famiglia a pezzi! Qui occorre intervenire, ci pensa don Steven che riesce dove nessuno e' riuscito prima! Prende un film degli anni '50, prende tutto il moralismo del mondo, aggiunge un tocco di 11 settembre 2001 e ti trascina in un racconto che vuole essere edificante e invece dovrebbe solo essere accompagnato dal sacchetto per il vomito degli aerei. E no, non per gli effetti speciali, proprio per i contenuti. Tom Cruise si trasforma da inetto totale a supereroe per proteggere i figli, e' contornato da orribili esseri umani che per salvarsi sono disposti a uccidere, potrebbe contare solo sull'esercito americano che pero' si vota al suicidio con inedita caparbieta' immolando se stesso nel vano tentativo di salvare gli esseri umani americani, si imbatte in uno svitato che abita un sottoscala scandagliato nel dettaglio dagli alieni, chissa' poi perche'. E' sicuro che gli effetti speciali non fanno un film, forse nemmeno Spielberg che in questo caso da regista si e' trasformato in predicatore ottenendo una sceneggiatura ridicola che si esprime al massimo nella ninna nanna cantata da Ray a sua figlia: vorrebbe accrescere il pathos e suscita risate scomposte.
La produzione cinematografica degli anni '50 americani era in un certo senso barocca, gli Stati Uniti erano usciti dalla guerra rinforzati e l'Europa era ai minimi termini, i film di quegli anni erano tutti tesi a rinvigorire i generi con effetti speciali e dispendio di mezzi. Nel panorama politico attuale la guerra c'e' e non accenna a finire, gli Stati Uniti non se la passano bene e La guerra dei mondi puo' soltanto limitarsi a un patetica propaganda portata avanti negli elementi scenografici a colpi di bandiere a stelle e strisce immacolate che sventolano dai tetti di catapecchie immonde e, nella sceneggiatura, con l'ostensione finale della parola magica che dovrebbe aprire le porte (e i portafogli) di tutto il mondo: Dio. Per favore, questa e' immondizia, non e' cinema.
I lettori hanno scritto 63 commenti
- commento ...distruzione. Un po' come gli attentati. E il povero ed eroico esercito americano si sacrifica per salvare le vite dei cittadini da questa minaccia inarrestabile. Un po' come i militari in Iraq e...
- commento Afghanistan, no? E l'unica speranza è Dio. Un po' come la guerra in nome di Dio, no? Più ci penso più mi sembra che si tratti di una sottilissima operazione di propaganda pianificata in qualche ...
- commento bunker militare e non semplicemente il tentativo di un regista di cavalcare l'isteria di massa per ottenere soldi e ulteriore fama. Di certo non rispetto e ammirazione.
- commento Io ho sempre come bussola il rasoio di Ockham, sono poco portato a credere nelle congiure e molto più incline a considerare Spielberg un americano medio di media cultura.
- commento Non attrezzato quindi di sufficiente spirito critico per resistere alla propaganda made in Bush.
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