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Un cactus, mille cactus
di Carlo Griseri
"Hai voglia di recensire un cortometraggio?". "Ok". "Ottimo, avviso l'autore, te lo spedirà".
Queste - all'incirca - sono state le parole con le quali si è svolta qualche giorno fa la comunicazione tra me e la redazione. Oggi, nella buca delle lettere, ho trovato una busta grigia, anonima, col mio nome e nel mittente un certo "Alessandro Molatore - (...) - Dublin/Ireland"... Dentro nessuna indicazione, una busta trasparente con dentro un dvd. Cactus, c'è scritto sopra, e accanto c'è il primo piano di un corpulento afroamericano, dall'aria abbastanza minacciosa, sigaretta in bocca, su sfondo rosso.
Un po' titubante, decido di inserire il dischetto nel lettore per capire meglio - ammetto di essermi sentito per qualche attimo una specie di agente segreto che riceve documenti misteriosi da persone sconosciute... - e mi sono goduto 4 minuti e 40 secondi di surrealismo.
Dublino (questo l'ho supposto subito, poi ho trovato conferme), in una giornata di sole: un energumeno (lo stesso ritratto sul dvd) attende appoggiato ad un muro con un cactus in una mano, intento con l'altra ad accendersi una sigaretta. Silenzioso, aspetta il momento giusto per incontrarsi con un'altra persona a cui consegnare l'inusuale "pacco". Costui, ricevuta la pianta, si dirigerà verso la sua destinazione...
Chi sono queste persone? Cosa significano i loro gesti? Nessuna domanda riceverà risposta, lo si può dire: l'interazione tra i personaggi, le loro espressioni, i colori, i loro comportamenti nei confronti del cactus. Sono questi gli aspetti più interessanti della pellicola.
Pellicola, sì: girato magnificamente in super16mm da Patrick Jordan (informazione derivata dal sito della società produttrice, il cui nome compare nei titoli di coda), Cactus è stato scritto e diretto da Alessandro Molatore, e prodotto da Cliona Ni Bhreartuin.
Una fotografia di grande qualità è di gran lunga l'aspetto che più colpisce e rimane di tutta la visione. La musica - realizzata da Montonn Jira - è orecchiabile e perfetta per la sua funzione. Una sceneggiatura sicuramente curiosa, che lascia - stimola? - lo spettatore perso dietro mille possibili interpretazioni. D'altra parte, e sarebbe l'unica pecca riscontrabile, questa totale mancanza di senso potrebbe anche lasciare basiti e un po' insoddisfatti.
Il multiculturalismo - viene spiegato sul sito - è l'elemento centrale delle produzioni Cacti Films: sono infatti circa venti le nazionalità dei partecipanti, in diversi ruoli e con diversi compiti, alla realizzazione del lavoro.
Il cortometraggio, girato nel giugno dello scorso anno tra Stoneybutter e Capel Street, è stato proiettato per la prima volta in assoluto all'ultima edizione del Galway Film Fleadh ed è stato successivamente selezionato anche per il Salento International Film Festival e per l'Abstracta Film Festival di Roma.
Cacti films (di cui Molatore sembra essere il "deus ex machina", ma non ho trovato alcuna conferma a riguardo) è attualmente impegnata nella post produzione di un nuovo prodotto, intitolato Children of Manila - un documentario-reportage sulla vita dei ragazzi di strada delle Filippine. Restiamo in attesa per la visione, con grande curiosità e aspettative.
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