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del 24 06 2007

 
 
 
 
 
 
 
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Conferenza stampa Shrek Terzo

Riceviamo e pubblichiamo:

Shrek Terzo - Conferenza Stampa,  14 giugno 2007

Antonio Banderas, Cameron Diaz e Justin Timberlake raccontano la loro esperienza di doppiaggio.

Affascinante, sorridente ma soprattutto sottile e ironico: così si è presentato oggi in conferenza stampa Antonio Banderas, che con la sua voce ha contribuito a rendere il gatto con gli Stivali uno dei personaggi più amati di Shrek.

Accanto a lui una bellissima Cameron Diaz (da sempre la voce della protagonista femminile Fiona, fidanzata e poi moglie di Shrek) e un Justin Timberlake alla mano e in vena di battute, la vera nuova new entry nella saga, che presta la sua famosissima voce al giovane Arthie, alias Artù.

Vi piace l'evoluzione che hanno avuto i personaggi negli episodi?

C.: Si. I produttori hanno lavorato affinchè i personaggi diventassero migliori. E' una grande famiglia e io sono contenta di farne parte.

A:  Il team non si è mai rilassato, anzi è stato sempre più ambizioso, in tutto: dalla creatività alla comunicazione. C'è veramente tanta passione dietro questo questo titolo, ma anche una decisione concettuale molto importante.

I personaggi sono molto strutturati. Il Gatto ad esempio ha una grande personalità in un corpo piccolissimo: è sorprendente, dolce, seducente e a volte manipolativo. Un personaggio dal carattere veramente articolato, che fa riferimento a precedenti e a figure della letteratura. E questa natura "colta" ha probabilmente contribuito al grande successo del Gatto anche a Cannes.

J.: Beh, io sono nuovo, entro nella saga di Shrek in questo episodio. Posso dire di aver trovato una famiglia che ha creato dei personaggi straordinari e io ho cercato semplicemente di tenere il passo con loro. Ho lavorato per crare un adolescente reale, che passa attarevsro una tempesta ormonale ma che sta cominciando ad affrontare la vita.

Parlate della vostra esperienza come doppiatori in Shrek.

A.: La cosa più difficile è che si contribuisce alla creazione del personaggio. Io doppio la versione inglese, quella spagnola e quella italiana. Per me è stato anche impegnativo fronteggiare la diversità delle lingue. Ad esempio lo spagnolo è meno sintetico dell'inglese. Per questo abbiamo introdotto qualche modifica nei dialoghi, ma certo ci siamo attenuti sempre al testo.

Quello che mi è piaciuto, essendo la mia lingua, è stato poter scegliere l'accento: ho preferito quello andaluso, che ha una forte inflessione sulla "z". Il personaggio è stato proprio creato con un accento. E per questo lo mantengo anche in italiano!

C.:  Fiona è il simbolo di come si può essere vincenti senza essere belle e magre. Fiona ha accettato se stessa e ha trovato il vero amore, perchè ha accettato che Shrek è il suo principe azzurro.

Ci sono degli insegamenti molto validi dietro questo. Innanzitutto che bisogna credere nell'amore. E poi che bisogna essere attivi nella vita: bisogna agire.

Fiona rompe lo stereoptipo della principessa che aspetta nella torre, dicendoci che dobbiamo essere fautori della nostra felicità.

J.: quando ho visto il film mi sono emozionato al pensiero di vedere che anche io erto parte di Shrek! Era una cosa che volevo fare da tempo: dare la voce a un personaggio animato è un passo importante.

Aneddoti divertenti?

C, ridendo: un giorno Aron e Chris sono entrati in sala di doppiaggio con delle candele e un lenzuolo. Mi hanno avvolto come se fossi in una toga e mi hanno costretto a lavorare tutto il giorno vestita così...

A Chris Miller:

E' consapevole che la rivisitazione dei personaggi classici delle favole fatta da Shrek sta sostituendo il vero personaggio nell'immaginario del pubblico? I bambini credono che Biancaneve e gli altri siano veramente caratterizzatio come sono dipinti nella saga...

C: Si, è vero. Ma questa rivisitazione ha degli aspetti interessanti. Biancaneve e le altre principesse hanno in Shrek la loro rinascita. Non aspettano che arrivi il principe a salvarle, ma si prendono la loro vita.

A Cameron Diaz:

Cosa ha pensato Fiona quando ha saputo che Artie sarebbe stato interpretato dal suo ex ragazzo?

J: Oh no...ti prego! (Finge di essere stato trafitto al cuore, tra le risate generali)

C (sorridendo): Fiona sa che Artie è un bravo ragazzo e un bel personaggio, quindi non può che essere contenta.

Ad Antonio Banderas:

Gli occhioni profondi e affascinanti del gatto sono stati ispirati dai tuoi?

A: E' in corso un'identificazione totale tra me e il personaggio. Sì, diciamo che pian piano mi rendo conto che mi sto trasformando nel Gatto.

Shrek Terzo: intervista a Jeffrey Katzenberg Chris Miller e Aron Warner

Protagonisti alla conferenza stampa romana di Shrek Terzo sono stati anche Jeffrey Katzenberg, presidente della DreamWorks Animation, Chris Miller, regista di questo terzo episodio, e Aron Warner, produttore del film.

Ci sarà uno Shrek Quarto? Magari un prequel sulla gioventù del nostro eroe?

A: Ci sarà di sicuro e non sarà un prequel: la storia di Shrek continua! Comunque è ancora troppo presto per parlarne.

Una domanda per il presidente della DreamWorks Animation: quanto è difficile coordinare un team di creativi e di attori?

J: L'importante è stabilire bene i ruoli: io sono l'allenatore, loro sono i campioni che scendono in campo. Da questo punto di vista la collaborazione con Aron e Chris è perfetta. Per quanto riguarda gli attori che danno voce ai personaggi, basti pensare che, ai tempi del primo episodio, io andavo in sala di doppiaggio tutti i giorni, mentre oggi ci passo solo quando capita...per portare panini e gelati. Tutti sanno benissimo cosa fare, e anche Justin, che è arrivato per ultimo, è entrato subito nel meccanismo dopo un paio di sessions.

Di chi è stata l'idea di assoldare Justin Timberlake?

J: Mia. L'ho visto a Saturday Night Live anche prima che uscissero i primi film in cui ha recitato. Mi sono reso conto che aveva un grande talento come attore comico. Allora ho alzato il telefono e ho chiamato Aron. Ci siamo trovati subito d'accordo.

Perchè avete deciso di far uscire Shrek Terzo in estate?

J: In realtà il 31 agosto è la data ideale per l'Italia, perchè le persone sono tornate dalle vacanze e mancano ancora due settimane all'inizio della scuola, quindi ci è sembrato il momento perfetto per coinvolgere adulti e ragazzi.

E come vi è venuta l'idea di far diventare papà Shrek?

A: L'idea è nata parlando con Andrew Adamson, regista dei primi due episodi. Ci è sembrato un modo interessante di sviluppare il personaggio.

C: Da quando abbiamo cominciato a lavorare a Shrek Terzo fino al momento dell'uscita nelle sale sono passati tre anni e mezzo. In questo periodo molti membri della troupe sono diventati genitori, ed è stato naturale e divertente prendere ispirazione da questo. C'è molta esperienza personale: le voci dei figli di Shrek e Fiona sono le voci dei bambini delle persone che hanno lavorato al film.

Rispetto ai primi episodi, il miglioramento dal punto di vista tecnico è impressionante, ma tutti dicono che il punto di forza del film rimane la trama. E' ancora così?

C: Molti dettagli tecnici sono stati migliorati rispetto al passato, e danno maggiore credibilità ed espressività al prodotto finale.

A: Ad esempio il controllo della mimica facciale è molto più completo, il che rende i personaggi molto più espressivi. Però è vero: il punto centrale rimane la trama...il nostro mestiere è raccontare storie ed è quello che cerchiamo di fare al meglio.

E' vero che vi siete serviti anche del contributo di un artista italiano?

A: Sì, la parte in cui l'uomo focaccina rivive in flashback tutta la sua vita è uno storyboard di Gabriele Pennacchiotti. Quando l'abbiamo letto ci è piaciuto così tanto che lo abbiamo voluto inserire a tutti i costi, abbiamo perfino dovuto forzare un po' la storia per poterlo inserire.

Ci sono delle scene tagliate che inserirete nella versione home video?

C: Pensa che ci abbiamo lavorato 3 anni e mezzo...le scene tagliate sono così tante che avremmo potuto montare 15 versioni differenti del film.

A: Per esempio posso anticiparvi che ci sono alcune scene ambientare nel liceo di Artie: in una lo stesso Artie cerca di ingraziarsi Gwendoline, in un'altra troviamo addirittura Lancillotto che canta in una boy band... 

La saga dell'orco verde si caratterizza per una splendida colonna sonora rock. Qual è stato il pezzo per cui è stato più facile ottenere i diritti e quale il più difficile?

J: La canzone per cui abbiamo dovuto faticare meno è stata Live and Let Die di Paul Mc Cartney: Paul è un grande appassionato di animazione ed è stato subito entusiasta di far parte del progetto. La maggiori difficoltà le abbiamo invece riscontrate con Immigrant Song dei Led Zeppelin: è stata una lunghissima trafila...ma alla fine ce l'abbiamo fatta!

E non vi manca la bella Fiona "umana" del primo episodio?

Tutti: No! E' molto più facile e divertente animare un orco.

 
 
 
 
 
 
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