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10ma edizione di CORTO LOVERE
di Emanuel Perico
Si è conclusa il 29 settembre con la serata finale, la 10ma edizione di quello che fu il prestigioso "Oscarino" di Lovere, un festival internazionale del cortometraggio di discreta risonanza, tanto che l'Academy (proprio quella vera) si è sentita in dovere di porre un veto a quel nome che tanto ricordava la manifestazione Hollywoodiana originale. Quindi da quest'anno la competizione cambia il nome in Corto Lovere, nome dal respiro un po' più provinciale e meno evocativo, ma che mantiene comunque alta la qualità dei prodotti presentati. Soprattutto si è notato quanto il digitale sia ormai una realtà e parecchi registi decidono di approcciarsi direttamente a questo tipo di linguaggio, sia esso inteso in maniera totale (come ad esempio The Astronauts realizzato in 3D un po' in stile Toy Story) che come effetti speciali aggiunti in post-produzione (mi riferisco a 10.000 pictures of you, bellissima storia di una ragazza che ha un flirt con un divo del cinema e che sedotta e abbandonata, cercherà di vendicarsi). Si è distinto in questa categoria il bravissimo Fabio Bozzetto che con il suo La dance du corp ha vinto ben 2 premi (Premio Style e Miglior film d'autore bergamasco) - e le malelingue non pensino subito male visto che il padre Bruno è Presidente onorario del festival... il corto è veramente ben fatto. Lo stile vagamente "Timburtoniano", con scheletri che di notte, in un cimitero, danzano a ritmo di musica in un'atmosfera poetica e sognante.
Vincitore della manifestazione è stato Tokyo Jim, di Ramie Rafn. Toilette-humor all'inglese dove un imbranato agente di commercio tenta di concludere un affare con un importante impresario giapponese prima che il suo intestino gli giochi un brutto tiro. L'icomunicabilità tra il giovane britannico e i personaggi giapponesi (e vagamente riaffiora alla memoria Lost in Translation) enfatizza le situazioni esilaranti in un crescendo di imbarazzanti malintesi che culmina con la più classica delle figuracce. Lo spettacolare Rosso fango di Paolo Ameli ha ricevuto la Menzione speciale della giuria. [SEGUE SPOILER] Ispirato ad un fatto storico realmente accaduto (e la cosa agghiacciante è che la maggior parte della gente non lo conosce - me compreso): 1918 prima guerra mondiale, due soldati (uno tedesco e uno americano) si fronteggiano in un fangoso cratere causato da una bomba: il fucile del tedesco fa cilecca e così l'americano coglie l'occasione e gli si avventa contro con un coltello ferendolo ad un fianco. Il soldato è costretto ad attendere il momento più propizio per fuggire circondato da esplosioni dirompenti e dalle urla di dolore dell'avversario. Quando, sfinito da questa tortura acustica, è sul punto di fare fuoco contro il tedesco per porre fine alle proprie e alle di lui sofferenze, si blocca e colto da irreprensibile spirito di altruismo, si avvicina e lo medica con una garza sterile. Nel momento dell'accomiato tra i due, scopriamo che l'americano ha appena salvato la vita ad Adolf Hitler. Il corto circola nei vari festival dal 2002 e da allora ha fatto incetta di premi (David, Globo d'oro, ecc.). Meritati aggiungerei, visto che il prodotto è molto ben realizzato tecnicamente (sembra di trovarsi di fronte a Salvate il soldato Ryan) e soprattutto affronta una tematica delicata che va oltre il fatto in sé di avere risparmiato il futuro Führer, ma ci pone davanti ad un dilemma: il fatto di sapere chi sia o chi diventerà ci autorizza a uccidere un essere umano?
Fiori per papà, dello svizzero Philip Kipfer, si aggiudica il premio per il miglior soggetto. Una storia che va a pescare nel sociale, raccontata con semplicità e poesia. Una persona va trovare il padre ricoverato in una clinica per malati di Alzheimer. Lo porta a passeggio, gli parla dei nipoti, della famiglia. Gli fa trascorrere una bella giornata insomma. Quella persona però non è in realtà il vero figlio, ma uno che trascorre abitualmente del tempo con i malati della clinica per farli sentire meno soli, abbandonati a se stessi e alla propria malattia dai veri famigliari. Commovente.
Tutto vero dei bergamaschi Matteo Bini e Beppe Manzi, premiato con la Migliore regia, ci fa tornare con la memoria all'estate scorsa quando l'Italia calcistica ha vissuto la sua massima euforia, ma in questo cortometraggio i ruoli si ribaltano e il protagonista si ritrova in una situazione ai confini della realtà. Risvegliatosi il giorno successivo alla finale mondiale, il giovane scopre invece che il mondo è popolato da francesi, e che sono stati loro a trionfare anche nel calcio. Fortunatamente si tratta solo di un bruttissimo incubo. Girato con sapienza e attenzione ai colpi di scena, una storia divertente per chi vuole burlarsi ancora dei poveri transalpini. Il Corto sarà in gara anche alla prossima edizione di Corto Potere ( http://www.cortopotere.it/ ), apprezzata rassegna di cortometraggi che si svolgerà a Bergamo dal 13 al 17 novembre. Altro lavoro molto apprezzato, vincitore come Miglior film straniero, è stato Love Letter di Richard Fenwick. Un teenager scrive una lettera d'amore e cerca invano di consegnarla ad una ragazza che fa la cassiera in un supermarket. Una trama fatta di tensioni, imbarazzi e sguardi che ci ricorda quanto può essere crudele l'amore quando arriva e decide di farsi beffe del cuore.
Ho
approfittato dell'occasione, e di una stupenda gita sul lago d'Iseo in battello, per porre alcune domande di rito alla madrina del Festival, Veronika Logan e al Presidente onorario di Corto Lovere, Bruno Bozzetto.Veronica Logan, parlaci del tuo ruolo di madrina di questa manifestazione:
"Quando sono arrivata a Lovere (un paese che si affaccia sul lago d'Iseo - ndr) sono rimasta scioccata avendo passato 7 anni sulle rive di un Lago per girare una fiction (Vivere - ndr)... Comunque sono molto onorata di essere stata scelta in qualità di madrina di questa manifestazione per la quale si è scomodata persino Hollywood."
A cosa stai lavorando?
Stiamo ultimando le riprese del film Scusa ma ti chiamo amore tratto dal romanzo di Federico Moccia che in questo caso ne firma anche la regia. Nel cast figura anche Raoul Bova, una persona fantastica con la quale è stato un vero piacere lavorare. Mi vedrete poi nella fiction R.I.S. e in alcune puntate de La Strana coppia con Luca e Paolo.
Quale ruolo ti piacerebbe interpretare?
La recente nascita di mia figlia mi ha fatto venire voglia di cimentarmi anche sullo schermo nel ruolo di madre. Se qualche regista è in ascolto
So che hai finanziato un tuo spettacolo teatrale mettendo un'asta su e-bay. Cosa c'era in vendita esattamente?
Sì, mi è venuta questa idea per finanziare lo spettacolo "Addio al nubilato" ed è stato un successo. Il pretesto era una cena con me, i vincitori poi avrebbero poi avuto uno spazio pubblicitario come sponsor all'interno del cartellone dello spettacolo.
Che rapporto hai con internet?
Mah con il lavoro che faccio non ho molto tempo per navigare in rete, però mi accorgo che girano un sacco di fotografie mie non "ufficiali" , è tutto talmente rapido che è impossibile verificare e controllare tutto il materiale che circola, con il rischio di finire su qualche sito dalla qualità discutibile (diciamo pure porno)
Due domande anche a Bruno Bozzetto, Presidente onorario. Maestro, che effetto le fa?
L'unico compito che ha il presidente onorario è di presentarsi alla manifestazione, senza reali obblighi o responsabilità e questo mi dà non poco sollievo è comunque un privilegio del quale sono molto grato agli organizzatori che anche per questa edizione hanno fatto un ottimo lavoro, tenuto conto che si è dovuta rivedere anche tutta l'immagine del festival per quanto riguarda il nuovo nome, il logo ecc.
Che rapporto ha con il digitale?
Mi sono dovuto adeguare alla velocità di internet per cui i miei ultimi lavori sono fatti per lo più in Flash che mi permette rapidità di esecuzione ed immediata diffusione. Ovviamente la cara vecchia matita non l'ho dimenticata, parto sempre da lì.
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