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Conversazione con Terrence Malick
di Lorenzo Morganti
Il regista ha accettato di figurare alla Festa del Cinema di Roma a patto che:
- nessuno facesse foto durante la conversazione
- nessuno parlasse o facesse rumore durante la conversazione, voleva il silenzio più totale
- non gli venissero poste domande sui suoi film (da parte degli intervistatori), ma avrebbe parlato solo e soltanto di spezzoni di film scelti da lui, film italiani.
Il regista ha scelto varie sequenze di alcuni film italiani: Lo seicco bianco, un film di Totò, Il posto di Ermanno Olmi e Sedotta e Abbandonata di Pietro Germi. Poi ha parlato della sua ammirazione per Roberto Benigni che considera come il comico italiano che più si avvicina a quei comici che fanno della mimica e della gestualità la loro forza, e lo ha paragonato anche a Hawk per la sua vena drammatica che, in alcuni casi, lo caratterizza. Alla fine però ha ceduto, e ha risposto a due domande su due spezzoni di suoi film.
Sequenza: La rabbia giovane: "la scena iniziale in cui Martin Sheen uccide il padre della Spacek e comincia così la loro 'fuga d'amore'".
Ha detto che Martin Sheen lo ha scelto per caso, come del resto ha fatto per Sissy Spacek. Quest'ultima, ha raccontato, era andata al provino per accompagnare una sua amica che aspirava alla parte; casualmente si è messa a parlare con Terrence della sua terra, il Texas, ed il fatto che fosse già dentro la realtà della zona ha spinto Terrence a scegliere lei per la parte.
Ha sottolineato che è stato molto felice della prova dei due attori, soprattutto di Sheen che aveva, a suo dire, il ruolo più delicato.
Sequenza - The New World: sequenza in cui i nativi americani fanno l'incontro con gli spagnoli, con il sottofondo della musica di Mozart.
Ha spiegato che ha scelto la musica di Mozart in quanto sottolinea l'innocenza che caratterizzava il momento, la scoperta di un mondo incontaminato e quindi puro.
Altre domande:
E' vero che lei ha aiutato a scrivere altri copioni per registi importanti, ma poi non si è fatto acreditare come sceneggiatore?
No, non è assolutamente così.
A quale film della sua epoca, anni 70, girato da uno dei suoi illustri colleghi (Spielberg, Altman, Bogdanovich, Scorsese) è più legato?
E' inutile dire che il giudizio su un film di un regista amico non è mai del tutto incondizionato, ciò nonostante non riesco a dirne uno in particolare. Ma posso dire che all'epoca qualsiasi film venisse visto, anche film italiani, veniva accolto con grande amore e passione.
E' vero che lei è stato mandato in Bolivia da The Newyorker per scrivere un articolo sulla morte di Che Guevara, sulla sua uccisione?
Sì è vero, mi mandarono là. Ma una volta sul posto ammetto di non aver capito neanche io benissimo la situazione, così quando tornai, nonostante ci avessi messo grande impegno, non consegnai mai il mio articolo.
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