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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

Una famiglia prima divisa e poi unita da una grave malattia genetica che porta alla morte di un bambino di soli 7 anni.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • Natale tira fuori il peggio e il meglio di tutti...
  •  
 
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • senza voto
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 0 lettori
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Info

Racconto di Natale

di Arnaud Desplechin

 
    Dati
  • Titolo originale: Un conte de Noël
  • Soggetto: Emmanuel Bourdieu, Arnaud Desplechin
  • Sceneggiatura: Emmanuel Bourdieu, Arnaud Desplechin
  • Genere: Drammatico - Psicologico
  • Durata: 150 min.
     
  • Nazionalità: Francia
  • Anno: 2008
  • Produzione: Why Not Productions
  • Distribuzione: BIM
  • Data di uscita: 05 12 2008
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Riunioni familiari come sedute di analisi

di Roberta Folatti

Un film corale, pieno di volti, umori, intelaiature di vite complesse. Pianti e risate trattenuti, scoppi d'ira improvvisi, nuove complicità e annosi rancori.  La famiglia messa a nudo nelle sue più nascoste e farraginose contraddizioni. Racconto di Natale prende a pretesto questa festività per mettere in scena una riunificazione un po' forzata, voluta dalle ricorrenze più che dalla reale volontà dei singoli. In cima alla piramide familiare ci sono Junon e Abel, un'eccentrica coppia legata da un sentimento forte, ma nei confronti dei figli più capace di ironia che di affettuosità. La perdita del primogenito molti anni prima, per una malattia del sangue, ha falsato un po' tutti i successivi rapporti con gli altri tre figli, in particolare con Henri, messo al mondo per tentare un trapianto di midollo che poi si rivelò impossibile. La scomparsa prematura del bambino ha lasciato negli altri fratelli segni permanenti, in particolare nella vulnerabile Elizabeth, che soffre di un costante (e un tantino troppo prolungato) senso di lutto. Sono trascorsi molti anni eppure continua a provare un vuoto e un'infelicità che il suo analista non riesce a placare e che ha finito per trasmettere anche al figlio adolescente.

Raccontato così il film di Arnaud Desplechin potrebbe sembrare un mattoncino indigesto, in realtà è pieno di guizzi e trovate, sdrammatizza le situazioni più gravose, prendendo in giro i suoi personaggi con garbata bonomia. Ridicolizza affettuosamente l'eterna tristezza della mesta Elizabeth che coltiva un astio inestinguibile verso il fratello Henri, tanto da bandirlo - tramite tribunale - dalla sua vita e in parte da quella dell'intera famiglia. Sorride anche alla malattia che irrompe nella saldissima unione tra Abel e Junon, la stessa malattia che aveva colpito il loro primogenito e che allora non aveva potuto essere curata. Per Junon c'è la possibilità di un trapianto di midollo e il donatore compatibile risulterà essere proprio Henri. La pecora nera della famiglia, che sin dalla nascita dell'incompatibilità aveva fatto un "marchio di fabbrica". Ora la situazione si ribalta e le speranze di tutti si concentrano sul fratello più inaffidabile.

Così per Natale la famiglia si riunisce attorno a Junon, figli, compagni dei figli, nipoti, un cugino: il tempo trascorso insieme diventa una gigantesca seduta di autocoscienza. Sottili ironie e spacconate goliardiche si intrecciano in un quadro familiare a cui Desplechin aggiunge sempre nuove pennellate, nuove sfumature di colore. Il risultato è fin troppo denso, ci si sente quasi soverchaiti da tanta "carne al fuoco", 150 minuti di dialoghi serrati e di silenzi altamente significativi, una carrellata sulle relazioni familiari con le accelerazioni che esse prendono (nel bene e nel male) quando si avvicina il periodo natalizio. Ma vincendo la pigrizia tipica dello spettatore e lasciandosi coinvolgere, la visione diventa un piacere. Se si aggiunge un cast imponente, da Catherine Deneuve, Jean-Paul Roussillon, Hippolyte Girardot, a Emmanuelle Devos e Chiara Matroianni, Racconto di Natale si può senz'altro raccomandare.

 
 
 
 
 
 
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