Il voto del redattore
- voto
- 4.5/5
- valutazione
- Se fossi un fondamentalista religioso, lo eviterei. Se fossi un fondamentalista religioso, pero', non andrei proprio al cinema.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 1.8/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 55 lettori
- di Christopher Nolan
- dal 22 12 2006
- genere Drammatico
- tipo Indefinibile
- Fabrizio Ferrero
- di Jacques Audiard
- dal 18 11 2005
- genere Drammatico
- tipo Indefinibile
- Roberta Folatti
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Million Dollar Baby
di Clint Eastwood
- Dati
- Titolo originale: Million Dollar Baby
- Soggetto: F.X. Toole (racconto)
- Sceneggiatura: Paul Haggis
- Genere: Drammatico - Indefinibile
- Durata: 137'
- Nazionalità: USA
- Anno: 2004
- Produzione: Malpaso Productions, Albert S. Ruddy Productions, Lakeshore Entertainment
- Distribuzione: 01
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
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- Il sito ufficiale.
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Per Dio, il Padre Eterno, ovvero il mondo (o nessuno)
di Sara Troilo
Pedro (Almodovar) ha ragione, questo nuovo Eastwood e' da Oscar. Clint e quella sua poetica rigida dell'uomo e della donna in lotta con il mondo, tragicamente equipaggiati per sopravvivere in un mondo migliore e destinati a soccombere in un universo che e' crudele, malato e tutto storto. Tuttavia soccombere non e' il termine esatto. Il punto e' un altro, a mille miglia dal risultato, il punto e' nell'interiorita' umana e la sua meridiana e' la morale.
La vita si pone di fronte ai personaggi in modo manicheo, offre loro soltanto due possibilita': l'agire retto e quello tanto opportunista quanto miope che li conduce a labili risultati e, di fatto, alla dannazione eterna. Si', il punto di vista e' inequivocabilmente cristiano e il rimando netto e' alla vita ultraterrena, a un aldila' etereo in cui l'anima buona verra' ricompensata alla faccia di tutti i torti subiti in terra. Million Dollar Baby scorre sulla traccia del racconto omonimo di F.X. Toole pubblicato in Italia nella raccolta dal titolo Lo sfidante (Garzanti, 2001), raccolta che porta proprio questa dedica "Per Dio, il Padre Eterno e per Dub Huntley, mio padre nella boxe". La vita di Frankie Dunn (Clint Eastwood), allenatore di boxe, si intreccia con quella di Maggie Fitzgerald (Hilary Swank), un'ostinata "ragazzina" che decide che solo Frankie puo' farla diventare una campionessa. La struttura narrativa e' classicissima, al punto che sfodera la voce narrante (Morgan Freeman che interpreta Scrap), e la regia la asseconda con la macchina da presa che si esime da qualsiasi peripezia e predilige i campi lunghi. Il ritmo e' paragonabile a una pedalata in pianura, agevole, facile da seguire e tale da non occupare la mente col gesto in se' lasciandola libera di seguire la strada. O la storia. E se stessi. La cifra stilistica e' il rigore che passa dalla dimensione metafilmica a quella strutturale attraverso la sceneggiatura e la costruzione dei personaggi.
Il film a un certo punto cambia registro e vira sul drammatico, grazie anche ad alcune caratterizzazioni smaccatamente negative, ingenuamente, direi anche, negative. Eppure cio' che commuove sta su un altro piano che non e' nemmeno la vittoria del libero arbitrio sui precetti religiosi e non e' la (non) rivincita che si porta dietro questo nucleo famigliare costituito ex novo dai tre personaggi principali del film, a stigmatizzare che la famiglia tradizionale e' talmente morta che nemmeno Romero potrebbe farla ciondolare in modo scomposto fuori dalla tua porta. Quello che seduce e' la comunanza umana, la vicinanza fraterna, proprio i buoni sentimenti che appena appena imbellettati fanno venire le convulsioni e il vomito dell'Esorcista e che invece nelle abili mani di Clint Eastwood hanno il potere di ammansire anche il piu' cinico essere umano di questo mondo schifoso. Quelli che potrebbero essere i limiti di Million Dollar Baby e che palesano alcune scelte di semplicita' come il momento della rivelazione del significato del nome in gaelico o la stigmatizzazione della famiglia di Maggie, si inseriscono in un quadro di linearita' dell'impianto e comunque dalle parti della gia' citata classicita'. Ogni semplificazione e' strumentale al messaggio di cui si fa portatore il film che gioca proprio su questo piano la complessita' e la stratificazione dei significati. Il fondamento del film riconduce dalle parti de Gli spietati per la malinconia diffusa, ma se ne distacca anche per la scelta di raccontare la storia di una donna che ha un sinistro potentissimo e che proprio non riesce ad evitare di stendere le avversarie prima della fine del primo round.
La boxe e' innaturale, dice Toole nell'incipit del racconto, e' tutto contro natura nella boxe: per fare un passo a sinistra spingi sul piede destro. Anziche' evitare il dolore, nella boxe gli vai incontro. Maggie non fa mai cio' che il suo allenatore le dice, proprio non ce la fa. Quella di Eastwood e' una storia che arriva nel profondo ed e' fatta di corpi, di filosofia e di religione, di manifestazioni mentali e muscolari, di libero arbitrio e di ganci e montanti, di lotta che ogni individuo deve combattere per restare vivo o almeno per provare a sopravvivere in modo dignitoso. Fatalmente per farlo mette in discussione tutto e si accorge che al suo fianco latita anche Dio.
I lettori hanno scritto 35 commenti
- commento ?????? bisogna fare gli Italianucci a tutti i costi?? permalosi e politically correct? Halle Berry insegna. dateci un ' occhiata...
- commento non vedevo un film così strappalacrime da tempo immemorabile, dà voglia di vivere... davvero un bellissimo film.
- commento Io invece non riesco ancora a togliermi dalla testa che tutto miri proprio a questo: far scendere lacrime. Mah! E comunque nel racconto la cattivona di turno era russa (guerra fredda imperavat.)...
- commento nel film, invece, è nera... Diavolo di un Clint! Beh, God bless America!
- commento Nera ma tedesca poi, eh.
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