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Intervista
Speciale del 28 06 2006
Seduto di fianco ad Elisabetta Rocchetti
di Luigi Faragalli
A volte si finisce a parlare con gli attori anche al di fuori delle classiche interviste. Capita di trovarsi seduti di fianco, capita per caso. Magari sono rimasti liberi e vicini solo quei due posti alla tua sinistra.
Ho rivisto Elisabetta Rocchetti questa mattina in tv e mi sono tornate in mente le chiacchiere che abbiamo scambiato la sera della premiazione degli Italian DVD Awards. Quello che segue è il racconto di quell'incontro e del suo contorno.
La serata si è svolta nell'auditorium di Roma, io ero di passaggio nella città ed avevo l'invito in tasca. Solitamente non mi muovo da casa, per eventi di questo tipo ci sono redattori ben più adatti di me.
Appena arrivato all'ingresso della sala capisco infatti di essere drammaticamente fuori posto: un'incredibile schiera di fotografi appostata dietro le vetrate è in palpitante attesa di qualcosa o di qualcuno.
Io e la mia compagna ci guardiamo per un attimo stupiti ed ovviamente ci togliamo di mezzo con invidiabile rapidità. Il vociare cresce e l'attesa monta fino all'evento, o forse sarebbe meglio dire "all'avvento".
Con passo veloce e deciso, consumati modi da divi, sguardi bassi ed atteggiamento signorilmente sopportante l'inevitabile tedio, ecco apparire Giorgio Pasotti e Nicoletta Romanoff.
Io, ovviamente, non li riconosco nemmeno. La mia ragazza figuriamoci, lei confonde abitualmente Danny De Vito e Daniel Day-Lewis. Chiedo in giro chi siano quelle due stelle di prima grandezza, qualcuno allibito mi sillaba quasi i loro nomi, come a volermi redarguire. Sbotto a ridere. Trovo l'accoglienza largamente immotivata. Giorgio Pasotti a quanto ne so ha fatto un paio di muccinate, qualche fiction tv e poco altro, la Romanoff ancora meno. Qui li si accoglie come fossero James Dean e Marilyn Monroe, freschi di fidanzamento dopo essere, ovviamente, resuscitati.
Scopro solo ora, nel lavoro di documentazione preparatorio all'articolo che con indiscutibile zelo ho portato a termine, il motivo di tanta sbalorditiva attenzione: quei due stanno insieme.
E quindi?
Mah, il mondo del gossip segue leggi a me oscure, regalando notorietà a suppellettili del calibro di Orlando Portento o Leone di Lernia.
Superato il disgusto per l'autoreferenzialità del nostro piccolo star system all'amatriciana, guadagno il mio posto nell'area stampa dell'ampia sala. Si riempie molto velocemente, quasi completamente. Rimangono alla mia sinistra due posti, siamo vicini ad una delle entrate. Elisabetta Rocchetti arriva in ritardo, accompagnata da un bell'uomo distinto ed elegante. Io, per non smentirmi, non la riconosco.
Ha un grazioso abito chiaro leggerissimo e svolazzante. Per un attimo, essendo io tonto e credendola una "collega", penso che avrei dovuto vestirmi un po' meglio. Poi mi ricordo di avere quindici centimetri di barba e capisco che sarebbe stato inutile.
- Eppure l'ho già vista da qualche parte -, penso.
Mentre cogito intorno alla questione, sul palco c'è già una sorta di Mr. Crocodile Dik Dik.
E' qui, forse per stemperare la tensione, frose per innata cordialità e apertura verso il prossimo, forse perché resto un tipetto interessante nonostante il naso storto, la panza e gli anni che passano, che Elisabetta (ma sì, smettiamola di essere formali) decide di abbordarmi con abile manovra:
- Chi è quello lì? - fa al mio orecchio con un fil di voce.
- Uno dei Dik Dik - rispondo come colui che la sa lunga.
- E chi sarebbero? - continua lei non mollando la presa.
- Un gruppo molto famoso di qualche decennio fa - replico fingendomi molto più vecchio della mia età.
Da quel momento il rapporto "giornalista navigato/giovane attrice" è stretto, mi sento un mentore, un precettore, un bonzo. Ovviamente sono un cazzaro, in realtà, anche se io porto malissimo i miei anni e lei benissimo i suoi, scopro adesso di essere abbastanza più giovane di Elisabetta.
Telepaticamente avverto la mia compagna ringhiare.
La serata prosegue, Daniela Poggi fa del suo meglio per condurla in modo rilassato ma comunque professionale, Joe Denti fa di tutto per vanificarne gli sforzi.
Quando sullo schermo vengono proiettate le immagini del DVD di Viva Zapatero della Guzzanti tutti i giornalisti ed i critici in sala prorompono in un applauso a scena aperta. Ovviamente verrà premiato La guerra degli Italiani, dell'Istituto Luce, fra la disapprovazione generale.
- Eppure l'ho già vista da qualche parte -, penso.
Ed è esattamente mentre lo penso per l'ennesima volta che lei viene chiamata sul palco, a premiare non ricordo cosa. Mi si alza davanti di scatto come per dire: - Visto, cretino?
Ed è su quel cretino supposto che mi ricordo di Piano 17. E' lei la segretaria nervosa ed elettrica che recupera umanità nel corso del film. Mentre lei è via scambio due parole col suo accompagnatore, scoprendo che è il fratello.
Durante la premiazione purtroppo succede la tragedia. Ad Elisabetta chiedono a cosa sta lavorando, e lei con grande sincerità risponde che è libera e disponibile a nuovi progetti. Chiedono poi del mondo delle fiction tv, e lei risponde con un drammaticamente candido "magari farne", intendendo che, con la penuria di lavoro che c'è per gli attori in Italia, bisogna pur mangiare. Fabio Troiano, insieme a lei sul palco, volendo sottolineare la propria carriera viva e piena di offerte, non perde l'occasione di sottolineare il suo dissenso pronunciando il più cafone dei "parlappetté".
Quando Elisabetta torna a sedersi al mio fianco ha bisogno di tutto il conforto che posso darle.
Parla veloce, sembra un film.
- Mamma che figura di merda!
- Ma no, dai.
- Davvero?
- Giuro.
- Non ho fatto una figura di merda?
- Ma no, perché?
- Sono sembrata una che non lavora?
- E che male c'è? Hai risposto sinceramente, va bene così.
Nella mia mente il ringhiare della mia compagna seduta alla mia destra diventa un torvo latrato.
Mentre sul palco si susseguono gaffe su gaffe dei conduttori la mia attenzione viene rapita da una di queste davvero unica per complessità. Trattasi infatti di una gaffe composta ed articolata. Al regista della prima serie di Distretto di Polizia viene consegnato il premio per la seconda serie, alla quale però lui non ha affatto preso parte. Dopo aver fatto notare la cosa gli viene chiesto cosa si prova a recitare da poliziotto, quali sono le difficoltà... qui il simpatico regista è costretto a ricordare a tutti che lui non è un attore ma, appunto, un regista. Nella sala si ride manco fossimo allo Zelig.
- Sicuro che non ho fatto la figura della sfigata?
- Ma no, fidati, per niente.
- Non lo dici così per dire?
- Ma no, guarda, io di certo non scriverò che hai fatto una brutta figura, anzi.
- Ah, tu scrivi?
- Beh, Sì.
- Come ti chiami?
- Luigi Faragalli.
- Sei famoso?
Per un momento sono tentato di dire di sì. Un istante dopo penso di risponderle che, se fossi famoso, lei mi conoscerebbe. Due istanti dopo le rispondo, sorridendo, di no. Ed è nel suo sguardo di velata delusione che mi ricordo de L'imbalsamatore. Era lei che si infilava tra il bel giovanotto ed il nano allupato scompigliando tutto il film.
Il legame telepatico con la mia ragazza comincia a diventare quasi doloroso, avverto degli ululati continui. Ad un certo punto la vedo addirittura parlare con un altro critico seduto di fianco a lei. Umh, io ho giovane attrice sexy, tu hai piccolo critico balbuziente, tesoro, qua per pareggiare devi fare molto di meglio.
Elisabetta non riesce a rasserenarsi.
- Sono sembrata una che vuole fare fiction?
- Beh, tutti dobbiamo mangiare.
- Lo vedi che ho fatto una figura di merda?
- Ma no, guarda, secondo me, non devi preoccuparti per niente. Tutti i critici e i giornalisti che sono qua lo sanno che è difficile lavorare in continuazione, sanno che si fanno i provini, che si fanno mille giri, è normale, davvero. Guarda tutti gli altri attori. O si danno delle arie assolutamente gratuite (e ti assicuro che quello, almeno a me, dà molto più fastidio) o semplicemente sorvolano, tralasciano. La domanda "progetti per il futuro" come vedi è la più odiata stasera, ed i conduttori continuano imperterriti a farla con inaudito sadismo.
- Allora ti sono sembrata sincera?
- Sì, davvero.
- Ed ero bella?
- Come scusa?
Pausa.
- Ero bella?
Pausa.
- Beh... sei... bella - dico, pentendomene all'istante.
Ora, io so che la mia ragazza odia le armi e di certo non gira con una rivoltella nella borsetta fatto sta che, appena finita la frase, sento distintamente la canna premere sulle costole e lo scatto del pollice che solleva il cane. Una forza misteriosa mi prende la testa e me la gira di botto verso il palco.
Nel frattempo gli incidenti e gli incerti del mestiere del conduttore continuano ad allietare la platea: viene premiato Star Wars III ma la pessima scelta delle clip, tutte irrilevanti quanto noiose, causa qualche disappunto; Gianmarco Tognazzi viene presentato come candidato al David, lui fa notare che manco per il cacchio.
Elisabetta è ancora nervosa ed esce per fumare. Io ho le unghie della mia compagna piantate nel braccio e non cambio espressione facciale da qualche minuto. So che già così, senza avere alcuna colpa, la pagherò molto cara e molto a lungo.
Quando Elisabetta torna a sedersi, sul palco c'è la scena più esilarante della serata.
Paolo Sorrentino, chiamato a ritirare l'ennesimo quanto meritatissimo premio per Le conseguenze dell'amore, parla poco e poi confessa di essere basito oltre che assolutamente affascinato da Joe Denti, personaggio in effetti surreale. Quando poi gli viene chiesto (giuro, non sto romanzando la storia, la mia è pura cronaca) se quando fa un film pensa al film o piuttosto ai contenuti extra dell'eventuale DVD, Paolo ha quasi un mancamento e, dopo un'ovvia esitazione d'incredulità, non può che dichiarare: - Mi sembra una domanda assurda. Proviamo ancora a fare film per fare i film e non i contenuti extra.
Tripudio ed esplosione della sala.
Riguardo al resto della serata, beh, una spendida e raggiante Serena Dandini ha poi concluso riprendendo in mano la situazione con consumato mestiere e grande presenza di spirito.
- Pensi che Sorrentino potrebbe mai chiamarmi a lavorare con lui?
- Beh, se un giorno dovesse servirgli un'attrice con le tue caratteristiche perché non dovrebbe?
Questo l'ultimo scambio tra me ed Elisabetta. In realtà ci sarebbe qualche altra frase ancora ma mi ha fatto promettere di non scriverle ed io, diligentemente, obbedisco.
I lettori hanno scritto 18 commenti
- indirizzo IP 87.16.191.94
- data e ora Giovedì 29 Giugno 2006 [11:35]
- commento A me la Rocchetti sta simpatica, almeno è sincera.. beata ingenuità
- indirizzo IP 151.52.120.119
- data e ora Giovedì 29 Giugno 2006 [12:52]
- commento Sara, perdonalo per la "patatina", Fabrizio non si è mai ripreso dallo spot di Rocco Siffredi. :)
- indirizzo IP 151.52.120.119
- data e ora Giovedì 29 Giugno 2006 [12:55]
- commento Valerio Foglia Manzillo? Umh, mi sa che se la sta cavando molto meglio Elisabetta con la carriera.
- indirizzo IP 87.16.191.94
- data e ora Giovedì 29 Giugno 2006 [13:18]
- commento mi pare sia in tv a pubblicizzare un the freddo? sulla spiaggia?
- indirizzo IP 151.52.120.119
- data e ora Giovedì 29 Giugno 2006 [13:23]
- commento Lo spot non saprei, so che ne fece uno tempo fa per la Polo. L'ultima apparizione al cinema dovrebbe essere stata quella in Mater Natura. Per il resto in televisione è in un lavoro di Pingitore.
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