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Cineforum

Speciale del 05 11 2004

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Speciale

Come Inguaiammo il Cinema Italiano

di Stefano Tirelli

Dopo Il Ritorno di Cagliostro, Ciprì e Maresco si dedicano a una nuova opera elogiativa della Sicilia e dei suoi artisti. Questa volta è una storia vera e, in parte, l'abbiamo vissuta tutti noi. Franco Franchi e Ciccio Ingrassia partono dalla Sicilia, senza soldi per mangiare, lavorando per passione e non per denaro, alla conquista della scena della nuova Italia. Odiati dalla critica per tutta la loro vita cinematografica, sembra che sia giunto il momento anche per Franco e Ciccio di avere un riconoscimento "ufficiale" per i loro meriti, un po' come per il trash italiano anni '70, portato di nuovo sotto le luci dei riflettori da un certa critica e, soprattutto, dall'elogio di personalità stimate come Quentin Tarantino.

Che dire di questa storica coppia, colonna portante della comicità italiana fino agli albori degli anni '90? Beh, personalmente, mi facevano ridere. Certo, ogni tanto sconfinavano un po' nella grettezza, in quella comicità fisica e gestuale un po' terra terra, ma quasi sempre riuscivano a strappare qualche risata, anche per il loro aspetto. E' questa, più o meno, la posizione dei critici intervistati da Ciprì e Maresco: si andava a vedere i film e si rideva, poi tornati a casa sul pezzo scrivevamo "che noia, che monotonia". Certo, guardando la scena dei comici odierni dove, quando non si fa satira, il picco si raggiunge con le prestazioni dei comici del Bagaglino e con le vanzinate in serie, il giudizio appare quantomeno impietoso. Anche se è innegabile che molti film della coppia non fossero molto più dignitosi di quelli dei F.lli Vanzina, come ammettono gli stessi registi. Ingrassia, magro spilungone dall'aspetto emaciato, quasi un figlio di Frankenstein, svettava di fronte al piccolo e ancora più brutto Franco Franchi, sicilianissimo, con una mimica facciale che - piaccia o no - ha ben pochi rivali nei comici della storia. Il brutto fa ridere, il brutto è comico, è una delle prime lezioni che si impara dal cabaret, regola che Ciprì e Maresco hanno decisamente sfruttato nel corso della loro carriera. Quando vedevamo Rocco Cane a Blob o a Fuori Orario, o quelle orrende parentesi in bianco e nero contenenti uno squallore concentrato, raramente riuscivamo a manifestare qualcosa di più di un risatina con un fondo di disgusto. Era chiaro però che i due giovani avevano talento e che prima o poi sarebbero stati "riconosciuti". Quest'ultimo periodo potrebbe essere riferito indistintamente ai registi o a Franco e Ciccio. La differenza fondamentale, è che gli ultimi hanno avuto un'enorme fortuna dalla loro, poiché se la critica li trattava con sufficienza e denigrazione, il pubblico li adorava e tutti i registi sapevano che scrivere i loro nomi su una locandina significava avere incassi assicurati. I poveri Franco e Ciccio, memori dell'asprezza della loro gioventù, non facevano troppo gli schizzinosi: si lavora? Ci siamo. Così, raccontano i reduci di Blob, si trovavano a fare improvvisazione sul set più che a recitare, con sceneggiature abbozzate, che erano più che altro scenografie scheletriche per i loro sketch che piacevano in qualsiasi salsa. Qualche riconoscimento, però, è arrivato anche a loro: le collaborazioni con Pasolini, Totò, Keaton, Fellini furono sicuramente un grande onore per loro, ma da citare è anche il buon Lucio Fulci, del resto pure lui sta risalendo piano piano il pozzo nero in cui l'ha gettato la critica contemporanea.

Un piccolo gioiello questo nuovo Ciprì e Maresco, che in soli 98 minuti riesce a dipingere un quadro dettagliatissimo delle vite dei due comici, addentrandosi in dettagli personali delle vita di ciascuno con cura e discrezione sufficiente a fornire anche un quadro umano della storica coppia. All'infuori di qualche stacco surreale e qualche personaggio parodizzante (il "giovane critico" Francesco Puma), manca un po' la comicità tipica di Cinico TV e Il Ritorno di Cagliostro, ma, probabilmente, questa loro scarsa presenza comica è anche un gesto di rispetto verso i veri protagonisti del film. Paradossalmente, abbiamo due coppie di comici siciliani sullo schermo, entrambe bistrattate. Franco e Ciccio odiati e derisi dalla critica, mentre incassavano miliardi con i loro film onnipresenti nelle sale, Ciprì e Maresco, con ben scarsa acclamazione popolare, che presenziano a Venezia ma non riescono a farsi strada nelle sale italiane, a parte qualche cinema d'essai. D'altra parte, loro stessi ci insegnano che il tempo riequilibrerà le cose, ma non gli auguro che anche questa volta si debba aspettare la morte di entrambi.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 2 commenti

 
 
utente
magdalene
  • commento tra l'altro voirrei ringraziare cipri' e maresco (grandissimi) per aver inserito nuove categorie estetiche "minchia che schifo, minchia che merda" nel loro film precdente :)
 
 
 
 
 
utente
jkres
  • indirizzo IP 82.56.152.221
  • data e ora Martedì 30 Gennaio 2007 [15:09]
  • commento franco e ciccio sono due miti e chim dice il contrario e un coglione
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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