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Chi conosce Quirino Cristiani?
di Carlo Griseri
Quirino Cristiani è l'autore del primo lungometraggio animato della storia del cinema (El Apostol, 1917), oltre che del secondo (Sin dejar rastro, 1918). Quirino Cristiani è anche l'autore del primo lungometraggio animato sonoro della storia del cinema (Peludopolis, 1931). Eppure, se vi chiedessero quali sono i padri del cinema d'animazione mondiale, quanti direbbero il suo nome? Pochi, sicuramente troppo pochi.
La maggior parte direbbe Walt Disney, ovviamente. E invece Disney arrivò dopo Cristiani, e neanche di pochi anni: il disegnatore argentino - nato nel 1896 da genitori lombardi che emigrarono in Argentina quando lui aveva 4 anni - fu uno dei suoi maggiori ispiratori, un modello che Disney cercò per lungo tempo di portare negli Stati Uniti a lavorare nel suo staff.
La rinnovata pubblicazione di un bel libro di Giannalberto Bendazzi ("L'uomo che anticipò Disney. Il cinema di Quirino Cristiani", Tunué Edizioni, 2007) si propone di far luce su una figura misteriosamente sconosciuta al grande pubblico, ma anche incredibilemente poco riconosciuta da critici e addetti ai lavori. Il libro, uscito la prima volta nel 1983, ricostruisce con dovizia di particolari - per quanto è stato possibile - la vita e la carriera di Cristiani, personaggio di grande spessore e di incredibile inventiva.
Professor Bendazzi, come è venuto a conoscenza della storia di Quirino Cristiani?
Da un semplice trafiletto su un giornale! Era il 1978, da tempo nel mondo della critica cinematografica si favoleggiava sull'esistenza o meno di un pioniere dell'animazione di origine italiana. In quelle righe, la sua carriera era confermata dal critico cinematografico argentino Simon Feldman. Da lì sono partite le mie ricerche.
Quali sono secondo lei le ragioni della sua scarsa fama?
In particolare la difficoltà di reperimento delle sue opere. Poi per tanti anni la gente si è rifiutata di considerare il cinema "animato" come un cinema a sé stante, e ciò ha ridotto moltissimo anche la ricerca storica nel campo.
Inoltre, se non bastasse, anche la sua decisione alla fine degli anni '30 di chiudere la carriera di regista e di concentrarsi sul suo studio fotografico. Aveva una famiglia da mantenere, voleva guadagnare in modo stabile e vivere una vita tranquilla: per questo motivo riuscì anche a rifiutare l'offerta di Disney!
Delle sue opere cosa è rimasto?
Praticamente nulla! Solo qualche disegno e, per intero, il suo ultimo lungometraggio "La scimmia orologiaia". Un lavoro che però non rappresenta affatto la sua arte, essendo stao realizzato con una tecnica a lui non abituale (il rodovetro invece dell'animazione di figure ritagliate, tecnica rivoluzionaria da lui stesso ideata, NdI). E inoltre subì enormi pressioni da parte dell'autore del racconto e della produzione.
Il resto, in fasi diverse, venne distrutto dal fuoco. Una grande perdita.
Cosa la colpisce di più della figura di Quirino Cristiani?
La sua importanza, anche a causa della pochezza di materiale in nostro possesso, è principalmente dovuta al suo ruolo di precursore che non a quello di artista. Non siamo in grado di giudicare criticamente le sue opere, che ebbero sempre argomento politico, amava ironizzare e criticare la classe dirigenziale del suo tempo.
Ma fu il primo a realizzare opere complesse come lungometraggi d'animazione (tra l'altro da solo e con pochi mezzi) e ad aprire un nuovo mondo di possibilità. Walt Disney arrivò oltre 20 anni dopo a realizzarne uno.
Cristiani fu uomo dall'inventiva incredibile: realizzò i primi filmati medici, lavorò nella pubblicità, fu art director della MGM argentina.
Lei ha anche avuto la fortuna di incontrare il disegnatore.
Sì, nel 1981. Riuscii a organizzare per lui un grande rientro in Italia, contattando l'amministrazione del suo paese natale (Santa Giuletta, in provincia di Pavia) e convincendoli a ospitarlo per qualche giorno rendendo il giusto merito alla sua grande carriera.
Fui presente alla manifestazione, ovviamente, e gli consegnai anche un premio: il tutto venne ripreso da una televisione svizzera (materiale che il regista Gabriele Zucchelli ha utilizzato nel montaggio di un documentario sulla figura di Cristiani: un prodotto che si spera sarà nel cartellone della prossima Mostra del cinema di Venezia, NdI).
Un notevole lavoro di raccolta di documenti, di articoli di giornali dell'epoca e di testimonianze dirette ha portato Giannalberto Bendazzi a scrivere questo libro, la storia di un uomo capace di rompere gli schemi (fu anche uno dei primi promotori del movimento nudista in Argentina!), di inventare nuovi modi di fare cinema e di dimostrare ciò che un uomo guidato dalla passione poteva fare.
Quirino Cristiani è il padre dell'animazione. Speriamo che d'ora in poi lo ricordino tutti.
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