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Adorfo Arrieta e The Times of Harvey Milk al 24° Torino GLBT Film Festival
Riceviamo e pubblichiamo:
"Da Sodoma a Hollywood"
24° Torino GLBT Film Festival
23-30 Aprile 2009
COMUNICATO N. 5 - EVENTI DI LUNEDì 27 APRILE
- I due film in concorso: Daybreak di Adolfo B. Alix jr (Filippine) e Wu sheng feng ling (Soundless Wind Chime) di Kit Hung (HongKong)
- I due documenari in concorso: No Woman's Land di Anne Smolar (Belgio) e Khastegi (Sex My Life) di Bahman Motamedian (Iran)
- Adorfo Arrieta presenta il film sulla Parigi mondana, anno 1974: Les Intrigues de Sylvia Couski
- The Times of Harvey Milk, il documentario di Rob Epstein del 1985 che racconta il movimento omosessuale a San Francisco negli anni settanta
- Another Gay Sequel: Gays Gone Wild di Todd Stephens, presente a Torino in giuria
- Per le Serie lesbiche arriva Society dal Sudafrica
I due lungometraggi in concorso:
Daybreak del filippino Adolfo B. Alix Jr. girato nel 2008 passa in concorso a Torino, ma lui, giovane autore prolifico sarà anche a Cannes con il suo nuovo film. Qui ci narra la notte di una coppia di ragazzi indecisi se continuare o meno la loro relazione. Si confessano bugie e tradimenti, le fragilità e insicurezze dei sentimenti tra sogni e ricordi, e forse le luci dell'alba porteranno a una fine o a un nuovo inizio. ..
Ancora aria di lontano oriente nel secondo film in concorso Wu sheng feng ling (Soundless Wind Chime) di Kit Hung. La coproduzione tra HongKong, Cina e Svizzera si svolge nella capitale ma prende le distanze dagli stilemi dei tipici melodrammi made in HongKong. Racconta l'appassionato amore tra Ricky, appena giunto in città dalle campagne cinesi, e Pascal, ragazzo svizzero che sfrutta a proprio vantaggio l'essere europeo in una realtà sociale asiatica
Soundless Wind Chime è l'esordio nel lungometraggio di Kit Hung, che nel 2004 ha presentato al Festival il corto Buffering.
I due documentari in concorso:
No Woman's Land di Anne Smolar si interroga sul perché si va a vivere in un altro Paese? Desiderio di fuga o esilio costretto? Come si sentiranno tutte queste Dorothy nel nuovo paese di Oz? Sopravviveranno? Le esperienze e i motivi personali possono essere i più svariati, ma le storie narrate nel film rappresentano non solo il privato delle intervistate, ma possono essere considerate anche specchio di una realtà socio-culturale. Dall'Iran giunge Khastegi (Sex My Life) di Bahman Motamedian, interessante docu-fiction che tratta il tema delicato e coraggioso della transessualità. Il film segue sette transessuali nel corso della loro quotidianità nella società iraniana di oggi. A detta dello stesso regista, alla sua opera prima, dopo un passato di regista teatrale, la sua realizzazione non era facile
Les Intrigues de Sylvia Couski: l'omaggio a Adorfo Arrieta
Osservatore acuto della realtà, il cineasta e pittore spagnolo Adorfo Arrieta è capace di sovvertirla grazie alla fantasia e la complessa composizione delle sue opere, la cui tensione narrativa è alimentata da immagini con impronte surrealiste (come nel corto El crimen de la pirindola e in Jouet criminel) e abbinate a musiche che ne trascinano lo scorrere delle azioni, spesso non azioni, sottolineando il loro valore significante e dipingendo sullo schermo visioni profonde: Le avventure di Sylvia Couski è "una commedia musicale, o meglio una fiaba" (lo dice lo stesso Arrieta), essendo la storia narrata un pretesto per ritrarre persone a loro volta inventate in una città inventata (Parigi e la sua scena trans). Fuori da ogni sistema produttivo e da ogni cerchia protettiva, Arrieta negli anni più recenti ha girato poco: nel 2003 un cortometraggio dal titolo Eco y Narciso, deriva nel gioco di specchi della mitologia classica, e nel 2006, con la sua piccola videocamera, Vacanza permanente, che parte curiosamente dallo stesso punto da cui era partito con le sue prime imitazioni angeliche di cinema, ci riferiamo al corto realizzato ancora a Madrid (e presente nell'omaggio a lui dedicato) La imitacion del angel (1966).
The Times of Harvey Milk: un ampio ritratto del movimento gay a San Francisco
Un film da non perdere, soprattutto per coloro che hanno amato Milk di Gus van Sant: lo straordinario documentario girato da Rob Epstein nel 1985 in risposta alla liberazione dell'assassino di Harvey Milk, e che fu premio Oscar 1986 come miglior doc, racconta con interviste e immagini d'archivio (splendida e commovente la enorme fiaccolata che aveva invaso le strade della città californiana) il grande impegno e le lotte condotte dallo stesso Milk, a partire dalla zona di Castro Street. Il film di Epstein analizza con grinta il clima politico e l'omofobia che avevano portato, nel 1978, all'assassinio del militante per i diritti civili a San Francisco. E soprattutto analizza il "dopo", perché la maggioranza piccolo-borghese di fronte alle conquiste dei diritti della comunità gay aveva voluto riconquistarsi un suo terreno. Il film è - dunque - anche un ritratto di quella fetta della società che sarebbe poi riuscita - in anni recenti - a far annullare il diritto al matrimonio glbt nella California.
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