Michale Mann ormai è una garanzia. Anche con la storia di Dilinger, interpretato mirabilmente da Johnny Depp, colpisce nel segno. Nel ruolo dell'antagonista Christian Bale.
Il voto del redattore
- voto
- 3/5
- valutazione
- L'eroe reale di un'epoca fumosa come gli anni 30 reso in maniera troppo fumettosa.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 1 lettore
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Nemico pubblico
di Michael Mann
- Dati
- Titolo originale: Public enemies
- Soggetto: Bryan Burrough (romanzo)
- Sceneggiatura: Michael Mann, Ann Biderman, Ronan Bennett
- Genere: Drammatico - Thriller
- Durata: 140 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2009
- Produzione: Forward Pass, Misher Films
- Distribuzione: UIP
- Data di uscita: 06 11 2009
Certo che ne spara questo.
di Antinoo
Durante la grande depressione americana è facile per un abile rapinatore di banche diventare una sorta di eroe nazionale, specie se supportato da un discreto fascino, bei modi con le donne ed un rigido codice d'onore che ti impone di non imprecare davanti alle signorine e non rubare i soldi dei poveracci. Anche grazie a queste caratteristiche, unite ad una innata capacità di cavarsi d'impaccio con enorme stile, anche dalle situazioni più disperate, John Dillinger (Johnny Depp) è una vera e propria icona di coloro che negli anni '30 attribuivano la responsabilità di tutti i problemi alle banche. La polizia non può, ovviamente, stare a guardare: così il numero uno dell'appena nata FBI, J. Edgard Hoover (Billy Crudup) affida al suo migliore agente, Melvin Purvis (Christian Bale) il compito di riportarlo in prigione dopo l'ultima rocambolesca evasione. Ad ogni costo.
Ma Dillinger non ha, è inutile dirlo, nessuna voglia di aiutarlo. Anzi, supportato da amicizie che contano un po' ovunque, riesce facilmente ad eludere ogni posto di blocco, e non ci sono banche o donne che, pare, possano resistergli. Tra una rapina e una festicciola incontra, però, Billie Frechette (Marion Cotillard): donna bellissima e determinata, di bassa estrazione sociale perché discendente in parte da indiani d'America che, come il fascinoso rapinatore intuisce subito, ha il carattere ed il coraggio adatti per intraprendere una relazione al ritmo jazzato del tamburo di una pistola. Ma i tempi stanno cambiando, ed entrambi se ne accorgeranno presto: l'FBI, a causa dell'inafferrabilità dello svaligiatore e per aumentare le possibilità di catturarlo, inizia ad usare metodi più scientifici, armi di ultima generazione e la buona vecchia corruzione che, si sa, non fallisce mai. La rete di sicurezza che Dillinger si è costruito in anni di rispetto e dedizione verso certe regole, non scritte, tra criminali gentiluomini allarga sempre più le sue maglie. E caderci dentro pare sempre più facile.
Nemico Pubblico è l'ambizioso film di Michael Mann, progetto fortemente voluto ma riuscito solo in parte. Innanzitutto, Mi pare evidente che Leonardo DiCaprio, prima scelta per il ruolo di John Dillinger, fosse enormemente più adatto: da sempre ritengo che Johnny Depp è scritturabile solo per ruoli in cui deve tenere gli angoli delle labbra all'ingiù e sgranare gli occhi sorpreso, vedi i vari Tim Burton, tenere gli angoli delle labbra all'ingiù mentre si atteggia ad ambiguo istrione metrosex sul pontile di un bastimento o tenere gli angoli delle labbra all'ingiù e darsi arie da gran fattone sognante a Las Vegas. Per il resto, la gamma delle sue espressioni è rimasta tale e quale ai tempi di 21 Jump Street. Molto più valida la sua splendida preda, la bravissima Marion Cotillard, che incarna in maniera davvero eccellente la figura di chi ha sempre dovuto contare su sé stessa e che ha serie difficoltà a mettersi completamente nelle mani di un uomo che, invece, non vuol far altro che essere tutto ciò che la donna non ha mai avuto. Per questo Billie Frechette lo difenderà strenuamente e di fronte a qualsiasi minaccia, come solo una donna innamorata sa fare.
Per il resto, poco di quanto il lavoro di Mann promette viene mantenuto: una vicenda autentica dagli aspetti per tanti versi surreali, un ladro che diventa una sorta di simbolo per un popolo piegato dalla Grande Depressione, sicuramente offre una serie di spunti in cui la realtà supera la fantasia. Trattarli come un enorme fumettone è un buon modo per vendere in America ma è, sicuramente, un errore tanto facile quanto grande. Inquadrature grandiose, rocambolesche fughe alla supereroe e un certo gusto per l'immagine patinata fine a sé stesso finiscono per racchiudere l'intera storia, notevole perché realmente avvenuta, in un contenitore stereotipato da atmosfere jazzate, pupe retrò e locali fumosi. Di contro, le vere e proprie scene d'azione, rapina ed uccisione sono, invece, rese con un discutibile effetto mosso, uso telecamera iperdigitale a spalla assolutamente accessorio, poco interessante ai fini della narrazione e che non comunica dinamicità o verosimiglianza: si limita ad infastidire in maniera gratuita.
Un vero peccato, perché il commento musicale di Bye Bye Black Bird nella versione incisa per l'occasione da Diana Krall non lo è per niente. Ma, forse, anche l'occasione è volata via.
I lettori hanno scritto 1 commento
- indirizzo IP 93.36.126.12
- data e ora Lunedì 09 Novembre 2009 [22:27]
- commento Per me è un quasi dieci per il rigore dello stile di Mann che crea un bellissimo personaggio romantico. Depp finalmente depone le faccine etorna a recitare. Bravo Bale. Brava Cotillard.
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