Il piccolo bagnino (lombardo?)

Oggi voglio raccontarvi una storia da libro Cuore.



Gli eventi si svolgono qualche tempo fa, in una caldissima ed assolata mattina di fine estate. I nostri eroi, una giovane coppia di dissidenti di sinistra, si trovano su una piccola spiaggetta dell’isola del Giglio, una delle tante perle dell’arcipelago toscano.
Sono sulla spiaggia e prendono il sole, girandosi e rigirandosi, fanno le “cotolette”, come amano dire. La spiaggia è fatta da minuscoli sassolini arancio, non sabbia, piuttosto roccia sbriciolata. E’ strana, e tinge.
Lui fa le parole crociate, con velocità e maestria, lei si cosparge di olio, con velocità e maestria.
Due file di teli da mare più giù, un’ampia famiglia composita. Saranno una quindicina, tra zii, amici, cugini, bambini, mogli, suocere e quant’altro. Bello, è uno spettacolo non comune ormai.
In mare, dal di dietro di un gigantesco yacht ormeggiato non troppo lontano dalla riva, come un piccolo escremento blu elettrico fuoriesce una moto d’acqua.
La cavalca un deficiente.
Ronza, ronza e si avvicina sempre più alla riva, pericolosamente sfiorando l’acqua in cui nuotano incolpevoli bambini e vecchie signore raggrinzite, come zucchine in frigo da un po’.
Il deficiente sembra farlo di proposito.

Sulla spiaggia si fa largo, violenta e rapida, la rivoluzione.

Tutti cominciano a lanciare insulti ed improperi verso il ronzante, ricco, cretino.

Uno dei signori canuti della famiglia allargata, di professione giornalista del Messaggero, chiama la guardia costiera.
Urla: – Vi ho già chiamato stamattina alle undici, quando lo yacht di questi cafoni e arrivato nella cala a tutta birra e si è fermato di colpo virando e sollevando un’onda che ci ha travolti tutti. Vi ho chiesto di intervenire e non avete fatto nulla. Adesso uno di questi imbecilli, su una moto d’acqua, viene vicino a riva di proposito e rischia di prendere i bagnanti. Vi decidete a fare qualcosa o i cafoni arricchiti possono fare quel che gli pare e voi comunque non vi muovete, eh?

Le chiamate alla guardia costiera si moltiplicano, da diversi punti della spiaggia si sentono persone pronunciare frasi come:

- Si chiama “Quattro Sassi”, qua-ttro sa-ssi, ha capito? Ha scritto? Muovete il culo?

- No, no, io mi inalbero e come se mi inalbero! Guardi che io a lei le pago lo stipendio con le mie tasse, eh, quelli sullo yacht votano Berlusconi e le tasse non le pagano, caro mio. Quindi si sbrighi e venga a difendere chi la paga.

Mentre la protesta monta ed i bagnanti onesti e civili sono ormai tutti in piedi ad inveire contro l’imbarcazione distante e tutti i suoi poco eleganti occupanti, da una spiaggia vicina, senza fare rumore, un eroe spinge in mare un pattino.

Rema e rema, il minuscolo bagnino, più piccolo ad ogni bracciata.
Rema e rema, rimpicciolendo ancora, man mano che si fa prossimo alle murate del Quattro Sassi.
Rema e rema e spegne le parole a tutta la spiaggia.

Tutti lo guardano, il piccolo eroe, mentre scivola lento ma inesorabile, onda dopo onda. Tutti guardano questo Davide in costume da bagno e sandali avventurarsi sereno verso un bianco Golia di resina e vetro.

Arriva, sale a bordo, parla, risale sul pattino, si rimette a remare verso la sua spiaggia.

Non sappiamo cos’abbia detto, ma sappiamo che lo ha fatto con fermezza e con gentilezza, sappiamo che lo ha fatto quasi sorridendo. Sappiamo che ha fatto paura.

Il Quattro Sassi accende i motori e va via.
Sulla spiaggia esplodono i festeggiamenti.

Salvati da un co.co.pro degli ombrelloni, mentre i professionisti della Guardia Costiera, stipendiati, pasciuti e panciuti, manco si sono visti.

Qualcuno scuotendo la testa, tra gli applausi e le risate dei bagnanti circostanti, mormora tra sé e sé:

- Chissà perché in questo paese le guardie obbediscono sempre ai ladri.

Ciao bagnino.

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