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Rubrica del 30 03 2005

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Rubrica

Come sparare sulla croce rossa (senza pentirsi).

di Magdalene

Purtroppo mi sono persa la spassosa proiezione veneziana dell'ultima fatica di Michele Placido, pare infatti che la sala abbia partecipato con entusiasmo a suon di fischi e sonore risate. Esclusa la visione di Ovunque sei priva del commento del pubblico da festival, ecco il fischiatissimo apparirmi su supporto digitale in una visione (masochista) in DVD. I canoni di un certo filone dell'attuale cinema italiano sembrano essere assai rigidi: necessiaramente deve apparire Accorsi (o Muccino fratello), deve trattare di coppie in crisi e non deve contenere nessun riferimento all'attualita' politica patria. Placido poi ha voluto strafare e ha piazzato anche la parente nel cast: et voila' Violante Placido torna, dopo averci fatto cariare i denti nella disgustosa interpretazione in Jack Frusciante e' uscito dal gruppo. La storia non e' originalissima: Accorsi e la Bobulova sono entrambi medici e sono sposati, hanno una bambina inquietante che ha la stessa grazia nel parlare del Lorenzo di Corrado Guzzanti e una terribile crisi matrimoniale. In una notte lei se la fa con un altro chirurgo (Stefano Dionisi) , lui si innamora di Violante Placido e durante un giro in ambulanza la riempie di luoghi comuni infarciti di dettagli anatomici. Da li' in poi il film si trasforma in un sottoprodotto di Ghost e de Il sesto senso mantenendo netta la linea di demarcazione tra l'amor puro e buono di Accorsi-Placido e dell'amore carnale e cattivo di Bobulova-Dionisi.

Sarebbe troppo facile dire che il miglior attore del film e' il golden retriever, il fatto e' che corrisponde al vero e lo dimostrano i credits di Ovunque sei dove il cane non e' nemmeno nominato, ovvio che il golden ha preso le distanze dopo aver visto il film montato. Ancora piu' banale sarebbe affermare che la sceneggiatura e' involontariamente ridicola, eppure essa stessa lo testimonia, ecco uno stralcio del monologo di Stefano Accorsi che impartisce lezioni di primo soccorso ai volontari del servizio ambulanze: "…il punto e' questo: il punto e' che non dovete sbagliare mai! Ricordatevi che ogni secondo male impiegato lo regalate ai vostri avversari, la malattia e la morte… il lavoro di primo soccorso e' per sua natura drammatico. Venticinque minuti fanno la differenza tra soccorrere un malato grave e trovare un morto. Servono nervi solidi, competenza e un cronometro qui, al posto del cuore…" Enfasi, decametri di enfasi supportano ogni parola e lo stralcio citato e' soltanto l'inizio. La scena dell'esame universitario e' da annali del cinema, Violante Placido con il solito sguardo sognante e il sorrisetto malizioso da santa furbetta, sta sostenendo un esame universitario, un esame di Medicina, e il professore le chiede in che tempo risieda l'amore. La domanda e' tipica da esame di Medicina, si'. La tonta risponde che l'amore risiede nel futuro, il professore dice che risiede nel passato e da li' parte tutta una sconclusionata prova del fatto che l'amore e' solo ricordo rinnovato dell'amore infantile. Non c'e' molto da dire, soltanto questo: c'e' da rimpiangere il "cronometro al posto del cuore".

Gia' in partenza la vicenda narrata era quanto di meno interessante ci fosse in circolazione, al confronto con i servizi da Pulitzer dei TG nazionali sul prezzo delle zucchine, sui saldi veri affari o truffe e sui matrimoni dei regnanti d'Europa, l'ennesima cronaca di corna riesce a uscirne sconfitta. Di sicuro la scelta di confondere le acque ammazzando due fedifraghi su quattro non mantiene alta l'attenzione, ne' rende plausibile lo scontro dei soliti Accorsi e Placido figlia su una sventurata coccinella che prima si posa su di lei, poi su di lui e infine vola via, essendo un insetto sensato. E attenzione! In un rimando tanto complesso di senso e sovrasenso che non si sottovaluti l'emblematica coccinella (brava anche lei, non ai livelli del golden retriever, ma brava) quando diviene l'esplicita metafora della fortuna condivisa e degli screzi amorosi. In un dialogo paradossale, questa innocente bestiolina solleva un'ampia digressione (che nemmeno Raffaele Morelli sarebbe in grado di dirimere) sulla condivisione della fortuna e sulla gelosia. Difficile stabilire quale sia il punto piu' alto di tutto il film, la densita' dei significati lascia attoniti e la certezza che Ovunque sei sia un'immane stronzata si fa largo fino a diventare una scritta al neon nella notte piu' buia che mai il mondo abbia concepito. Quest'epifania ha un riscontro anche visivo: Violante Placido sempre con il monosorrisetto, ma con un cappellino di piume, si agita sopra un palcoscenico. Accorsi sale su quel palcoscenico e la bacia. Lo spettatore ride forte e pensa di andarsene, eppure un pensiero lo trattiene. Qualcosa proprio non gli torna. Il lancio semiufficiale del film prometteva di svelare le nudita' dei due magnifici attori Accorsi e Placido. Ed ecco la foto dell'ultima inquadratura del film. Se per problemi vostri siete incuriositi dal pisello di Stefano Accorsi o dalle tette di Violante Placido, non c'e' bisogno di espiare con la visione completa dell'opera. Non ci sono colpe, ne' giudizi. Solo un sito amico che vi viene incontro.

I cani, i verbi e il cinema. (trova l'intruso)

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 24 commenti

 
 
utente
Tino
  • commento Io ci ho visto punti di contatto con Jack Frusciante: stesso attore inutile, stesso film inutile, stesso effetto lassativo... Ma chi era la protagonista femminile allora, by the way?
 
 
 
 
 
utente
fede
  • commento meglio accorsi nudo che placido nudo ma l'avete visto nell'odore del sangue?fa venire il vomito e ha avuto pure il coraggio di pavoneggiare le sue flaccidità
 
 
 
 
 
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fml
  • commento ciao
 
 
 
 
 
utente
bea
  • commento grazie di cuore ti voglio bene
 
 
 
 
 
utente
Sara
  • commento Bea, se dici a me, grazie,ti voglio bene anch'io :)
 
 
 
 
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