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MedFilm Festival '04 - Conferenza stampa
di Laura De Gregorio
Un ponte di cinema e realtà tra la sponda Sud e la sponda Nord del Mediterraneo.
Ancora un attimo. Non svegliatemi dal sogno con il concerto cacofonico di clacson, lavori in corso, volanti, antifurti in tilt
non adesso.
Sono nel bel mezzo delle scorrerie barbariche che solcano il centro di Roma nella tarda mattinata, cioè quando la vita cittadina dà il meglio di sé: passo davanti a Monte Ciborio tra berline dai vetri fumé e presidi della polizia, non presto molta attenzione ad eventuali politici da prima pagina, proseguo in mezzo a parcheggi in tripla fila e motocicli a dir poco acrobatici, mi imbatto in un paio di gruppi organizzati secondo la migliore tradizione sassone e inciampo nel solito sampietrino traballante.
E' un feriale qualunque, non per me però.
Mi guardo intorno come se questo parossistico trantran non mi riguardasse, continuo a passeggiare con calma, forse ho pure sbagliato strada, non me ne importa un granché perché mi voglio regalare del tempo per ricordare, pensare, immaginare. Era appena finita la conferenza stampa del MedFilm Festival - Laboratorio 2004 presso il Cinema Capranica. Alle mie spalle il Palazzo quattrocentesco che fu dei Marchesi Capranica, insospettato - almeno per me - scrigno di sinuose bellezze: la scalinata ammantata di velluto rosso con le sue ampie braccia, gli specchi decorati finemente e i soffitti con stucchi dorati memori di passati fasti e blasoni, il colonnato in marmo che introduce nella platea incorniciata da una balconata circolare in quel che fu dal 1942 al 1954 teatro e poi cinema e centro congressi.
Avevo appena lasciato piazza Capranica ma il sapore di datteri succosi e dolci speziati offerti dall'Ambasciatore algerino per festeggiare insieme al MedFilm il 50° Anniversario della Repubblica d'Algeria mi ha riportato lì. Sono uscita dal Cinema Capranica come da uno shuttle, all'atterraggio ero altrove. Proprio come luna lontana e palpabile, sconosciuta e familiare, mi si era rivelato un universo nuovo. Lo cercavo da sempre e già lo amavo, il suo richiamo rispondeva ad un imperativo personale, la vocazione ora poteva tradursi in slancio, i suoi influssi invisibili e nitidi avrebbero rischiarato la strada come sassi nel bosco. Quel posto a lungo sognato esisteva davvero, l'agnizione folgorante e inattesa si era compiuta sotto il sole di un'improvvisa primavera a novembre.
Il mio sogno aveva un nome, MedFilm, e una definizione, cinema e realtà, atto di nascita e ragion d'essere della manifestazione. Al mio sogno ora avevo dato un senso: conoscere, promuovere, impiegare il cinema a fini umanitari attraverso le cinematografie culturalmente meno conosciute e/o economicamente più disastrate.
Approfondimento monotematico e al contempo pluritematico perché l'indagine analitica della società contemporanea in quanto tale e in quanto specifica espressione delle singole identità è potenzialmente infinita, campo di battaglia in cui si deve vincere per i diritti umani perché parlarne pubblicamente è già una presa di posizione, perché portare la questione davanti ad un uditorio internazionale lo è ancor di più, perché testimoniare significa sempre denunciare, credo appassionato e libero per diffondere la cultura del rispetto e dello scambio, la cultura della pace.
Il MedFilm festival è tutto questo e molto altro, basti pensare che l'odierna edizione è gemellata con il V Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace e che la Fondazione Gorbachev e l'Ambasciata di Francia hanno patrocinato l'iniziativa. Nel corso della manifestazione infatti verrà conferito nella prestigiosa cornice di Villa Medici un riconoscimento davvero speciale: il Premio per la Pace "Amore e Psiche 2004" a Medici senza Frontiere.
Il MedFilm Festival nei suoi dieci anni di vita ha costruito un gigantesco reticolo di sostenitori illustri che ha reso merito ad una politica dell'incontro e della cooperazione fuori dall'ordinario. Il Comitato d'Onore dell'evento include tra i molti altri le Nazioni Unite, la FAO, l'UNESCO, l'UNICEF, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Regione Lazio e il comune di Roma, l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Del Comitato Istituzionale - solo per citarne qualcuno - sono membri Cinecittà Holding, Istituto Luce, Centro Sperimentale di Cinematografia -Cineteca Nazionale e AIP, e tutti hanno giocato un ruolo decisivo nel reperimento e nella promozione dei film italiani presenti al festival. In particolare è da citare il caso de La Ciociara perché la pellicola è stata restaurata ad hoc e verrà presentata nella serata di apertura.
MedFilm '04 - Roma, 8/21 novembre - festeggia il suo decimo compleanno con un calendario particolarmente ricco sia per la sovrabbondanza del materiale proposto che per la molteplicità delle iniziative che affiancano le sezioni principali.
Novità assoluta è il gemellaggio con l'International Cairo Film Festival che nella sua 28° edizione farà del cinema italiano l'ospite d'onore perché in questa sede il MedFilm Festival proporrà dal 1 al 12 dicembre 45 film italiani tra classici e contemporanei.
A questo punto è doveroso segnalare il fondamentale apporto fornito dalle ambasciate dei Paesi che hanno aderito alla manifestazione. Ne è prova l'intervento dell'Ambasciatore d'Egitto Helmy Bedeir che ha presenziato alla conferenza stampa ricordando come gli amichevoli e frequenti rapporti tra il cinema italiano ed egiziano hanno prodotto fruttuosi risultati in un passato non tanto remoto e soprattutto che si può cambiare la storia, non la geografia.
Infine un calendario di eventi così serrato - 200 i film in programma, 50 lungometraggi e 150 tra cortometraggi, mediometraggi e documentari - è stato ben distribuito su Roma attraverso una programmazione giornaliera e in contemporanea grazie alle strutture pubbliche e private che hanno aperto le loro sedi alle varie iniziative del festival: al Capranica e a Villa Medici verranno proiettati i film in concorso e non, al Capranichetta e al Museo di Roma in Trastevere corti e documentari, Palazzo Venezia e le Biblioteche di Roma seguiranno la manifestazione dedicandole uno spazio apposito, MACRO-Museo d'Arte Contemporanea ospiterà un forum.
Il MedFilm Festival è l'unico festival internazionale a carattere competitivo dedicato ai diritti umani. Per spiegarne il valore, evidenziare l'apporto quantitativo e qualitativo, sottolinearne la portata sociale e culturale, capire la mole di lavoro che ne ha permesso la realizzazione si deve pensare al MedFilm come ad un grande insieme. Il suo perimetro è lo scambio interculturale, il suo campo d'azione cinema e realtà, ovvero veicolare le realtà sociali mediante la comunicazione audiovisiva, il suo centro le cinematografie mediterranee ed europee. Al suo interno, il cerchio racchiude due direttrici fondamentali, la sezione competitiva e la sezione non competitiva. La prima si articola in quattro blocchi:
Mediterraneo in concorso
per lungometraggi sul tema prescelto dalle Nazioni Unite - il 2004 è l'anno della famiglia -
Corti in concorso
in cui si sviluppa mediante attività laboratoriale il progetto Méthexis - metodologie di Studi sul cinema a confronto - e si conferisce l'omonimo premio (la Giuria è composta da detenute di Rebibbia Femminile e 30 diplomandi delle Scuole Nazionali di Cinema mediterranee ed europee)
Premio Internazionale AMA L'AMBIENTE
per lungometraggi e cortometraggi a sfondo ambientale e/o civico
Premio Italia nel Cinema
dove figurano i film del 2004 più rappresentativi della realtà socio-culturale italiana.
Le sezioni non competitive sono ancora più numerose: si va dalla rassegna euromediterranea che propone un'ampia gamma di opere sconosciute - dalla Polonia all'India - alla vetrina sul cinema algerino, dalla rassegna sul cinema egiziano più recente, a latere della quale spicca anche una speciale retrospettiva sul regista di fama mondiale Joussef Chahine, ai Corti in rassegna, e ancora "Viva la Memoria" Omaggio al Cinema Classico italiano ed europeo più due dibattiti fondamentali, l'OCCI- Osservatorio sulla comunicazione Cinematografica Italiana e Internazionale con studi di settore, laboratori di scrittura cinematografica e il Forum sul tema Immigrazione e Sud Italia con un nutrito ordine del giorno.
Interventi istituzionali, personalità politiche e amministrazioni locali, delegazioni diplomatiche, Premi Nobel per la Pace, Enti governativi e non, tutti hanno contribuito a questa meravigliosa manifestazione cinematografica, l'unica che vanta così tante anteprime assolute perché oltre i dieci film in concorso che hanno o avranno un iter distributivo gli altri quaranta più tutti i corti torneranno a casa senza fare scalo altrove, l'unica che si batte concretamente per i Diritti Umani dei Popoli, l'unica che passa in rassegna opere provenienti da Paesi culturalmente così distanti e politicamente ostili, peggio belligeranti, l'unica che nella Giuria internazionale vede sfilare fianco a fianco studenti israeliani e palestinesi, l'unica che ha fondato mediateche in sette istituti di Pena tra Padova e Palermo.
L'incontro come confronto e prima ancora come rispetto, convivenza e solidarietà, come sensibilizzazione sociale, come arricchimento culturale, come approfondimento analitico, come l'altra via, quella del dialogo pur praticabile ancorché difficile con l'attualità soprattutto se sono in ballo il mondo arabo e mediorientale, e non potrebbe essere altrimenti in un festival del Mediterraneo, l'incontro contro lo scontro, contro qualunque pregiudizio di religione e bandiera, e per la conoscenza sul campo, la testimonianza diretta dall'altra parte, la parte in causa, quella degli immigrati per spiegare una scomoda questione sociale italiana e quella degli artisti che vivono realtà difficili come Israele, Iran, India nel tentativo di comprenderne i risvolti politici, dalla loro parte e con i loro occhi.
L'incontro come spostamento, come migrazione, come avvicinamento all'altro di sé e da sé, come scoperta del nuovo e allontanamento dal già noto, come viaggio dalla sponda Nord alla sponda Sud della piccola, grande palla terrestre in un doppio movimento, andata e ritorno - si torna a casa mettendo in valigia l'esperienza altrui e avendo lasciato la nostra nelle valigie di molti altri - nella doppia veste di attori e spettatori del proprio tempo con un proficuo effetto di rifrazione, si guarda allo specchio quello che siamo.
L'incontro soprattutto come festa. Non a caso la conferenza stampa si è aperta con "La festa", cortometraggio russo che racconta attraverso un'animazione artigianale e delicata la lotta del Bene contro il Male: l'amore salva gli uomini dalla maledizione e scioglie gli incantesimi del drago di turno.
Le belle immagini del corteo finale, una donna con il suo bambino in braccio, contadini e animali che le danzano intorno, girasoli che roteano tra gli alberi in fiore, sono un'allegra trottola di colori e rendono appieno la persistente sensazione di gioia che ha intriso l'evento. Gioia che nasce dalla serietà, festoso spettacolo per gli occhi, immagini dolci come carezze. Un volto soprattutto, un volto che vale più di mille parole, quello di Ginella Vocca, il Presidente di MedFilm Festival: come se non bastassero la forte personalità e la competenza tanto più palese quanto meno esibita per capire che solo lei poteva fare questo piccolo miracolo, c'è il suo disarmante sorriso che parla per lei. Non si fa fatica a credere a chi la conosce bene e ha parlato della sua passione contagiosa. Contagi come questi producono benefici effetti a catena, i grandi ideali a volte muovono le montagne. Progetti che appartengono così intimamente a chi li ha pensati, ha dato loro una forma e una sostanza diventano creature proprie, sono figli di chi li ha generati e come tali gli somigliano. Ecco perché mi piace che sia proprio Ginella Vocca a dire l'ultima parola sul MedFilm Festival: le avevano chiesto di segnalare qualche film in particolare e lei ha confessato che dopo averne visionato più di ottocento - tante sono state le adesioni prima di passare alla selezione - li confondeva ma le era rimasta in testa una grande meraviglia.
"Andateli a vedere"- ha concluso e noi con lei - "più che potete".
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