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MedFilm Festival '04 - Quinta giornata
di Laura De Gregorio
Cinema egiziano in programmazione nella quinta giornata di Festival. Il primo film, Alexandria New York, si colloca all'interno della retrospettiva su Joussef Chahine. Alexandria New York, produzione egiziana-francese-americana, ripropone nel 2004 le tematiche autobiografiche tanto care a Chahine già in quella trilogia inaugurata con Alessandria perché? che si aggiudicò l'Orso d'Argento a Berlino nel 1978. Da lì in poi l'autore egiziano si è imposto sulla scena internazionale ottenendo numerosi riconoscimenti nei più prestigiosi festival cinematografici, Cannes in primo luogo, dove tra gli altri ha ricevuto nel 1997 il Premio del Cinquantenario per il suo Il destino, e Venezia, dove ha portato Fuori Concorso Silenzio Si gira nel 2001 e nel 2002 11'09''01, insieme al collettivo di registi internazionali. Alexandria New York è per Chahine un'opera chiave perché in essa ripropone e aggiorna con spirito critico e ironico il percorso a ritroso della propria carriera artistica e delle vicende personali. La radiografia della società egiziana in questo film si somma all'osservazione di quel che resta del sogno americano alla luce delle scelte che portarono il regista, dopo la parentesi californiana, nuovamente nella propria terra. La citazione autobiografica è esplicita perché Chahine interloquisce direttamente con l'alter ego Ahmed Yehia, privilegiato attore dei suoi film, che in questo caso veste proprio i panni del regista. Chahine fa un sopralluogo nei più intimi ricordi, si espone in prima persona mettendo in gioco il contrastante sentimento per l'America della sua giovinezza e quello per la donna allora amata.
Il secondo film egiziano, nella sezione Mediterraneo In Concorso, è invece di un artista emergente, Osama Fawzi. I love Cinema è una commedia ambientata in un quartiere popolare di Il Cairo negli anni Sessanta. Come nelle commedie del nostro dopoguerra, anche qui i minuti accidenti della vita familiare sono visibili a tutti dalla strada e dalle finestre aperte sui balconi dei dirimpettai. L'esagitata realtà familiare è osservata esclusivamente con gli occhi di Na'eem, bambino di sei anni che ricatta i parenti per raggiungere uno scopo: farsi portare al cinema di nascosto dal padre, fervente cattolico ossessionato dalle fiamme eterne dell'inferno. Fawzi ha voluto dare un taglio netto al racconto: tra i contrasti morali dei due genitori divisi dalla religione (la mamma è una protestante liberale) Na'eem si ritaglia uno spazio tutto suo che neanche loro gli possono togliere, lo spazio dell'immaginazione. Il cinema è fuga dalla realtà e fabbrica di sogni, a maggior ragione lo e' per un bambino con una famiglia deprimente. E' proprio Na'eem a darcene spiegazione: il cinema è il Paradiso. Maghed El Mahedy sostiene che l'infanzia sia stata per Fawzi simile a quella di Na'eem e I love Cinema sia il primo film egiziano che racconta una storia vera e poco conosciuta, quella della comunità cristiana di Il Cairo. Maghed El Mahedy che ha preso parte al MedFilm con il suo documentario, inserisce il film di Fawzi contesto politico che nel film rimane solo sullo sfondo: la guerra a cui si accenna è "La Guerra dei sei giorni" del 1966 che segnò il primo scontro con Israele. Il documentario di Maghed El Mahedy, Salam Viterbo, è stato commissionato dal Comune di Viterbo per testimoniare, attraverso interviste agli immigrati e ai loro vicini di casa, un'integrazione sostanzialmente riuscita e per approfondire la storia delle famiglie riformate da "coppie miste". Il regista egiziano ha inoltre in proramma un progetto che prosegue il racconto della storia politica egiziana dove I love Cinema la interrompe: dal medioriente all'Occidente, da Il Cairo a Roma, attraverso il cinema di Omar Sharif.
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