Prendiamo in prestito un pezzo di un interessante articolo di Elena Cristofori e Barbara Rossi sulla cura del bugiardo patologico:
- Alle volte nascondere la verità a noi stessi può aiutarci ad affrontare meglio le situazioni problematiche. Chiameremmo “autoinganno terapeutico†quella abilità di un soggetto a costruirsi visioni della realtà che lo conducano a cambiare le sue disposizioni e reazioni disfunzionali. Una strategia che illusoriamente crediamo ci aiuta a vivere meglio si basa sul fatto che se ad un individuo per esempio piace pensare che un evento è vero può ripeterselo nella mente, scriverlo e citarlo ripetutamente con formulazioni diverse, sino a persuadere altri di ciò di cui vuole persuadere sé stesso. Se riuscirà ad ottenere tale scopo, quello della persuasione altrui, avrà costruito una credenza stabile nella sua mente, ma dovrà poi affrontare lo sforzo continuo di tenere in piedi un castello che può crollare da un momento all’altro. Nulla paga di più della chiarezza, senza per questo dover rivelare i propri più profondi e intimi pensieri.
Dopo aver letto queste parole tutto l’operato recente del nostro Presidente del Consiglio ha assunto per me un nuovo significato. Finalmente ho ben chiaro che abbiamo a che fare con un uomo malato, un adulto mai uscito dall’adolescenza, un bugiardo disperato.
Non si spiegherebbe altrimenti la pantomima di questi giorni riassumibile in questi passaggi:
- Berlusconi è da Vespa, sa di avere un largo pubblico, non vuole che il caso Unipol, non avendo basi, si sgonfi ed allora rilancia dicendo di avere delle rivelazioni importantissime da fare. Rivelazioni che dimostrano il coinvolgimento dei DS nel passaggio di azioni. Per essere sicuro Vespa glielo chiede due volte, lui due volte conferma.
- Bertinotti, che è più moderato di mia zia Franca ma non è un fesso, gli dice che se è così deve, chiaramente, andare dai magistrati. Lui, bugiardo ormai in piena, non può tirarsi indietro, quindi dice che sì, lo farà .
- Il giorno dopo Berlusconi va dai magistrati e, in una mezzoretta, gli racconta come ha arredato la villa in Sardegna, parla un po’ del Milan, distribuisce foto di Aida Yespica autografate e cose così, fatti senza rilevanza penale, insomma. Tra una cazzata e l’altra dice pure che D’Alema avrebbe fatto pressioni sul direttore delle Generali
- Il giorno dopo il direttore delle Generali dice che Berlusconi è un cazzaro
- Berlusconi ammette di aver riportato fatti riferitigli da altri e comunque senza rilevanza penale, ammette in sostanza di essere un cazzaro. Non potendo però dire a se stesso di essere un cazzaro ribadisce che i DS comunque sono coinvolti, a questo punto non si sa più su quali basi lo affermi però. Il fatto che odi i DS non apparirebbe un buon motivo alla magistratura.
Ok, tutto chiaro, solo una cosa si dimenticano di sottolineare i valenti commentatori dei nostri tg nazionali: se uno non ha niente di penalmente rilevante da dichiarare… che ci va a fare dai magistrati? Non può andare dal pizzicagnolo a fare due chiacchiere?
Ovviamente la figura da cazzaro è così innegabile che, grazie al proporzionale, anche gli alleati non vedono l’ora di affermare la propria lontananza da quel pazzo bugiardo:
Dice Casini: – Io sono un garantista e quando difendevo Berlusconi non lo facevo per convenienza ma per convinzione. Non mi piace la politica costruita nelle aule giudiziarie. Il mio, pero’, non e’ un garantismo ad intermittenza.
Rincara Maroni: – Berlusconi in procura? Una nota stonata, poteva evitarlo.
L’unico che gli vuole ancora bene è quel pirla di Fini, caparbiamente impegnato nel perseguire la disfatta di AN alle prossime politiche, se continua ad appiattirsi così su Forza Italia probabilmente riuscirà finalmente a portare il suo partito sotto le due cifre.