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Venezia 62 - Le bolle di Soderbergh
di Alice Trippolini
Steven Soderbergh presenta Fuori Concorso il film Bubble
Il regista Steven Soderbergh è al Lido per presentare il suo ultimo lavoro, Bubble, un film low budget con attori non professionisti, girato e ambientato in Ohio, in una fabbrica di bambole.
Il film è un ibrido tra un thriller e un film di denuncia sul degrado della provincia statunitense. I personaggi coinvolti sono tre dipendenti di una delle pochissime fabbriche che producono bambole rimaste negli Stati Uniti. Un triangolo anomalo, che crea una situazione surreale ed agghiacciante.
Il regista, in accordo con il produttore, ha deciso di distribuire il film contemporaneamente in sala e in home video. Una tecnica che, come spiega in conferenza stampa, ritiene l'orientamento futuro della fruizione cinematografica.
"Il nostro progetto - dice Soderbergh - era quello di sfruttare la tecnologia e far uscire il film in tutti i media allo stesso tempo. Questo per migliorare la fruizione al consumatore. Per quanto riguarda il tipo di film, mi aiuta molto passare da un kolossal come Ocean's twelve ad un film minore, ma non ho intenzione di proseguire solo su questa strada. Avrei in progetto un documentario, da qualche anno".
Per quanto riguarda gli attori, Soderbergh ha spiegato di non aver influenzato la recitazione, per lo più improvvisata.
"Ho cercato di dirigere, lasciando gli attori liberi di esprimersi secondo il loro carattere. Il ragazzo protagonista, per esempio, ha realmente gli attacchi di panico che illustra parlando con Rose, la nuova dipendente. Inoltre, mi interessava molto far vedere l'atto del mangiare, sottolineare il tipo di cibo che queste persone mangiano quotidianamente e la loro vita abitudinaria. Quello che dice Misty Wilkins, la protagonista, è veramente quello che dice Martha, il personaggio a cui ci siamo ispirati per la storia. Le persone che vivono in questi paesi, senza prospettive e senza lavoro, pensano veramente che non ci sia altro al di fuori di ciò che hanno. Tendono a chiudersi nel loro mondo".
Soderbergh, spiega poi che non ritiene il film particolarmente complicato, ma ammette di aver usato uno stile europeo:
"Nel cinema americano - dice - il film tende a disegnare i personaggi in modo netto e a mostrare tutto come già deciso in precedenza. Nel mio film lo spettatore deve essere interattivo, si chiede uno sforzo di interpretazione, che ognuno sceglie in maniera personale".
Il film, come dice ancora il regista, è una mescolanza di fiction e realtà, in opposizione ai nuovi real tv che caratterizzano la tv americana.
"Nei reality - dice Soderbergh - le persone vengono umiliate. A me interessava solo provare a mostrare come sono quotidianamente e come reagiscono alle situazioni".
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