18:10 Berlusconi: “Prodi ha l’obbligo di dimettersi”
Dopo il vertice a Palazzo Grazioli, parla Silvio Berlusconi: “Dopo questo disastro Prodi ha l’obbligo di dimettersi”, dichiara l’ex premier. Insomma, “per ragioni di coerenza politica, di coerenza costituzionale, di coerenza etica, deve rassegnare immediatamente le proprie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica”.
E a noi, essattamente, del parere del nano pelato, che ce ne fotte?
Ma soprattutto: coerenza etica? Ma per favore! Un minimo di contegno!
Il guaio è che ha ragione. E che per la seconda volta su due per colpa della sinistra radicale il paese viene riconsegnato alla destra peggiore d’Europa.
Grazie, compagni.
Non e’ la sinistra radicale, sono due teste di cazzo al soldo di qualcuno.
Non sono al soldo di nessuno, Sara. Non c’entra la Cia, non c’entra il Vaticano, non c’entra nessuno. La responsabilità è di quei due imbecilli che non si rendono conto del danno che fanno a tutti noi.
La responsabilità è dei partiti che li hanno candidati e dei loro segretari che non rinunciano mai ad un’occasione per criticare il loro stesso governo pur di raggranellare qualche voto di protesta.
Per la seconda volta Berlusconi rientra nei giochi politici grazie a due comunisti che si credono più “buoni” e più “giusti” di tutti.
L’integralismo fa schifo, Sara, sia quello cattolico che quello dei compagni minchioni.
Niente giustifica le uscite del nano, in ogni caso. Anche se si fossero messi a masticare feti di bambini comunisti nella villa di arcore, quelli del precedente governo non si sarebbero dimessi, ma avrebbero creato una legge perche’ il masticamento di feti rossi fosse depenalizzato. Quindi io non accetto di sentire parlare di coerenza etica da parte di nani, ballerine e lupare. E poi, mi chiedo, quanti seggi avra’ mai follini al senato?
Follini ha il seggio suo e basta, ma non è questo il punto.
Il punto è che senatori sedicenti “comunisti” della nostra maggioranza vorrebbero tanto tornarsene all’opposizione, con le loro bandierine e le basi americane quadruplicate invece che raddoppiate, con la famiglia santificata e la religione di stato invece dei Dico, con la finanziaria creativa che cancella la cultura e vende gli arenili invece delle liberalizzazioni che distruggono i privilegi, a sbraitare contro Berlusconi ogni giorno senza accorgersi che lui è là soltanto perché loro sono inetti ed idioti.
Continuo qui, appunto. Tra l’altro in tema:
Perché Prodi non se n’è semplicemente fregato? Non poteva dire che D’Alema farneticava, cazziare i trotzkisti, riapprovare il finanziamento sull’Afghanistan con due voti raccattati sul momento e pace? Inizio sempre di più a credere che sia stato un voto di fiducia “simulato” intenzionalmente da D’Alema per vedere fin dove potevano spingersi. Lo spostamento al centro l’avevano preventivato comunque, anzi così hanno anche un capro espiatorio per ulteriori manovre.
Continuando dall’editoriale poi… Ma per le dimissioni di Turigliatto basterà la maggioranza relativa, giusto? Quindi un voto in quel caso si dovrebbe recuperare lo stesso.
Mi sembra che i più stupidi qui siano stati proprio i due integerrimi, che andando “contro”, non hanno fatto altro che stimolare la centrizzazione e assencondare le manovre opportunistiche di D’Alema e forse anche di Prodi e/o altri centristi.
Poi se volevano far cadere il governo potevano almeno aspettare l’approvazione di un altro paio di leggi importanti, Dico, conflitto d’interessi…. Bah.
No, Stefano, non se l’aspettava nessuno. D’Alema ha semplicemente “intuito” il venir meno dei centristi fedeli alla CEI ed ha pensato bene di contare i voti prima di cadere su una fiducia vera, là il guaio sarebbe stato irreparabile. Ma non pensava nemmeno lui che i due imbecilli avrebbero fatto saltare tutto.
Ed infatti sono stati colti tutti impreparati. L’allargamento al centro adesso è necessario, ma per niente scontato. Non abbiamo garanzie di riuscire a prendere la fiducia al Senato, nemmeno il voto di Follini è certo.
Per le dimissioni di Turigliatto serve la maggioranza secondo le regole di voto del Senato, quindi non è per niente facile mandarlo via.