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Sam, Bruce e le innovazioni al cinema
di Sara Troilo
Sabrina Negri legge The Gift anche alla luce dell'apporto all'opera della protagonista Cate Blanchett e del personaggio che questa interpreta. L'andamento stilistico del film è qui definito più maturo rispetto a un Evil Dead (La casa) e la differenza è dichiarata nell'incipit del film dove la sequenza del bosco ci trasporta in una dmensione nuova e più contemplativa rispetto all'effetto ottenuto dalla shakey-cam utilizzata ne La casa. Il curatore del volume ha scritto il saggio su La casa 2 (1987) e L'armata delle tenebre (1992) in cui teorizza un'epica dell'horror tratteggiata ne L'armata delle tenebre (e smitizzata dal protagonista Ash - Bruce Campbell) e la forza della comicità e dell'ambientazione medievale del film. Segue la sezione del libro denominata "forum" dove la denominazione non viene meglio precisata. Apre tale sezione il discorso di Michele Tosolini a proposito di Darkman (1990), l'eroe tormentato e complesso, nato dalle tenebre della ragione. Tosolini prende in considerazione i riferimenti che ha utilizzato Raimi nella costruzione del personaggio che, per quanto assimilabile a supereroi quali Batman e Spider-Man, ha più attinenze con gli eroi del fumetto Anni '30, come Doc Savage e The Shadow, uniti a influenze cinematografiche che rimandano al fantasma dell'Opera, al dottor Phibes e all'uomo invisibile. Per quanto riguarda la forma del racconto e la sua ambientazione, invece, si deve pensare a James Bond (nella grande scena d'azione) e a Metropolis di Fritz Lang. La linea tradizionalista imposta dalla Universal Pictures che ha prodotto il film a tratti lascia emergere in pieno la mano di Raimi: nella verisimiglianza accostata a estremizzazioni ironiche e nelle riprese spericolate.
Ai saggi citati se ne aggiungono altri, non ultimo quello che chiude l'opera, interamente dedicato a Bruce Campbell e di natura più biografica, ma ciò che manca è un filo conduttore o, più precisamente, una struttura atta ad accoglierli e a valorizzarli. Va però detto che questo saggio non ha quasi compagni in Italia. Al di là del breve volume curato da Georgette Ranucci e Stefanella Ughi, infatti, non c'è traccia di disquisizioni sull'opera di Sam Raimi e anche per questo Il cinema di Sam Raimi merita attenzione.
Fabio Zanello (a cura di). Il cinema di Sam Raimi. Edizioni Il Foglio, 2006
12,00
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