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Sony Short Festival
di Luisa Beretta
Al cinema Anteo di Milano una serata "corta" ma intensa!
Si sa, il tempo è un ottimo consigliere, e mai come in questo caso ho abusato dei suoi suggerimenti chiedo venia! Lo scorso novembre ho trascorso una piacevole serata al cinema Anteo ( un luogo che riesce sempre a infondermi una grande serenità nel cuore :) di Milano. La Sony Recording Media ha organizzato proprio lì la serata di premiazione per la terza edizione del proprio concorso per cortometraggi. Ho osservato, meditato e mi sono pure concessa un lungo periodo di "digestione". Ora è giunto il momento di tirare le somme!
Film d'autore, thriller, commedia o videoclip: qual è il genere che preferite? Quest'anno la grande novità è stata la selezione e premiazione dei corti suddivisa in generi cinematografici. Davide Ferrario ha guidato la giuria alla ricerca di nuovi autori per il cinema di genere insieme a Chicca Profumo (docente e coordinatrice didattica), Max Croci (regista e autore) e Massimo Gnocchi (direttore creativo). La premiazione, condotta dal critico cinematografico Steve Della Casa, è stata anche una stimolante occasione di confronto tra gli autori dei cortometraggi, la giuria, gli esperti e i critici invitati alla premiazione e il pubblico. Tecnologia professionale e un workshop con Davide Ferrario sono i premi esclusivi del Sony Short Festival.
AUTOREVOLMENTE
Per la sezione film d'autore i finalisti della serata sono stati Juda di Francesco Afro De Falco (un piccolo film incentrato sulla figura di Giuda, che rivisita il personaggio dell'apostolo in chiave gnostica, capace di ribaltare millenni di luoghi comuni e di verità preconfezionate attraverso la rappresentazione di una delle facce della verità), Divini incontri d'orgasmo di Barbara Caggiati (una breve e intensa love-story che si consuma tra le lerce lenzuola di una squallida camera d'albergo, un amore impossibile tra una creatura alata caduta dal cielo come la protagonista dell'ultima pellicola di Luc Besson, Angel-A, un angelo che per poter sopravvivere sulla Terra è costretta a fare la prostituta, e un uomo solo, malato di solitudine, al quale è concessa forse l'ultima possibilità utile per guarire) e il vincitore: Little Boy di Davide Pepe perché "autore è colui che possiede la visione della messa in scena, racconta la sua storia con una grande padronanza di linguaggio sia visivo sia sonoro e ci sorprende per il potente trattamento di un tema così rischioso": il corto infatti affronta il dramma nucleare di Hiroshima (Little Boy è il cinico nome dato alla bomba sganciata nell'agosto '45 sulla città giapponese).
È SEMPRE TEMPO DI COMMEDIA!
Per la sezione commedia abbiamo visto: Achille e la tartaruga di Valerio Attanasio (un ragazzo un po' naïf, una ragazza che ha perduto il proprio anello, una tartaruga piovuta dal cielo, un pesce surgelato e la luna piena. Ci ricorda un po' Manuale d'amore e un po' Virzì nel complesso piacevole e divertente!), Daily life di Nicola Buffoni e Nanni di Lorenzo Faccenda. Ha vinto Daily life per l'accuratissimo lavoro filologico sugli stilemi di Kaurismaki che non impedisce di superare i limiti del genere parodistico e di sviluppare una propria poetica originale capace di raccontare una storia non solo divertente ma anche toccante. Questi ultimi due film in fondo ci sono parsi un po' troppo autoreferenziali: certo, diverte sempre ridere del e sul cinema, riconoscere tic, vizi e difetti di autori e registi. Ma la vita è anche altrove! E i cinefili a volte paiono dimenticarlo.
BRIVIDI CON GUSTO
Tra i thriller One more time di Diana Santi, Un passo più lungo di Omar Pesenti (un mini-noir sullo stampo dei gloriosi maestri americani dalla trama semplice e amara. Il "passo" a cui il titolo si riferisce è quello di un maturo detective privato che per una volta, stanco di inseguire mogli infedeli per conto di mariti cornuti, accetta di occuparsi di un caso più stimolante come il ricatto di una giovane e ricca signora. Ma probabilmente con questo titolo il giovane regista ha voluto coprirsi di modestia etichettando come "passo più lungo della gamba" la decisione di misurarsi con un genere così glorioso per la sua prima sortita. Il risultato ha certamente tutte le caratteristiche dei lavori amatoriali, ma fanno ben sperare l'uso dosato che Pesenti fa degli stereotipi di genere e la sapiente direzione di attori visibilmente non professionisti) e il vincitore: Italia 2006 di Daniele Carrer che, utilizzando con ironia gli stilemi del noir, dimostra coma una regia dotata di senso della misura può trarre il massimo risultato espressivo dalla semplicità dei mezzi.
MUSIC!
Last but not least i videoclip! Con Something epics di Giovanni Esposito, L'abbandono di Fabio Luongo e My sweet hell di Andrea Princivalli. Si è aggiudicato il premio Fabio Luongo che ha saputo raccontare una storia e costruire un mondo e un'atmosfera. L'abbandono lo fa con un'idea di messa in scena la cui apparente innocenza è invece il prodotto di una grande abilità.
PS: una menzione speciale alla scuola vincitrice del concorso per aver inviato il maggior numero di "corti" l'ITIS Baldini di Ravenna.
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