George Falconer è un professore inglese di 52 anni e, dopo la morte del proprio compagno, tenta di trovare un senso nella propria vita.
Il voto del redattore
- voto
- 1/5
- valutazione
- Storiella pretenziosa di un anziano professore che perde il compagno dopo 16 anni, decide di uccidersi ma scopre che la vita può riservare sempre delle sorprese. Ma solo se son belle, e magari griffate Tom Ford.
Il voto dei lettori
- voto medio
- senza voto
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 0 lettori
- di Nicolo Donato
- dal 02 07 2010
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Papupop
- di Francis Ford Coppola
- dal 20 11 2009
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Antinoo
- di Marc Forster
- dal 28 03 2008
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Elena De Dominicis
- di Michael Haneke
- dal 30 10 2009
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
- Severino Faccin
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
A Single Man
di Tom Ford
- Dati
- Titolo originale: A Single Man
- Soggetto: Christopher Isherwood (dal romanzo Un uomo solo)
- Sceneggiatura: Tom Ford, David Scearce
- Genere: Drammatico - Psicologico
- Durata: 99 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2009
- Produzione: Artina Films, Depth of Field, Fade to Black Productions
- Distribuzione: Archibald
- Data di uscita: 15 01 2010
Le ferite d'amor non può guarirle che chi le ha fatte. Ma la carne fresca è un ottimo emostatico.
di Antinoo
Un corpo nudo, virile, immerso in un'acqua che non capisci immediatamente se simboleggi la rinascita in un nuovo liquido amniotico o il lasciarsi sommergere dalla sofferenza: è con questa scena tutta tesa a sedurti, complice il più che tronfio commento musicale di Abel Korzeniowski in coppia con Shigeru Umebayashi, che inizia il racconto dell'intera giornata di George (Colin Firth), forse la più illuminante della sua vita. E non ho usato il termine a caso: l'uomo è un grigio insegnante universitario di 52 anni che, da pochissimo, ha perso il proprio compagno dopo 16 anni di amore. Tutto, da allora, è divenuto per lui opaco, privo di interesse e assolutamente accessorio: come i tanti oggetti con cui, maniacalmente, si circonda e che gli ricordano istanti della sua felicità passata. Nel buio di questa giornata, attimi di luce, istanti di opportunità, squarceranno i suoi progetti suicidi: un invito dalla sua storica amica Charley (Julianne Moore), l'incontro fortuito con il bellissimo e disponibile Carlos (Jon Kortajarena) e la corte, serrata ma discreta, di un suo giovane, e forse ancora inconsapevole, studente: Kenny (Nicholas Hoult). Brevi e fugaci attimi in cui le immagini si riscaldano a testimoniare che la vita vale sempre la pena di essere vissuta, nonostante la mancanza, il dolore ed il lutto: perché la possibilità di un futuro è sempre possibile. Specie se al gusto di carne fresca.
È questa, in realtà, la modestissima e davvero sopravvalutata morale di A single man, prima fatica di Tom Ford alla regia. Ora toccherebbe spiegargli che un film non va organizzato e pensato come il backstage di una sfilata: se ambienti un film negli anni '60, suvvia siamo seri, non puoi davvero credere che la gente di ogni giorno ed in ogni luogo sembri appena uscita da un numero di Flair.
Inoltre, se devi esibire tutti i luoghi comuni del genere, dalla famigliola felice e pseudo progressista dall'altra parte dello steccato al marchettaro ispanico al supermercato; dall'amica frociarola irrimediabilmente sola e innamorata di te nonostante 20 anni di omosessualità garantita e certificata che non si trattiene dal metterti la lingua in bocca senza alcun ritegno per la tua esibita vedovanza, allo studentello sbarbato ed ambiguo che si fa trovare ovunque tu vada non necessariamente vestito, non c'era mica bisogno di mettere tanta cura nei dettagli estetici, utilizzare il patetico artifizio della luce che va e viene ed organizzare un casting di modelli. Bastava un po' più di onesta intellettuale e fare un filmino patinato pride oriented senza tante pretese o decidere per una cosa nazionalpopolare ma con un minimo di sentimento alla Le fate ignoranti. Se, invece, Tom Ford voleva davvero descrivere visivamente la sensazione di andare alla deriva per la scomparsa della persona più importante della propria vita, la sorda disperazione che ti spinge a desiderare di morire piuttosto che sopravvivergli e lo stupore dello scoprirsi vivi nonostante tutto, che la vita continua malgrado Noi stessi, non ha soltanto ancora tanto da imparare: ha proprio sbagliato film.
Sprecato il talento di Nicholas Hoult ed il suo fascino ambiguo, anche a causa di una inspiegabile tinta castana, sprecata la fugace ed evocativa apparizione di Jon Kortajarena, direttamente dalle passerelle di Gucci, sprecata la fisicità di Colin Firth, che appare credibile solo negli ultimi istanti quando è sospeso tra il desiderio di lasciarsi alle spalle il suo lutto, spogliandosi letteralmente di ogni nastro nero, e sprecati i tratti di Julianne Moore, costretti in una maschera da macchietta che davvero fa rimpiangere i serial più stereotipati sull'argomento, da The L World a Queer as folk.
Insomma, se eravate affascinati da ciò che il trailer e le aspettative promettevano, un film sincero e potente, che raccontasse una storia d'amore di respiro universale, a prescindere dal proprio orientamento sessuale, continuate tranquillamente a guardare I segreti di Brokeback Mountain: A single man è una specie di mondo plasticoso in cui Ken trova il suo Big Jim, lo perde e poi scopre che, tutto sommato la versione Boyz delle bambole Bratz non è poi così male. Confezione compresa.
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