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del 10 04 2007

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Omaggio a Charlie Chaplin

Riceviamo e pubblichiamo:

Giovedì 12 aprile alle 21.00 - sala cinema Michel Piccoli - Villa Medici

Proiezione di MONSIEUR VERDOUX

e primi corti in cui compare Chaplin

In occasione dell'evento Chapliniana organizzato dalla Cineteca di Bologna che celebra il trentesimo anniversario della morte di Charlie Chaplin.

Programma della serata

Ore 21.00 Apertura - (30')

Presentazione di Gian Luca Farinelli direttore della Cineteca di Bologna e Sam Stourdzé, borsista di Villa Medici e curatore della mostra Chaplin e l'immagine.

Due comiche della Keystone Company restaurate dalla Cineteca di Bologna

Ore 21.30 (123')

Monsieur Verdoux

Film inedito a Roma dal 2001.

Copia restaurata dalla Cineteca di Bologna

Bonus (5')

Home Movies  (Film della famiglia Chaplin)


Programma dettagliato

Ore 21.00 Apertura - (30')

Due comiche della Keystone Company restaurate dalla Cineteca di Bologna

Making a Living (Per guadagnarsi la vita), regia Henry Lehrman.

Keystone Film Company, prima uscita il 2 febbraio 1914 (Primo film in cui recita Chaplin). Circa 14 min.

Per la sua prima apparizione al cinema, Chaplin non ha ancora trovato il personaggio di Charlot ma delinea un dandy antipatico in redingote e cilindro. Quest'attitudine detestabile è molto vicina a quella del primo personaggio di Charlot…

Mabel's Busy Day (Charlot e le salsicce), regia Mabel Normand.

Keystone Film Company, prima uscita il 13 giugno 1914. Circa 14 min.

In ogni circostanza, Charlot si muove come in una danza. Più la traiettoria è ieratica, più la meccanica è regolata, precisa. In alcune scene memorabili di Mabel's Busy Day, Chaplin si lancia in una vera e propria coreografia del movimento, animato dal suo impeto e dalla sua gioventù. Allora era appena 25enne.

Ore 21.30 (123')

Monsieur Verdoux

USA, 1947, 123', 35mm, versione originale inglese con sottotititoli in italiano.

Regia: Charles Chaplin. Sc.: Charles Chaplin, da un'idea di Orson Welles.

Musica: Charles Chaplin, arrangiata e diretta da Rudolph Schrager.

Con Charles Chaplin, Mady Correll, Allison Roddan, Robert Lewis, Audrey Betz, Martha Raye, Ada-May Wells, Isobel Elsom…

Da: Cineteca del Comune di Bologna e Roy Export Company Establishment. Restaurato nel 2001 presso L'Immagine Ritrovata, presentato nello stesso anno al Festival di Cannes.

Ambientato tra le due guerre mondiali il film è un ennesimo, esplicito atto d'accusa di Chaplin nei confronti di una società capitalistica, corrotta nei suoi principi e nel suo sviluppo, espresso tramite le gesta estreme di Henri Verdoux. Impiegato bancario, egli viene licenziato dopo un trentennale, anonimo, ma fedele, servizio di investitore finanziario del denaro altrui. In conseguenza della perdita del posto di lavoro si trasforma in serial killer di ricche anziane cui sottrarre il patrimonio, dopo averle sposate ed eliminate, che riutilizza per spericolate speculazioni di titoli azionari, allo scopo di mantenere la sua vera famiglia (la moglie inferma ed il figlio piccolo), ignara delle sue gesta, e poi per acquisire per loro la proprietà di un'abitazione e pianificare così un futuro di serenità economica.

«Il più intelligente e brillante dei miei film» dichiarò senza falsa modestia Chaplin. Certamente il più discusso e controverso della sua irripetibile carriera.

Il primo film di Chaplin senza la maschera di Charlot il vagabondo: l'omino ingenuo ma ottimista, icona dell'amore universale motore dell'universo, oramai sconfessato dalla realtà tragica e folle degli avvenimenti bellici che sconvolgono il mondo e le coscienze degli uomini, sopraffatto dall'odio e dalla stoltezza dei contemporanei.

Bonus (5')

Selezione di Home Movies (Film de famiglia), circa 1950-1970. 5 min circa.

Girati nell'intimità della famiglia Chaplin con una cinepresa super 8 a colori, questi sono filmini di famiglia dai colori sbiaditi, datati tra fine degli anni 40 e la fine degli anni 70. Chaplin, circondato da Oona, la sua ultima moglie, e dai loro figli, recita di nuovo per questo pubblico ristretto, le gag che lo hanno reso celebre.

  

***

 Scheda su Monsieur Verdoux

«Abbandonando le scarpe bucate, la bombetta ed il bastone del vagabondo vestito di stracci, con lo sguardo capace di intenerirci, Chaplin entra deliberatamente in un mondo più temibile, perché vicino al mondo in cui viviamo. Il suo nuovo personaggio, con i pantaloni ben stirati, la cravatta perfettamente annodata, ben vestito e che non può più contare sulla nostra pietà, non si trova più a suo agio nelle vecchie situazioni disegnate a tratti netti e decisi, nelle quali il ricco opprime il povero in maniera talmente evidente che anche il pubblico più immaturo può cogliere immediatamente la morale dell'azione. Prima potevamo immaginare che le avventure di Charlot si svolgessero in un mondo riservato al cinema, che fossero come delle fiabe. Con Monsieur Verdoux non è più possibile equivocare. Si tratta proprio del nostro tempo, e i problemi esposti sullo schermo sono proprio i nostri…

Monsieur Verdoux raggiungerà un giorno nella storia, le creazioni di quegli artisti che hanno avuto un riconoscimento in questa civiltà. Avrà il suo posto accanto alle ceramiche di Urbino e alle pitture degli espressionisti francesi, tra un racconto di Mark Twain e un minuetto di Lulli…»  (Jean Renoir)

È il 1947, nell'aria c'è ancora l'eco pesante dei massacri di guerra, e Charlie Chaplin presenta al mondo il suo personale gioco al massacro: il film più inatteso, la commedia nerissima, il paradosso tragicomico e feroce che si chiama Monsieur Verdoux. Il Verdoux del titolo è quel che la critica contemporanea (costernata, e poco più che tiepida) definisce un "moderno Landru", ovvero un uxoricida seriale negli anni Trenta della provincia francese. L'idea viene infatti a Chaplin dopo che Orson Welles gli ha proposto il ruolo di protagonista nel film sulla vita di Landru a cui sta pensando; Chaplin declina l'invito ma acquista lo spunto, citando Welles nei credits. Tra i pochi collaboratori di sempre che vengono chiamati all'impresa (Rollie Totheroh, Wheeler Dryden) si affaccia Robert Florey, che vent'anni prima aveva scritto un libro memorabile su Chaplin e da allora era diventato regista di proprio, singolare talento; la competenza tecnica e la sicurezza della sua aiutoregia sono probabilmente tra i motivi che conducono il film a compimento in sole undici settimane, con uno sforamento di sedici giorni davvero minimo per gli standard chapliniani.

Sull'immagine di una lapide che reca la scritta "Henri Verdoux, 1880-1937", la voce off d'un morto comincia il suo racconto. «Ero un cassiere di banca, fino alla Grande Depressione…». Poi, Monsieur Verdoux si è messo in affari: e se von Clausewitz pensava che la guerra fosse un'estensione logica della diplomazia,  Verdoux pensa che l'omicidio sia un'estensione logica dell'economia (così lo stesso Chaplin, in una nota a precedere l'uscita del film). Elegante, manieroso e tombeur, avvicina, corteggia, sposa e ammazza ricche donne sole. Da qualche parte, ha una casa, un giardinetto, un bambino, una dolce (vera) moglie malata a fornirgli una causa. Ma come Monsieur Verdoux ben sa, nella sua serenità sinistra che né il crimine né il processo riescono a scalfire, non c'è più bisogno di causa. La guerra è finita, dice Chaplin nel 1947, il capitalismo ha imposto le sue sorti magnifiche e necessarie; il cinismo è la sua forma mentis, il risultato la sua legge, la grande scala la sua garanzia. Il discorso finale di Verdoux è di un didatticismo accorato nella sua freddezza, e comunque scandaloso per l'America di quegli anni: «…mass murderer? Does not the world encourage it? Is it not building weapons of destruction with the sole purpose of mass killing?»; «Killing is the entreprise by which your system prospers»; infine, la secca chiusa d'una insolitamente verbosa articolazione retorica: «One murder makes a villain, millions a hero. Numbers sanctify, my good friend».

Monsieur Verdoux produce sconcerto nel pubblico, imbarazzo nella critica. L'American League lo boicotta, la censura agisce, ancora una volta, con zelante incomprensione: disposta a venire a patti col cuore nero del film, «il contenuto anti-sociale, le scene in cui Verdoux accusa il Sistema e la struttura sociale contemporanea» (sic: nessuno rileva che il film si svolge ufficialmente in Francia, tra le due guerre), si concentra soprattutto sulla «sgradevole sensazione di illecito sessuale che circonda la vita di Verdoux». Chaplin viene accusato di comunismo, è l'inizio della fine dei suoi rapporti con l'America.

Ma il vero scandalo del film è infine quello di cui scrive Bazin, il fatto che per la prima volta Chaplin non è affatto Charlot eppure lo è ancora, pienamente, in una sorta di immagine al negativo (l'iperadattamento alla logica sociale di Verdoux vs il disadattamento del vagabondo), in una contraffazione puntuale che solo alla fine tradisce la propria natura di maschera: «Omino in maniche di camicia, con le mani legate dietro il dorso, se ne va con passo saltellante verso il patibolo. Ed è allora la gag sublime, informulata ma evidente, la gag che risolve tutto il film: Verdoux era lui! Ghigliottineranno Charlot». Verdoux/Charlot va dunque a morte, una morte da lui stesso preparata e scelta dopo la parabola amorale che è stata la sua vita, e dopo quel lunghissimo, esilarante, tremendo gag d'una moglie più megera delle altre che sfugge ai ripetuti tentativi d'omicidio, sempre più ansiogeni e slapstick; Charlot va a morte dopo aver superato il comico e il patetico, con la frase che apre un quieto baratro metafisico, «vi rivedrò presto tutti».

Trionfo stilistico dell'ellissi, Monsieur Verdoux è il più enigmatico dei film di Charlie Chaplin; torna oggi, restaurato, a interrogarci col suo mistero che, come ci ricorda Jacques Lourcelles, «nessuno può vantarsi d'aver esplorato fino in fondo, e che lo ha preservato dal tempo».

© Cineteca di Bologna 2001

EVENTO CHAPLINIANA A BOLOGNA

Il giorno di Natale del 1977 scompare Charlie Chaplin, l'uomo che aveva creato il personaggio più amato al mondo, colui che Fellini chiamava "l'Adamo del Cinema".

La Cineteca di Bologna ha deciso di celebrare con un evento senza precedenti la figura di uno dei massimi artisti del XX secolo. L'evento Chapliniana è in naturale rapporto di continuità con l'attività di restauro e diffusione dell'opera di Chaplin intrapresa dalla Cineteca nel 1999, in accordo con la famiglia del cineasta, divenuto poi Progetto Chaplin.

Ad inaugurare Chapliniana a Bologna il 1° giugno 2007 sarà la mostra Chaplin e l'immagine.

La mostra Chaplin e l'immagine è curata da Sam Stourdzé, borsista per il 2007 a Villa Medici.

E'già stata visitata da oltre 300.000 persone da quando ha intrapreso il suo cammino dalla sala. Dopo  il Jeu de Paume a Parigi, Rotterdam, Amburgo, Bruxelles e Losanna giunge a Bologna, unica tappa italiana. Un successo di pubblico decretato dallo spettacolare allestimento che coniuga multimedialità e passato, che sa illustrare per un pubblico di tutte le età il linguaggio universale dell'arte di Charlie Chaplin.

I N F O R M A Z I O N I

I n g r e s s o

Intero: 5 euro

Ridotto: 3 euro

Accademia di Francia a Roma- Villa Medici

Viale Trinità dei Monti, 1 - 00187 Roma

http://www.villamedici.it/

06 67 61 1

Metro: Spagna

In collaborazione con la Cineteca di Bologna e l'Associazione Chaplin

 
 
 
 
 
 
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