- tipo Fuori sincrono
- Keivan Karimi
- tipo Fuori sincrono
- Keivan Karimi
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Presentazione "Primissimo Piano"
di Antinoo
52 interviste fatte a protagonisti del cinema, italiano e non solo, racchiuse nel volume edito dall'Ente dello Spettacolo. Attori, registi e volti nuovi raccontano la propria esperienza, rivangando il passato e anticipando il futuro del cinema. Da Cristina Comencini a Jasmine Trinca, passando per Abel Ferrara e Ferzan Ozpetek, anche se sorvolerei, appunto, su Fabio Volo. Il prezzo è di 20 euro. E questa sarebbe una recensione fatta a modino. Ma non è il Mio stile. Più verosimilmente:
l'autore dal sorriso di piombo Mi vede, Mi saluta calorosamente, come se Mi riconoscesse. Dicasi "chiara attestazione di fascino". O semplice atteggiamento mellifluo da incantatore, quale la sua favella lo incoronerà. L'opera in questione è definita "libro speciale per persone speciali" (?) perchè attori o registi. Parla di Cinema Italiano, principalmente, "variegato perchè variegato chi lo fa".
IO non me ne accorgo (e Mi vengono in mente un sacco di stereotipi da "tu vo' fa l'americano" ma virtualmente taccio). Un antico attore, uso Corazzata Potemkin (film che, tra l'altro, dura solo 70 minuti), elucubra una serie di cliché sulla dicotomia Cinema-Tv, con correlati atteggiamenti snobistici circa la fiction. Il regista Matteo Garrone, pseudogentile e realmente figo, fa notare che l'eventuale degenerazione della fiction attuale affonda le sue radici nella valida cinematografia nazionale degli anni '70, finchè si arriva a citare (finalmente) "Orgoglio": polpettone che, grazie a Dio (prego!), non ho mai visto, ma di cui ho una mezza idea, e il povero regista de L'Imbalsamatore si trova costretto a barcamenarsi tra individui che amano a domanda rispondere con un altro argomento. Con la minchia discretamente girata, e a ragione, lascia tranquillamente loro il campo, e suscita in Me il desiderio di seguirne, alla lettera, la direzione, ma il dovere prima di tutto.
Il regista Giuseppe Piccioni, esibisce un po' di pose e di ricca retorica, proponendo un canale italiano dedicati ai film, mai intramezzati da pubblicità, e la crisi delle sale, con un discorso che sa di rimpianto dell'epigrafia ora che c'è la biro. L'attore Luca Martella fa l'elogio di figure carismatiche quali Fabio Volo, al che sono biondo e liscio, mentre un altro attore in erba, della stessa nuance di cui sopra, ma talmente pettinato da non potersi permettere di parlare di passione per il cinema, gli dà man forte.
Per ultimo interviene l'autore che, con tono pacato da buon parroco, afferma di non aver voluto incontrare attori o registi, ma Persone. Il resto è un'ovvia chiacchierata tra "anime belle".
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