31 05 2012
30 01 2012
30 11 2011
28 11 2011
MEDFILM festival: Roma al centro della cinematografia del mediterraneo
- tipo Festival
- Michela Albanese
15 11 2011
Editoriali
Vignette
Schede
Recensioni
Speciali
Rubriche
Cloache
Ring
A Dangerous Method
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
News
02 11 2013
Speciale pubblicato il 12 10 2008
Questo speciale è stato letto 13098 volte
Martelive 2008. Lo spettacolo totale.
di Antinoo
Si è conclusa l'edizione MArtelive 2008, la cui sezione dei cortometraggi per la prima volta è stata supervisionata da una sempre gentilissima e più che disponibile Rebecca Belli. Anche quest'anno abbiaMo avuto l'occasione di selezionare e giudicare tanti lavori di buona qualità, che danno la possibilità a giovani registi e ad autori più esperti di misurarsi con un pubblico eterogeneo e cimentarsi con un genere semplice solo all'apparenza. Ed anche per quest'anno posso dire di essere soddisfatto dal risultato finale che vede premiato un corto non potente e drammatico come Homo Homini Lupus di Matteo Rovere, vincitore della scorsa edizione, ma il divertente e significativo Vietato Fermarsi, di Pierlugi Ferrandini. Ma andiamo con ordine, parlando anche degli importanti premi che sono stati distribuiti, assieme alla visibilità durante il festival ESTATE LA SAPIENZA.
Primo Classificato:
Pierluigi Ferrandini - Vietato Fermarsi. Un giovane si misura con l'eredità politica ultracomunista del nonno, attualizzandola nel più divertente e utile dei modi: un delizioso affresco onirico che sfrutta atmosfera paesana, sfida ai garibaldini e disagio lavorativo di ogni giorno. Il regista vince:
distribuzione nazionale tramite ONSCREEN/CORTICONTRO
corso "filmakers design" copertura completa IED
special guest nell'edizione 2009 di ROMA3 FILM FESTIVAL
articolo nella rivista INSIDE ART+ abbonamento annuale
recensioni e visibilità nei web di settore
Secondo Classificato:
Alessandro Palazzi - Clean Man. Un semplice maniaco della pulizia dà vita ad un enorme spot incentrato sulla cura di sé e della casa, portando questa fissazione alle conseguenze più estreme. Complice il brand Clean Man. Senza lasciare traccia. O macchia. Un lavoro assolutamente geniale, veloce, dai ritmi perfetti e dalla splendida fotografia, degno dei migliori festival internazionali della pubblicità. E che, anche per questo, non poteva non riscuotere il Mio favore. Il regista vince:
distribuzione ONSCREEN/CORTICONTRO
corso "filmakers design" copertura del 50% IED
recensioni e visibilità nei web di settore
premio speciale "Musa" otorgato da SUPERGA CINEMA
Terzo Classificato:
Francesco Colangelo - Il male assoluto. Storia di una violenza familiare subita, elaborata e domata, francamente stucchevole e, per quanto mi riguarda, posizionatosi sin troppo bene in classifica, a dispetto di lavori molto più meritevoli. Uno stile di narrazione profondamente retorico e troppo patinato. Il regista vince:
distribuzione nazionale ONSCREEN/CORTICONTRO
distribuzione internazionale tramite ECHELON STUDIOS
recensioni e visibilità nei web di settore
premio AZTECA PRODUZIONI assistenza e produzione del prossimo cortometraggio
Quarto Classificato:
Michele D'Ignazio - La nostra terra praticamente. Un corto che in realtà è un viaggio di suggestioni, tramonti, dialetti del Sud e antitetica musica dei Sigur Ros. Su tutto domina un mare potente, forte, misericordioso, immenso e duro, circostanziato dalle parole di chi ogni giorno lo vive e assiste ai suoi cambiamenti. Anche imposti dalle esigenze dell'uomo, attraverso Bagnara, Scilla, Reggio Calabria, Messina e il minuscolo borgo di Pedantillo tanto arroccato sul mare quanto diroccato. Un'opera che non rispetta fedelmente le regole teoriche del cortometraggio ma che, grazie alle evocazioni di cui è capace, ha meritato ampiamente un buon piazzamento, di cui sono molto soddisfatto, trattando luoghi a Me cari, in equilibrio su uno Stretto nel quale sono cresciuto. Il regista vince:
recensioni e visibilità nei web di settore
Quinto Classificato:
David Petrucci - Enya. Una brevissima e deliziosa favola girata alla maniera del muto, in cui la curiosità viene come sempre punita, ma in maniera surreale e divertente. Il regista vince:
recensioni e visibilità nei web di settore
Sesto Classificato:
Andrea Menghini - In amore. Storia di un rapporto di coppia all'apparenza indistruttibile, pesantemente segnato da un accadimento. Sinceramente ho trovato il grande dispiegamento di mezzi assolutamente superfluo, rispetto al modesto risultato: sia nella resa visiva che di storia in sé. Il regista vince:
distribuzione internazionale tramite ECHELON STUDIOS
recensioni e visibilità nei web di settore
Settimo Classificato:
Massimiliano Davoli - 33 secondi. Bellissimo, bellissimo, bellissimo. Sicuramente meritava un posto in classifica molto superiore. Una regia acida per raccontare la Roma che non vediamo tutti i giorni sulle fiction per anime belle: tempi di regia assolutamente perfetti, 3 vicende che si materializzano, incrociano e distruggono nei famigerati 33 secondi del titolo. Il regista vince:
distribuzione internazionale tramite ECHELON STUDIOS
recensioni e visibilità nei web di settore
Ottavo Classificato:
Giorgio Galieti - Faida. Una grande celebrazione di diversi generi, giocando tutto sul filo della feroce ironia che culmina in un finale tanto imprevedibile quanto esilarante. Per puntare l'indice sul machismo che impera nei regolamenti di conti tra uomini, appunto, d'onore. Il regista vince:
recensioni e visibilità nei web di settore.
E adesso vorrei spendere parte di questa recensione per commentare alcuni dei lavori non classificati ma che necessitano di menzione, e un po' della vostra attenzione, sia in positivo che in negativo.
Roberto Griffoni & Andrea Vaccarella - Una goccia di sabbia. Narrazione visionaria in cui il protagonista è, contemporaneamente vittima e carnefice del consumismo e della continua corsa allo spreco delle risorse del nostro pianeta. Veloce come un sorso da bere. Di sabbia.
Diana De Paolis - Delay. Una periferia romana mortifera dove, grazie ad un sapiente gioco di regia, Andrea, giovane barbone emarginato, riceve la continua visita di fantasmi e visioni: conseguenza di un allucinante esperimento a cui, per denaro, si è prestato, e che decide di percorrere suo malgrado. Fino in fondo.
Fabrizio D'Errico - Una gita in città. Esperimento vintage, assolutamente poco riuscito e particolarmente soporifero, che riprende lo stile dei grandi classici del film muto, sposandolo ad una debolissima sceneggiatura: una coppia di campagnoli che, per il week end, fa una gita in città, come antitesi dell'abituale gita fuori porta.
Federico Pacifici - Tutto come prima. Il ripreso che riprende, in un gioco di specchi dall'atmosfera disturbante: un giovane regista intervista un notaio per un documentario sulle storie della gente. Il regista, però, non sa di essere lui stesso oggetto della telecamera a circuito chiuso dell'interlocutore. Tra ammissioni di colpevolezza e fantasmi da esibire e subito far sparire, tutto può essere dichiarato e poi negato, cancellando il nastro.
Alessandro Turchi - Appunti per una ricostruzione. Utilizzando uno stile moderno, isterico, colorato ed eccessivo, il regista indaga terremoto e ricostruzione di Messina, una città scossa dalle fondamenta che ha imparato a non lasciarsi più scuotere da nulla. Anche da ciò che dovrebbe suscitare il più grande sdegno: la perdita delle proprie radici. Metafora della città è la cosidetta Casa del Puparo, luogo fuori dal tempo creato alla fine del 900 dal cavaliere Giovanni Cammarata, decorato con strane statue incrostate di cocci, conchiglie e colori, in cui mio padre spesso Mi portava per incantarMi, e che sorge in una delle zone più malfamate della città, Maregrosso.
Vincenzo Peluso - Noi e gli altri. La triste vicenda, venata forse da una eccessiva dose di buonismo e retorica, di Huter: un pittbull finito nelle mani sbagliate, ad indicare come il destino, anche caratteriale, di un cane, è spesso deciso da uomini senza alcuna coscienza. Il cane che ha prestato la sua figura per il cortometraggio, infatti, è stato lui stesso avvelenato da mani sconosciute. E vigliacche.
Massimo Alì - Un'altra vacanza. Come inventarsi una vacanza fuori dai soliti giri, pur restando nella solità città. Umorismo nazionalpopolare ben confezionato e riuscito.
Peppino Mazzetta - Hecce Homo. Gran dispiego di mezzi, e di presunzione (per alcuni problemi tecnici, non dipendenti dall'organizzazione, la proiezione è solo stata rimandata di una settimana con gran strepito e parole forti da parte dei diretti interessati), per una opera dal contenuto modesto, scandita da una recitazione fin troppo impostata, poco realistica e molto molto di maniera. Lo stillicidio di uno stimato professionista e, lasciateMelo dire, di chiunque assista al corto.
Ciro D'Emilio - L'Altro. Paolo, italiano, e Fiore, rumeno, sono due manovali che poco si sopportano. A differenza della sorella del primo e del fratello del secondo. Una serie di casualità agghiaccianti porterà entrambi a vendicare un presunto sgarro con un lutto. Alla fine nessuno dei due avrà ciò che merita, perché il prezzo pagato è troppo alto. Opera di grande attualità, che pecca forse di qualche trovata un po' troppo ingenua.
Roberto Maiotti - Il piazzista. Sorprendente black commedy in cui un piazzista, costretto dagli eventi a spacciarsi per un chirurgo della mafia, mette alla prova il suo sangue freddo e la capacità di vendersi, improvvisando
Ottavio Mussari - Mu' Afah. Ceneri di Uomini. In perfetta antitesi con la feroce ironia di Faida, un corto che affronta il tema della mafia e del pizzo in maniera idealistica, infantile e un pochino troppo romanzata. Per uno spot della Coca Cola sarebbe perfetto.
Alessandro Guida - Nel nome di nessuno. Perfetto ritratto sociale e generazionale di una Italia che si (ri)scopre intollerante, dimentica di sé, specialmente per quel male assoluto che fu il fascismo, e omofoba, sin dalla primissima adolescenza. Un sabato pomeriggio durante gli allenamenti per una partita di rugby, si scontrano le esistenze di Sacha, leader cattivo e carismatico, Mirko suo rivale anche nell'affetto del padre allenatore e Andrea, segretamente e vergognosamente innamorato di Sacha e, dunque, devoto esecutore di qualsiasi ordine gli venga impartito. Ritratti memorabili, immagini accattivanti e una sceneggiatura robusta e notevole, nonostante gli esigui tempi massimi per un corto e, per questo, sicuramente più a proprio agio in un altro formato, come spero questa opera verrà adattata. C'è ancora tanto da raccontare su questi ragazzi, che hanno volti di attori giovanissimi, probabilmente alle prime esperienze ma con facce, gesti e personalità che rimangono a lungo impresse. Mi aspetto di sentirne parlare ancora. Davvero.
Andrea Tripodi - Lettere e Musica. Svenevole, adolescenziale e un po' noioso racconto di Federico: scrittore perditempo in crisi artistica, a cui viene commissionato un video musicale e acuisce la sua incapacità creativa a causa del trasferimento della ragazza in America. Capirà che solo accanto a lei è possibile creare, e la raggiungerà. Mamma mia.
Marco Fabiano - Foto di famiglia. Tentativo, solo in parte riuscito, di narrare su due piani temporali, le vicende accadute tra i monti dell'Emilia: nello stesso casolare si scontreranno e uccideranno nazisti e partigiani. Nello stesso si incontreranno, casualmente per una notte, ragazze e giovani di entrambi i paesi: bevendo, studiandosi e facendo l'amore, senza comprendersi bene. E nemmeno sospettare il legame di morte che li lega a quel posto.
Matteo Malatesta - 2001: A coffee odyssey. La divertente vicenda di una caffettiera e dei tentativi di emettere un buon caffè, al ritmo di Strauss.
Marco Rosson - Metastasi. Serrata narrazione del tema ciclico della tossicodipendenza, da parte di Alan. Che, nemmeno alla fine, smetterà di correre in cerchio.
Salvatore D'Alia - Quelle labbra io le ho baciate. Una visionaria autopsia durante la quale il cadavere riconosce nel dottore il suo primo amore perduto.
Ancora una volta, quindi, MArtelive lo spettacolo totale si conferma un appuntamento importante, autorevole e da non perdere per quanto riguarda i nuovi talenti in giro per l'Italia. La manifestazione di Roma non è che la punta dell'iceberg di un appuntamento che ha sede in varie parti del Nostro paese per sperimentare, crescere e venire a contatto con una realtà altrimenti fin troppo nascosta e che merita ti essere riconosciuta, premiata e diffusa. Come ho cercato di fare con questa lunga e il più accurata possibile recensione.
Primo Classificato:
Pierluigi Ferrandini - Vietato Fermarsi. Un giovane si misura con l'eredità politica ultracomunista del nonno, attualizzandola nel più divertente e utile dei modi: un delizioso affresco onirico che sfrutta atmosfera paesana, sfida ai garibaldini e disagio lavorativo di ogni giorno. Il regista vince:
distribuzione nazionale tramite ONSCREEN/CORTICONTRO
corso "filmakers design" copertura completa IED
special guest nell'edizione 2009 di ROMA3 FILM FESTIVAL
articolo nella rivista INSIDE ART+ abbonamento annuale
recensioni e visibilità nei web di settore
Secondo Classificato:
Alessandro Palazzi - Clean Man. Un semplice maniaco della pulizia dà vita ad un enorme spot incentrato sulla cura di sé e della casa, portando questa fissazione alle conseguenze più estreme. Complice il brand Clean Man. Senza lasciare traccia. O macchia. Un lavoro assolutamente geniale, veloce, dai ritmi perfetti e dalla splendida fotografia, degno dei migliori festival internazionali della pubblicità. E che, anche per questo, non poteva non riscuotere il Mio favore. Il regista vince:
distribuzione ONSCREEN/CORTICONTRO
corso "filmakers design" copertura del 50% IED
recensioni e visibilità nei web di settore
premio speciale "Musa" otorgato da SUPERGA CINEMA
Terzo Classificato:
Francesco Colangelo - Il male assoluto. Storia di una violenza familiare subita, elaborata e domata, francamente stucchevole e, per quanto mi riguarda, posizionatosi sin troppo bene in classifica, a dispetto di lavori molto più meritevoli. Uno stile di narrazione profondamente retorico e troppo patinato. Il regista vince:
distribuzione nazionale ONSCREEN/CORTICONTRO
distribuzione internazionale tramite ECHELON STUDIOS
recensioni e visibilità nei web di settore
premio AZTECA PRODUZIONI assistenza e produzione del prossimo cortometraggio
Quarto Classificato:
Michele D'Ignazio - La nostra terra praticamente. Un corto che in realtà è un viaggio di suggestioni, tramonti, dialetti del Sud e antitetica musica dei Sigur Ros. Su tutto domina un mare potente, forte, misericordioso, immenso e duro, circostanziato dalle parole di chi ogni giorno lo vive e assiste ai suoi cambiamenti. Anche imposti dalle esigenze dell'uomo, attraverso Bagnara, Scilla, Reggio Calabria, Messina e il minuscolo borgo di Pedantillo tanto arroccato sul mare quanto diroccato. Un'opera che non rispetta fedelmente le regole teoriche del cortometraggio ma che, grazie alle evocazioni di cui è capace, ha meritato ampiamente un buon piazzamento, di cui sono molto soddisfatto, trattando luoghi a Me cari, in equilibrio su uno Stretto nel quale sono cresciuto. Il regista vince:
recensioni e visibilità nei web di settore
Quinto Classificato:
David Petrucci - Enya. Una brevissima e deliziosa favola girata alla maniera del muto, in cui la curiosità viene come sempre punita, ma in maniera surreale e divertente. Il regista vince:
recensioni e visibilità nei web di settore
Sesto Classificato:
Andrea Menghini - In amore. Storia di un rapporto di coppia all'apparenza indistruttibile, pesantemente segnato da un accadimento. Sinceramente ho trovato il grande dispiegamento di mezzi assolutamente superfluo, rispetto al modesto risultato: sia nella resa visiva che di storia in sé. Il regista vince:
distribuzione internazionale tramite ECHELON STUDIOS
recensioni e visibilità nei web di settore
Settimo Classificato:
Massimiliano Davoli - 33 secondi. Bellissimo, bellissimo, bellissimo. Sicuramente meritava un posto in classifica molto superiore. Una regia acida per raccontare la Roma che non vediamo tutti i giorni sulle fiction per anime belle: tempi di regia assolutamente perfetti, 3 vicende che si materializzano, incrociano e distruggono nei famigerati 33 secondi del titolo. Il regista vince:
distribuzione internazionale tramite ECHELON STUDIOS
recensioni e visibilità nei web di settore
Ottavo Classificato:
Giorgio Galieti - Faida. Una grande celebrazione di diversi generi, giocando tutto sul filo della feroce ironia che culmina in un finale tanto imprevedibile quanto esilarante. Per puntare l'indice sul machismo che impera nei regolamenti di conti tra uomini, appunto, d'onore. Il regista vince:
recensioni e visibilità nei web di settore.
E adesso vorrei spendere parte di questa recensione per commentare alcuni dei lavori non classificati ma che necessitano di menzione, e un po' della vostra attenzione, sia in positivo che in negativo.
Roberto Griffoni & Andrea Vaccarella - Una goccia di sabbia. Narrazione visionaria in cui il protagonista è, contemporaneamente vittima e carnefice del consumismo e della continua corsa allo spreco delle risorse del nostro pianeta. Veloce come un sorso da bere. Di sabbia.
Diana De Paolis - Delay. Una periferia romana mortifera dove, grazie ad un sapiente gioco di regia, Andrea, giovane barbone emarginato, riceve la continua visita di fantasmi e visioni: conseguenza di un allucinante esperimento a cui, per denaro, si è prestato, e che decide di percorrere suo malgrado. Fino in fondo.
Fabrizio D'Errico - Una gita in città. Esperimento vintage, assolutamente poco riuscito e particolarmente soporifero, che riprende lo stile dei grandi classici del film muto, sposandolo ad una debolissima sceneggiatura: una coppia di campagnoli che, per il week end, fa una gita in città, come antitesi dell'abituale gita fuori porta.
Federico Pacifici - Tutto come prima. Il ripreso che riprende, in un gioco di specchi dall'atmosfera disturbante: un giovane regista intervista un notaio per un documentario sulle storie della gente. Il regista, però, non sa di essere lui stesso oggetto della telecamera a circuito chiuso dell'interlocutore. Tra ammissioni di colpevolezza e fantasmi da esibire e subito far sparire, tutto può essere dichiarato e poi negato, cancellando il nastro.
Alessandro Turchi - Appunti per una ricostruzione. Utilizzando uno stile moderno, isterico, colorato ed eccessivo, il regista indaga terremoto e ricostruzione di Messina, una città scossa dalle fondamenta che ha imparato a non lasciarsi più scuotere da nulla. Anche da ciò che dovrebbe suscitare il più grande sdegno: la perdita delle proprie radici. Metafora della città è la cosidetta Casa del Puparo, luogo fuori dal tempo creato alla fine del 900 dal cavaliere Giovanni Cammarata, decorato con strane statue incrostate di cocci, conchiglie e colori, in cui mio padre spesso Mi portava per incantarMi, e che sorge in una delle zone più malfamate della città, Maregrosso.
Vincenzo Peluso - Noi e gli altri. La triste vicenda, venata forse da una eccessiva dose di buonismo e retorica, di Huter: un pittbull finito nelle mani sbagliate, ad indicare come il destino, anche caratteriale, di un cane, è spesso deciso da uomini senza alcuna coscienza. Il cane che ha prestato la sua figura per il cortometraggio, infatti, è stato lui stesso avvelenato da mani sconosciute. E vigliacche.
Massimo Alì - Un'altra vacanza. Come inventarsi una vacanza fuori dai soliti giri, pur restando nella solità città. Umorismo nazionalpopolare ben confezionato e riuscito.
Peppino Mazzetta - Hecce Homo. Gran dispiego di mezzi, e di presunzione (per alcuni problemi tecnici, non dipendenti dall'organizzazione, la proiezione è solo stata rimandata di una settimana con gran strepito e parole forti da parte dei diretti interessati), per una opera dal contenuto modesto, scandita da una recitazione fin troppo impostata, poco realistica e molto molto di maniera. Lo stillicidio di uno stimato professionista e, lasciateMelo dire, di chiunque assista al corto.
Ciro D'Emilio - L'Altro. Paolo, italiano, e Fiore, rumeno, sono due manovali che poco si sopportano. A differenza della sorella del primo e del fratello del secondo. Una serie di casualità agghiaccianti porterà entrambi a vendicare un presunto sgarro con un lutto. Alla fine nessuno dei due avrà ciò che merita, perché il prezzo pagato è troppo alto. Opera di grande attualità, che pecca forse di qualche trovata un po' troppo ingenua.
Roberto Maiotti - Il piazzista. Sorprendente black commedy in cui un piazzista, costretto dagli eventi a spacciarsi per un chirurgo della mafia, mette alla prova il suo sangue freddo e la capacità di vendersi, improvvisando
Ottavio Mussari - Mu' Afah. Ceneri di Uomini. In perfetta antitesi con la feroce ironia di Faida, un corto che affronta il tema della mafia e del pizzo in maniera idealistica, infantile e un pochino troppo romanzata. Per uno spot della Coca Cola sarebbe perfetto.
Alessandro Guida - Nel nome di nessuno. Perfetto ritratto sociale e generazionale di una Italia che si (ri)scopre intollerante, dimentica di sé, specialmente per quel male assoluto che fu il fascismo, e omofoba, sin dalla primissima adolescenza. Un sabato pomeriggio durante gli allenamenti per una partita di rugby, si scontrano le esistenze di Sacha, leader cattivo e carismatico, Mirko suo rivale anche nell'affetto del padre allenatore e Andrea, segretamente e vergognosamente innamorato di Sacha e, dunque, devoto esecutore di qualsiasi ordine gli venga impartito. Ritratti memorabili, immagini accattivanti e una sceneggiatura robusta e notevole, nonostante gli esigui tempi massimi per un corto e, per questo, sicuramente più a proprio agio in un altro formato, come spero questa opera verrà adattata. C'è ancora tanto da raccontare su questi ragazzi, che hanno volti di attori giovanissimi, probabilmente alle prime esperienze ma con facce, gesti e personalità che rimangono a lungo impresse. Mi aspetto di sentirne parlare ancora. Davvero.
Andrea Tripodi - Lettere e Musica. Svenevole, adolescenziale e un po' noioso racconto di Federico: scrittore perditempo in crisi artistica, a cui viene commissionato un video musicale e acuisce la sua incapacità creativa a causa del trasferimento della ragazza in America. Capirà che solo accanto a lei è possibile creare, e la raggiungerà. Mamma mia.
Marco Fabiano - Foto di famiglia. Tentativo, solo in parte riuscito, di narrare su due piani temporali, le vicende accadute tra i monti dell'Emilia: nello stesso casolare si scontreranno e uccideranno nazisti e partigiani. Nello stesso si incontreranno, casualmente per una notte, ragazze e giovani di entrambi i paesi: bevendo, studiandosi e facendo l'amore, senza comprendersi bene. E nemmeno sospettare il legame di morte che li lega a quel posto.
Matteo Malatesta - 2001: A coffee odyssey. La divertente vicenda di una caffettiera e dei tentativi di emettere un buon caffè, al ritmo di Strauss.
Marco Rosson - Metastasi. Serrata narrazione del tema ciclico della tossicodipendenza, da parte di Alan. Che, nemmeno alla fine, smetterà di correre in cerchio.
Salvatore D'Alia - Quelle labbra io le ho baciate. Una visionaria autopsia durante la quale il cadavere riconosce nel dottore il suo primo amore perduto.
Ancora una volta, quindi, MArtelive lo spettacolo totale si conferma un appuntamento importante, autorevole e da non perdere per quanto riguarda i nuovi talenti in giro per l'Italia. La manifestazione di Roma non è che la punta dell'iceberg di un appuntamento che ha sede in varie parti del Nostro paese per sperimentare, crescere e venire a contatto con una realtà altrimenti fin troppo nascosta e che merita ti essere riconosciuta, premiata e diffusa. Come ho cercato di fare con questa lunga e il più accurata possibile recensione.
Partecipa
Cosa aspetti a diventare un utente registrato?
Queste funzioni sono abilitate soltanto per gli utenti registrati. Si possono votare i film ed esprimere opinioni su registi, attori o su qualunque altro aspetto riguardante le pellicole, si può commentare quanto scritto nelle recensioni e negli articoli e concordare o dissentire. Gli utenti registrati hanno inoltre accesso a molte altre funzioni personalizzate sul sito. Basta un minuto, registrati e fai sentire la tua voce.
Pubblicità