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Rubrica del 21 12 2006

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Rubrica

Herschell Gordon Lewis: il cinema non è un'arte

di Eleonora Fontana

HERSCHELL GORDON LEWIS - THE GOREFATHER

Di Michele Tosolini

Michele Tosolini ci introduce nell'opera di un uomo che ha sempre dichiarato di non considerare il cinema un'arte, bensì un mezzo per arricchirsi: Herschell Gordon Lewis ha guardato verso le pellicole che ha girato con gli occhi di un imprenditore, intuendo spesso il modo migliore per produrre film senza qualità che fossero semplicemente in grado di intrattenere, mostrando al pubblico ciò che più in quel momento voleva vedere.
Interessante e molto scorrevole la presentazione che Tosolini ci propone: una breve introduzione alla situazione cinematografica degli anni '50/'60, la nascita del cinema di exploitation brevemente ma sapientemente riassunta prosegue con l'introduzione alla figura del regista.
Lewis, professore universitario di inglese e giornalismo presso l'università del Mississipi lascia la cattedra per entrare a far parte del mondo dei media, dal campo pubblicitario a quello televisivo salta presto nel cinema, ma a dispetto della sua cultura Lewis si dirige verso un cinema più che commerciale con il solo scopo di guadagnare molto spendendo poco. Dalle tematiche sessuali a quelle horror che arrivano poco dopo, la parola d'ordine è mostrare al pubblico ciò da cui è inconsciamente attratto, il sesso, la violenza, il sangue, la morte. La formula di Herschell Gordon Lewis funziona, più che un buon regista Lewis è (come spiega bene Tosolini) un grande imprenditore e il cinema è solo una delle industrie che l'ha portato ad una grande floridità economica.
Non c'è una poetica da studiare quindi, non ci sono studi di immagini, sceneggiature e scenografie da analizzare: per questo Herschell Gordon Lewis è stato raramente oggetto di studio da parte dei manuali cinematografici o dei critici. Tosolini però ha realizzato un ottimo studio presentando in questo libro l'altra faccia del cinema, quella meno analizzata e intorno alla quale la letteratura non si è quasi mai soffermata, e lo ha fatto con un ottimo linguaggio, settoriale al punto giusto e una buona composizione che riesce a rendere interessante questo poliedrico personaggio anche agli occhi di chi il cinema lo concepisce diversamente, di chi non è interessato ai film da botteghino e vede molta arte dietro un'immagine.
Lo studio su Herschell di Tosolini si sviluppa attraverso l'analisi dettaggliata dei suoi film che si possono dividere in due categorie : il nudie-cutie e il gore. Nonostante il sesso sia per tutta la sua carriera una tematica molto prsente nelle sue opere, Herschell Gordon Lewis è considerato il padre del genere gore, genere che egli inaugura nel 1963 con Blood Feast e che quasi chiude con il film The gore gore girls nel 1972 per poi tornare nel 2002 con Blood Feast 2, rivendicando la paternità del genere horror e di tutti quegli artifici scenici ormai tipici di questo tipo di cinema.

Il libro contiene inoltre due interessanti interviste: a Lewis e a Tim Sullivan.

 
 
 
 
 
 
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