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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

La storia di un uomo che dopo aver detto di no a tutte le proposte degli amici decide di dire sì ad ogni invito.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 2/5
  • valutazione
  • Gag e siparietti comici a ripetizione per un Jim Carrey in grande spolvero. Quando il protagonista è meglio del copione.
  •  
 
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • senza voto
  • numero votanti
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Info

Yes Man

di Peyton Reed

 
    Dati
  • Titolo originale: Yes Man
  • Soggetto: Danny Wallace (romanzo)
  • Sceneggiatura: Nicholas Stoller, Jarrad Paul, Andrew Mogel
  • Genere: Commedia - Animazione
  • Durata: 104 min.
     
  • Nazionalità: USA
  • Anno: 2008
  • Produzione: Heyday Films, Village Roadshow Pictures, Warner Bros. Pictures
  • Distribuzione: Warner Bros. Pictures
  • Data di uscita: 09 01 2009
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

La resa di Jim

di Francesca Paciulli

Alla fine si è arreso. Ci ha provato in tutti i modi a convincere i critici cinematografici Usa di essere un attore drammatico credibile e degno di attenzione. Lo ha fatto calandosi sensibilmente nella realtà di plastica di un remissivo ed educato impiegato di provincia (The Truman Show); crogiolandosi nella smisurata follia dell'eccentrico comico Andy Kaufman e del suo alter ego Tony Clifton (Man on the Moon); infilandosi nei vuoti di memoria di un personaggio fuori dal tempo alla James Stewart (The Majestic); portandosi appresso il tenero sguardo da uomo ferito di Joel Barish, piantato in asso dall'amata - e ingenerosa - Clementine decisa a farsi cancellare dal cervello con un microchip tutti i ricordi del loro amore (Se mi lasci ti cancello). Una manciata di interpretazioni di grande intensità di cui il pubblico (The Truman Show escluso) e i critici sembrano però non essersi minimamente accorti se è vero che nel 1999, l'anno in cui Jim Carrey avrebbe dovuto ottenere la nomination agli Oscar per la sorprendente interpretazione in The Truman Show di Peter Weir (per la quale ottenne dalla Stampa straniera un Golden Globe come miglior attore drammatico), il suo nome non fu neppure inserito nella cinquina dei migliori attori protagonisti. Se è vero che di un Carrey "impegnato" pubblico e addetti ai lavori non sanno che farsene, deve aver pensato l'interprete canadese, perché ostinarsi a proporsi come tale se, facendo il minimo sforzo nella ennesima commedia alla Scemo e più scemo, si può bruciare al box office tutta la concorrenza.

Anche se il rivale più diretto è quel Sette anime di Gabriele Muccino, negli Usa, durante le feste di Natale, è dovuto soccombere proprio davanti al primato di Yes Man, la nuova scatenata commedia firmata da Peyton Reed (Abbasso l'amore) nella quale Carrey presta la sua travolgente mimica facciale al personaggio di Carl Allen, un triste bancario deciso a isolarsi dal mondo dopo una serie di delusioni. "No" è la parola del vocabolario a cui, nel lavoro e nel privato, Carl ricorre più spesso: in banca rifiuta, insensibile, le richieste di finanziamento dei clienti e nella vita rifiuta amici, donne e ogni tipo di svago che potrebbe portarlo fuori dal suo guscio. Tutto questo fino a quando, grazie ad un conoscente, non inciampa nel programma del fantomatico guru Terrence Bundley (Terence Stamp) e decide di aderire al suo programma religioso-filosofico basato sul potere del sì. Bisogna dire sì a tutti, proclama Bundley, ed accogliere tutto quello che arriva dall'esterno: solo così la nostra vita potrà essere degna di essere vissuta. Inizialmente scettico, Carl decide di dare all'uomo una possibilità, inizia a dire sempre sì a tutto e, udite udite, la sua vita cambia.

La sua posizione in banca migliora, gli amici quasi non lo riconoscono, il capoufficio lo trasforma nel suo braccio destro, e come se non bastasse conosce una graziosa e bizzarra ragazza, Allison (Zooey Deschanel, musicista nella finzione e nella realtà), che si innamora di lui e lo trascina in una serie di nuove esperienze, inclusa una spericolata sessione di bungee jumping. Chiaramente non tutto è oro quel che luccica e qualche piccolo inconveniente è dietro l'angolo anche perché una volta liberato, il travolgente potere del "sì" porterà in dote anche delle sorprese. E un'infinità di controindicazioni.


Più vicino ai toni da commedia per famiglie di Bugiardo Bugiardo (dove, tra l'altro, Carrey interpretava un personaggio molto simile a quello di Yes Man, un avvocato cinico e rampante costretto da un incantesimo a dire la verità per un giorno intero), che a quelli da commedia slapstick alla Ace Ventura, il film di Reed, ispirato al romanzo dell'umorista inglese Danny Wallace, permette a Carrey di tornare a indossare l'espressione inizialmente afflitta del dimesso impiegato di banca (come già nell'irresistibile The Mask - da zero a mito), per poi infilarsi nell'usuale varietà di mosse, smorfie e urletti con i quali vivacizza una serie di situazioni assurde ad alto tasso di comicità. Dalle lezioni di volo al tuffo con l'elastico, dal corso di coreano alle sessioni di cineforum con il capoufficio. Un insieme di gag e situazioni al limite dell'assurdo che hanno però la loro unica ragione di esistere nella presenza di un mattatore come Carrey capace di riempire da solo lo schermo anche quando quello che lo circonda è decisamente non alla sua altezza. Non resta che goderci insomma questo suo scatenato "ritorno al passato" - condito dall'ottima colonna sonora curata da Lyle Workman e Mark Oliver Everett - in attesa di ritrovarlo nei panni dell'arcigno Ebenezer Scrooge, protagonista di A Christmas Carol di Robert Zemeckis - adattamento del classico di Charles Dickens, in cui grazie alla tecnica della performance capture, Carrey interpreterà più personaggi - e soprattutto in quelli di Steven Jay Russell, un falsario che evase di prigione per ricongiungersi all'amato compagno di cella Ewan McGregor, nel drammatico I love you Phillip Morris. E chissà che i critici, questa volta, non si accorgano di lui.

 
 
 
 
 
 
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