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Effetti collaterali
Rubrica del 22 01 2005
Nicotina: Smettere di fumare uccide
di Luigi Faragalli
"Come si può evincere lo Stato interviene in modo deciso sui tabacchi lavorati penalizzandone il consumo con una tassazione che sfiora il 75% del prezzo finale".
Quello che frega i luridi comunisti come me è una chiara visione distorta della realtà. Lo dicono i telegiornali riportando le frasi delle più alte cariche dello Stato, deve essere vero quindi, io sono una specie di malato di mente.
La mia malattia è strana, mi porta a non accettare immediatamente quel che leggo, o vedo, o mi viene detto, senza pensare. Prendete questa frase estratta dal sito ufficiale dei Monopoli di Stato italiani, è chiara, no?
Lo Stato combatte la diffusione del tabacco, e ok, ma come lo fa? Vendendolo e guadagnandoci un sacco, tre quarti del costo di ogni pacchetto. Logico, no? Talmente logico che viene da chiedersi perché non farlo anche con tutto quello che rovina la salute ed il cui consumo è da disincentivare. Monopolio di Stato per l'eroina, per la cocaina, per gli acidi e per le patate fritte.
Dove sta la differenza?
Anche le percentuali mi convincono, un 10% allo spacciatore ed un 15% a chi produce, si potrebbe fare, dove starebbe la differenza morale?
Dunque, in questa disastrata Italia pronta a recepire qualunque isteria come fosse la cosa più naturale del mondo si perde ogni giorno qualche libertà e nessuno si preoccupa più di tanto, si sa, le rivoluzioni sono cose per gente seria, noi siamo sempre stati storicamente più bravi a scivolare verso le dittature.
Prendiamo una fetta di cittadini che, giuridicamente, non compie nessun reato, ovvero i fumatori. Questi cittadini, ribadiamolo, secondo la legge non fanno nulla di male tuttavia, per quanto incredibile possa sembrare, lo Stato causa loro sofferenza, infligge in qualche modo delle pene, pur non esistendo alcuna violazione di alcuna norma. Un fumatore che non fuma soffre, la nicotina è a tutti gli effetti una droga e dà dipendenza, molto più della marijuana, per dirne una, smettere di farsi le canne è un gioco da ragazzi, smettere di fumare un'impresa titanica. A fronte di questa evidenza ai fumatori oggi viene impedito di prendere un treno a lunga percorrenza, oppure di andare a mangiare fuori, oppure di andare a ballare, senza incappare in una bella crisi d'astinenza. Senza contare che noi abbiamo i peggiori non fumatori del mondo, un branco di attaccabrighe stracciamaroni con cui un fumatore, spesso brava ed onesta persona, è costretto a litigare in continuazione, anche quando fuma dove può. Una situazione davvero tragicomica, in cui si discrimina e si criminalizza chi, ripetiamolo, non commette alcun reato.
Senza darci una regolata tutto questo non potrà che portare a milioni di italiani estremamente nervosi in giro per la nazione, ed a me non sembra una buona cosa, soprattutto dopo la visione di Nicotina di Hugo Rodriguez.
Andando a vedere un piccolo film come Nicotina - La vita senza filtro si imparano un sacco di cose, la prima è che in Messico le sigarette si vendono in farmacia. Cosa che mi sembra adeguata in modo straordinariamente lampante, considerati gli effetti che ha il tabacco, vedi l'azione psico-eccitante e l'indiscutibile efficacia come coadiuvante della concetrazione, pur con qualche piccolo e sgradevole effetto collaterale, cancro, enfisema, problemi circolatori e via dicendo. Avete fatto caso a quanti farmaci hanno come possibile effetto collaterale la morte? Certo, è un'eventualità remota per molti di essi, eh.
Se non ricordo male finanche gli assorbenti interni in alcuni rarissimi casi possono uccidere, non chiedetemi come mi sia capitato di leggere il bugiardino dei Tampax, non saprei cosa rispondervi.
La seconda cosa che si impara andando a vedere un piccolo film come Nicotina è che i distributori italiani non sono capaci di tradurre decentemente non dico un titolo ma nemmeno un sottotitolo, e se non loro insomma valga l'accusa per chiunque abbia questa colpa.
Cuando el destino te da el golpe infatti calza al film come la plastichetta trasparente al pacchetto di sigarette, contrariamente a La vita senza filtro che è invece adeguato quanto Carlo Rossella alla direzione di un Tg.
E' infatti il destino il cardine del film, e le coincidenze, come in un Ore 11:14 - Destino fatale che però si prende molto meno sul serio. Una strepitosa colonna sonora composta da tal Terrestre, la cui grandezza si intuisce già dall'eccezionale cover di Fiebre di César Costa, brano dopo brano ci accompagna in giro per un piccolissimo angolo di Città del Messico, dalle 21:17 in poi.
Abbiamo un imbranato esperto di computer, una vicina musicista, due russi, due piccoli malavitosi locali, una coppia di farmacisti in crisi matrimoniale, una coppia di barbieri in crisi finanziaria, qualche poliziotto, qualche cane, qualcuno che passa per caso dalle parti della vicenda.
Tanto humor nero ed una serie di meccanismi a catena che ingenerano catastofi casuali, il plot non è originalissimo ma è declinato con leggerezza ed ironia sufficienti a lasciar correre. Buona la prova del regista, argentino di nasciata ma messicano di adozione (un po' come el Nene del film), al suo secondo lungometraggio dopo l'esordio di En medio de la nada. L'uso del fuoco differenziato per catturare l'attenzione riquadrando porzioni di schermo su cui il focus della narrazione si concentra è molto da video musicale o da spot pubblicitario ma per niente sgradevole.
La morale si concentra tutta in una battuta pronunciata dalla farmacista al marito giunti all'epilogo della loro parte di storia e si ritrova poi nascosta fra i titoli di coda, il messaggio è semplice e risaputo, quando non smaccatamente condiviso, da una miriade di fumatori: è vero, fumare fa male, malissimo, ma vivere in generale non è affatto una cosa sicura.
Per quanto mi riguarda ho già il mio conto aperto col destino ed un giorno gli farò pagare anche questa, ovvero l'uscita di questo film proprio adesso che, vinto dalle avversità e dall'ennesimo aumento, ho finalmente smesso di fumare, cominciando ovviamente a trattare male tutte le persone che mi circondano.
Ed ora levatevi di torno, lettori di merda.
I lettori hanno scritto 4 commenti
- commento Nel sito italiano raccontano il finale del film...bastardi
- commento Forse smetto, forse no, non lo so. Di certo non comprerò mai le pecette alla nicotina.
- indirizzo IP 82.56.145.120
- data e ora Domenica 23 Ottobre 2005 [18:44]
- commento Guarda che non sono più monopoli di stato.
- indirizzo IP 151.24.203.27
- data e ora Lunedì 24 Ottobre 2005 [12:14]
- commento L'amministrazione autonoma dei monopoli di stato dice il contrario. :) Che poi si tenti di privatizzare anche quella è un altro discorso.
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