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La nave dolce - Dall'8 novembre al cinema
Presentato Fuori Concorso con grande successo di pubblico e critica
all’ultimo Festival di Venezia, il film ha vinto il Premio Pasinetti,
assegnato dal Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani. Ha
ricevuto il plauso di molte associazioni, tra cui Unicef, Amnesty
International, Emergency, Caritas, Libera. Coprodotto da Apulia Film
Commission con Indigo Film, Ska-Ndal e Rai Cinema, in collaborazione con
Tele Norba, il film è distribuito da Microcinema.
L’8 agosto 1991 una nave albanese, carica di ventimila persone, giunge
nel porto di Bari. La nave si chiama Vlora. A chi la guarda avvicinarsi
appare come un formicaio brulicante, un groviglio indistinto di corpi
aggrappati gli uni agli altri. Le operazioni di attracco sono difficili,
qualcuno si butta in mare per raggiungere la terraferma a nuoto, molti
urlano in coro “Italia, Italia” facendo il segno di vittoria con le
dita.
Il 7 agosto 1991 sono in corso le operazioni di scarico quando una folla
enorme di migliaia di persone assale improvvisamente il mercantile,
costringendo il capitano Halim Milaqi a fare rotta verso l’Italia. È una
marea incontenibile di uomini, ragazzi, donne, bambini. C’è Eva che
sale arrampicandosi lungo le cime d’ormeggio insieme al marito. C’è
Kledi, un ragazzino che si trova in spiaggia con gli amici quando decide
di seguire incuriosito la folla che va verso il porto. C’è il piccolo
Ervis con la sua famiglia, c’è Robert, giovane regista con i suoi
compagni di studi. Qualcuno, una volta a bordo, incontra un fratello, un
amico. Il motore centrale è in avaria, non c’è cibo, né acqua. Solo
zucchero. Il sole di agosto arroventa il pontile. Poi scende la notte,
il capitano governa la nave senza poter utilizzare il radar, evita anche
una collisione. Il mattino dopo, ad attendere la Vlora c’è una città
incredula e stordita e uno stadio di calcio vuoto,!
dove, dopo lunghissime operazioni di sgombero del porto, gli albanesi
vengono rinchiusi prima del rimpatrio.
Sono passati ventuno anni da quel giorno. La maggior parte di coloro che
salirono sulla nave, carica di zucchero, vennero rispediti in Albania
ma gli sbarchi continuarono e qualcuno tentò ancora la traversata.
Guarda il trailer
“La nave dolce come Diaz ha lo stesso montatore, lo stesso direttore della fotografia e lo stesso musicista. Raccontano lo stesso tipo di gestione dell’ordine pubblico a dieci anni di distanza l’uno dall’altro” – Daniele Vicari
“Si chiama La nave dolce ed è il più bel film italiano ad approdare in sala” – Piera Detassis, Huffington Post Italia
“Vicari è così abile a montare le storie dei testimoni con le immagini d’epoca che La nave dolce si segue come fosse un film di finzione capace di trasmettere l’emozione del reale” – La Stampa
“Uno dei film più importanti e riusciti di questa stagione” – Marco Giusti su Dagospia
“Questa è una storia che interroga le coscienze di tutti noi” – L’Unità
“Un film indispensabile” – Hollywood Party
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