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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Il voto del redattore

  • voto
  • 1.5/5
  • valutazione
  • Da vedere su una rete Mediaset in una sera d'inverno quando non c'è altro in tv.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 2.4/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 7 lettori
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Info

Il mistero dei templari - National treasure

di Jon Turteltaub

 
    Dati
  • Titolo originale: National Treasure
  • Soggetto: Jim Kouf
  • Sceneggiatura: Cormac e Marianne Wibberley
  • Genere: Azione - Porcheria
  • Durata: 125 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2004
  • Produzione: Touchstone Pictures, Jerry Bruckheimer Films, Walt Disney Pictures, altri
  • Distribuzione: Buena Vista International Italia
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Casa di mio nonno è più vecchia della tua Dichiarazione d'Indipendenza.

di Luigi Faragalli

"Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo ed assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata ed uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell'umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione".

Così comincia l'Unanime Dichiarazione dei Tredici Stati Uniti d'America, documento datato 4 luglio 1776. L'importanza della dichiarazione risiede nel fatto che forse per la prima volta nella storia dell'umanità i diritti fondamentali di un popolo vengono anteposti alla fedaltà del cittadino verso il monarca di turno, in questo caso Giorgio III.
Importante, bella, storica quanto si vuole ma insomma, via, è pur sempre una cosa successa storicamente l'altro ieri.
In Europa due o tre secoli li ha qualunque cosa.
Spesso in passato regimi totalitari, imperi o potenze comunque egemoni hanno cercato di nobilitarsi inventando di sana pianta o gonfiando a dismisura origini meravigliose, eroiche, divine o perse nel mito. Lo fecero i romani con Enea, il nazismo con gli ariani, il fascimo con i romani.
Oggi gli Stati Uniti lo fanno di continuo, avendo una storia brevissima e soffrendo di un leggerissimo complesso di inferiorità culturale nei confronti della vecchia mamma Europa, tendono a mitizzarsi oltre ogni ragionevole soglia del ridicolo.
Così un sacco di paccottiglia ottocentesca viene elevata al rango di monumenti nazionali dall'incredibile valore simbolico: una campana rotta, un campanile di legno e forse qualche mattone, una strada che prende il nome da un muro ed una dichiarazione che sancisce una secessione.

Il punto è che la storia non si inventa, la fa il tempo, questa evidenza non è modificabile nemmeno da Jerry Bruckheimer a suon di dollaroni. Il produttore sforna in continuazione film che fanno sfracelli al botteghino ed anche questo sembra averne tutte le intenzioni, sul valore artistico di quanto prodotto però si può sollevare più di qualche perplessità.
Ora, io capisco che per dei bambini frequentanti il corrispettivo americano delle nostre elementari possa essere di un qualche interesse una bella galoppata mascherata da caccia al tesoro nei luoghi che hanno visto nascere il loro grande paese, cosa possa importare però ad un cittadino europeo di media cultura francemente mi sfugge.
Eppure le sale italiane sono piene, sarà perché in due cinema su tre c'è solo questo ed il resto sono film d'animazione, mentre altre pellicole ben più meritevoli faticano a trovare un proiettore, chissà.

Il film è davvero poca cosa, comincia banalmente con un'eredità di famiglia tramandata da nonno a nipote e continua scopiazzando un po' di titoli ben più riusciti. C'è un bel po' di Indiana Jones, tanto Tomb Raider, un pizzico di Ocean's Eleven e via scopiazzando titoli e generi.
Nel calderone buttiamo templari e massoni, mettiamoci qualche enigma che solo un americano può trovare complesso e godiamoci lo scorrere di una sceneggiatura semplice semplice.
Non possiamo ignorare ingenuità narrative grosse come grattacieli, una basti per tutte: dopo sei o sette generazioni passate a cercare un tesoro senza mai riuscire a smuoversi dal primo indizio visto che la Charlotte viene ritrovata dall'ultimo discendete,  Benjamin Franklin Gates (Nicolas Cage), come può il padre di quest'ultimo affermare con tanta sicumera che ogni indizio porterà sempre e soltanto ad un nuovo indizio? La cosa è completamente priva di senso.


La prova degli attori nel complesso è discreta con qualche eccezione. Cage è sempre uguale a Cage ma la cosa non dispiace, la bella di turno, Diana Kruger, è effettivamente molto bella, il cattivo non ha per niente spessore e spicca nel cast Justin Bartha, molto valido come spalla umoristica.

Il resto è tanta tanta azione, fughe, inseguimenti, rincorse, qualcosa che dovrebbe essere emozionante ma che in realtà non decolla, probabilmente per l'incolmabile distacco che la tronfia presunzione del soggetto crea fin da subito con lo spettatore.

Magnificare ciò che in fin dei conti non è poi così eccezionale può risultare sgradevole.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 9 commenti

 
 
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joe black
  • commento vorrei ricordare al signor faragalli che gli usa sono la prima democrazia della storia moderna e che se a lui non importa della storia dimostra molta piu'sicumera del padre del personaggio/cage
 
 
 
 
 
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Il signor Faragalli
  • commento Vorrei ricordarle che sia il concetto che la pratica della democrazia sono di qualche migliaio di anni precedenti alla nascita degli Stati Uniti. La storia a me interessa molto, e vederla umiliata...
 
 
 
 
 
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Il signor Faragalli
  • commento da film come questo, votati esclusivamente all'esaltazione della cultura dominante, non può che dispiacermi. Le auguro buona serata.
 
 
 
 
 
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Etile
  • commento Concordo col signor Faragalli. Gli Stati Uniti sono un grande paese ma si dimenticano troppo spesso di essere nati su un genocidio e cresciuti su deportazione e sfruttamento di schiavi. La storia va r
 
 
 
 
 
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Etile
  • commento va ricordata tutta.
 
 
 
 
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