Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Tratta di cose francesi, ma la figura dell'uomo Mitterand è sufficientemente stratificata e contraddittoria da interessare tutti.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.1/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 14 lettori
- di Sean Penn
- dal 25 01 2008
- genere Drammatico
- tipo Biografico
- Lorenzo Morganti
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Le passeggiate al Campo di Marte
di Robert Guediguian
- Dati
- Titolo originale: Le promeneur du Champ de Mars
- Soggetto: Georges-Marc Benamou (romanzo)
- Sceneggiatura: Georges-Marc Benamou, Gilles Taurand
- Genere: Drammatico - Biografico
- Durata: 116'
- Nazionalità: Francia
- Anno: 2004
- Produzione: Film Oblige, Agat Film & Cie, Arte France Cinema
- Distribuzione: BIM
- Data di uscita: 00 00 0000
La solitudine del Presidente
di Roberta Folatti
Il ritratto di un potente e al tempo stesso di un uomo. Il ritratto di un uomo che è stato molto potente, ma che viene descritto negli ultimi scampoli della sua vita pubblica e del suo percorso esistenziale.
E' un Mitterand minato dal male che di lì a pochi mesi lo ucciderà, quello che si confronta con un giovane cronista francese ne Le passeggiate al Campo di Marte di Robert Guediguian. E' un Mitterand umanissimo, a tratti sofferente, a tratti divertito, amareggiato dalle critiche che piovono sul suo operato, ma sempre capace di sdrammatizzare con l'arte sopraffina dell'ironia.
Il regista francese Guediguian, che ci aveva abituato a storie di proletari marsigliesi, vite semplici acuite dalle difficoltà quotidiane, spiega la scelta di raccontare la figura di Francois Mitterand con l'opportunità di interrogarsi sulla sinistra da sinistra. L'uomo politico francese, in carica per quasi tre lustri, aveva acceso speranze e risvegliato utopie, proprio in un periodo in cui l'ideale socialista entrava in crisi in tutto il mondo. Ma le sue vicende personali intrecciatesi con gli scandali e la corruzione venuti a galla durante il suo mandato presidenziale, hanno reso ambigua la sua figura e incrinato il giudizio di molti. Nel film, ispirato al libro-intervista di Georges Marc Benamou, che ha anche collaborato alla sceneggiatura, è interessante il rapporto che nasce tra il giovane giornalista, che vorrebbe dissipare tutte le ombre intorno al mito Mitterand, e l'anziano uomo politico, conscio di essere al capolinea, ma ancora sensibile alle critiche e forse un po' viziato dal prestigio del suo ruolo.
Antoine chiede spesso al Presidente se ha ancora dei sogni, e sembra aspettarsi da lui parole definitive, chiarificatrici, una sorta di testamento spirituale e politico. In realtà Mitterand sovrappone considerazioni e amarezze del presente a istantanee del suo intenso passato, ma non chiarisce le ambiguità di certe sue scelte e lascia nel vago le vicende legate a Vichy.
Insieme al progredire della conoscenza fra i due personaggi, la figura di Mitterand si fa più concreta e intriga lo spettatore nello stesso modo in cui cattura quasi ossessivamente i pensieri del giovane Antoine. Gli sprazzi che intervallano le conversazioni con l'illustre interlocutore e che raccontano il privato del giornalista sono forse i meno riusciti. Intensamente dipinto invece il profilarsi del declino fisico, irriguardoso verso i desideri del Presidente, che vorrebbe un po' di tempo per sè e per la figlia, tenuta nascosta ma molto amata. In certi momenti la figura di Mitterand appare avvolta in una spessa solitudine, attorniato com'è solo dai fedeli servitori, rimastigli accanto anche dopo la fine del mandato: forse è per questo che concede tempo e confidenze al giovane cronista.
Il paesaggio francese ha nel film una prevalenza di toni grigi, il colore che Mitterand attribuisce al suo paese e che la fotografia di Renato Berta riesce a rendere con suggestiva efficacia. La morte, silenziosa compagna di tutte le conversazioni tra il Presidente e il giornalista, lascerà il discorso incompiuto, chiudendo un film in cui svetta l'interpretazione di Michel Bouquet, umanissimo e verosimile Mitterand, incarnazione di una stagione politica che mantiene aperti molti interrogativi.
I lettori hanno scritto 8 commenti
- commento Ho un ricordo particolare di Mitterand, quasi negli ultimi anni della sua vita fosse diventato una sorta di testimone di un tempo lontano, un sopravvissuto, intoccabile ma superato dai tempi. Comunque
- commento anche nei momenti più difficili, un carisma che nessun politico europeo odierno può nemmeno permettersi di sognare.
- commento sempre a fare l'esterofilo tu. Il piu' grande statista europeo non e' mica stato craxi? o mussolini, non ricordo...
- commento Ma la mia non è eserofilia, è che ogni tanto sento il bisogno di un paese serio, di un paese dove le cose fuonzionino, un posto in cui se chiedi un'adsl non devi aspettare tre mesi...
- commento un posto in cui gli imprenditori onesti fanno gli imprenditori, gli imprenditori disonesti vanno in galera e i politici esistono. :)
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