"My name is Alice. I worked for the Umbrella Corporation".

Oh, ciao Alice, mi ricordo di te, mi hai insegnato come comportarmi coi fidanzati cattivi, colpo netto e un nostalgico "Mi manchi gia'", si sa che alcuni uomini perdono la testa per niente. Non appena ho saputo che ti avrei potuta incontrare di nuovo mi sono esaltata: altre lezioni di vita! Tu mi sei apparsa, o Milla (Jovovich) magnifica con addosso due straccetti bianchi e una pettinatura punk, un'inedita consapevolezza di passato e futuro e l'aria di chi ha passato tutto il tempo a guardare film per citarli alla prima occasione utile.

A Raccoon City e' successo un gran casino, un paio di furboni si sono messi in mente di tornare ad aprire l'alveare (quelli di film ne hanno visti pochissimi), in due minuti il virus si e' propagato, sono arrivati i macchinoni neri a prelevare gli scienziati e tutti gli altri sono stati chiusi nella citta' con la prospettiva di essere divorati dai non morti. Tra la carne a macello c'e' un gruppo di agenti molto speciali, una task force imbattibile composta per la maggior parte da uomini armati fino ai denti e ricoperti quasi interamente da indumenti antiproiettili accompagnati da una donna, Gill Valentine per la precisione, top azzurro e gonna microscopica nera, lei si toglie giusto i tacchi a spillo a inizio film, scelta oculata. Ora, io dico, i giubbotti antiproiettile non servono a niente con gli zombie, lo sanno anche i bambini, ma qualche arma in piu' poteva pure raccattarla Gill! Sin dall'inizio si delineano i gruppi, quelli che non muoiono subito si rinchiudono in una chiesa ed e' proprio li' che mi sei apparsa, o dea. Prima di salvare vite umane, pero', hai pensato bene di vestirti, anche tu hai evitato l'antiproiettile e hai optato per canotta striminzita sormontata da top a rete e jeans attillati, un elegantissimo finto casuale. L'entrata in chiesa a cavalcioni della moto pare abbia fatto vergognare il Tom Cruise di Mission Impossible: 2.

E qui hanno inizio le lezioni per le quali, ovviamente, rimando alle immagini. Quello che ho imparato pero' si puo' rivelare. Le chiese sono luoghi molto pericolosi, mai entrare disarmate in chiesa, mai andare nell'abitazione del parroco. Se devi far fuori qualcuno in una chiesa fa molta scena stenderlo facendogli piombare addosso un crocifisso. Se tentano di non farti entrare in moto, cambia chiesa. Se sei in un film di zombie, inoltre, evita di fare melina nei cimiteri, e' vero che a rigor di logica quei morti non dovrebbero essere stati contagiati dal virus T, ma Hollywood a volte si distrae e tu ti ritrovi tutta graffiata. Gli zombie quando rinascono post mortem, approfittano alla grande della situazione e non vanno al lavoro, stanno in giro come lazzaroni a cercare gente da mangiare. C'e' pero' un'eccezione: le prostitute. Questa particolare categoria lavorativa, forse per via del fatto di non aver mai avuto un sindacato, anche da zombie continua a lavorare. Una bella sfiga e una bella indicazione circa la scelta della professione in vista di una possibile rinascita zombie. Altro fattore da considerare e' che i non morti sono sempre vestiti malissimo, basterebbe guardare il loro abbigliamento per avere l'istinto di sparargli in testa, io mi farei vaccinare anche solo per questo. Altroche' antinfluenzale, voglio l'antizombie per non finire a ciondolare orribilmente con addosso un tailleur lacero firmato Marta Marzotto! Non vorrei passare per superficiale, anche gli aspetti morali di questo film mi hanno insegnato qualcosa e quelli sociologici. Se lavori per una multinazionale, a un certo punto ti svegli su un lettino da sala operatoria e hai la pupilla esagonale, fatti qualche domanda. Te ne suggerisco alcune: "perche' non ho scelto un lavoro etico e sostenibile a livello ambientale? Dov'e' finito il mio libero arbitrio? Cosa mi metto per uscire di qui?". Ho imparato quasi tutto.

My name is Magdalene and I remember everything.