Oggi e' il terzo anniversario dell'uccisione di Carlo Giuliani. Il 20 luglio 2001 a Genova, in Piazza Alimonda, Carlo Giuliani e' stato assassinato durante le manifestazioni organizzate da moltissimi movimenti italiani e stranieri per fermare il G8. Quell'evento ci ha messi davanti a un dato di fatto: filmare la realta', documentarla, puo' essere uno strumento di salvezza oltreche' uno strumento espressivo. Migliaia di videocamere hanno filmato gli scontri e hanno contestato cio' che i TG nazionali dicevano. Una tv locale ha dato lezioni di giornalismo e non e' mai stata ringraziata dalle grandi emittenti che, imperterrite, hanno mantenuto salda un'unica linea e cioe' quella dei manifestanti che, quando anche non violenti, avrebbero comunque aperto la strada ai facinorosi. Tutti quanti abbiamo rischiato che il diritto di manifestare il proprio dissenso fosse messo a tacere con la forza e l'arroganza. Quello che ha impedito che cio' avvenisse e' stata la testimonianza filmata.Il documentario come metodo per incidere sulla proria realta' si sta affermando sempre piu' e non solo negli USA dove Micheal Moore ha aperto la strada a tutta una serie di indagini giornalistiche filmate che portano le persone addirittura a fare la coda al cinema. Il portale Cinemaindipendente che, non a caso, in home page ha Bresson che dice: "Rendete visibile quello che, senza di voi, forse non potrebbe mai essere visto.", ha raccolto alcuni video di immagini girate a Genova, in quel Luglio 2001. Se il cinema e' uno dei motivi per cui vale la pena vivere, utilizzarlo come strumento pare ormai essere fondamentale per restare liberi.