Il voto del redattore
- voto
- 3/5
- valutazione
- I film alla francese, lasciamoli ai francesi.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 15 lettori
- di Francois Ozon
- dal
- genere Drammatico
- tipo Sentimentale
- Laura De Gregorio
- di Michel Hazanavicius
- dal 09 12 2011
- genere Drammatico
- tipo Sentimentale
- Roberta Folatti
- di Pedro Almodóvar
- dal 23 09 2011
- genere Drammatico
- tipo Sentimentale
- Anna Romana Sebastiani
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Before Sunset - Prima del tramonto
di Richard Linklater
- Dati
- Titolo originale: Before Sunset
- Soggetto: Julie Delpy, Ethan Hawke, Richard Linklater
- Sceneggiatura: Julie Delpy, Ethan Hawke, Richard Linklater
- Genere: Drammatico - Sentimentale
- Durata: 80'
- Nazionalità: USA
- Anno: 2004
- Produzione: Richard Linklater, Anne Walker-McBay
- Distribuzione: Warner Bros Italia
- Data di uscita: 00 00 0000
- Cast
- Julie Delpy
- Ethan Hawke
Rohmer a stelle e strisce
di Simone Braguglia
Pensato come seguito di Prima dell'alba, questo Before sunset fa in modo che Jesse e Celine si ritrovino ora, dieci anni dopo, a Parigi in seguito alla presentazione del libro scritto da lui. Ieri Vienna ora Parigi come set ideale del loro amore o qualcosa che in qualche modo gli si avvicini.
Nonostante questo film viva di vita propria è inevitabile che l'aver visto il precedente aiuti, non tanto in termini di comprensione, quanto piuttosto a ritrovarsi già calati in quel tipo d'atmosfera e complicità.
Il regista Richard Linklater sembra attestare anche con quest'ultimo lavoro, l'infelice momento della sua vena creativa. Sono circa sei o sette anni che l'autore non riesce più a ripetere i successi ottenuti a inizio carriera, continuando però nella lodevole intenzione d'alternare film di genere completamente opposto. Before sunset che segue il molto modesto e sopravvalutato School of rock, non riesce infatti a riscattarsi da una mediocrità piuttosto evidente.
Costruito su tre lunghissimi piani sequenza, un paio d'altrettanto lunghe scene uniche alternate da campi/controcampi, il film potrebbe apparire abbastanza lento nel suo scorrere e perdere quindi il motivo d'interesse, ma non è così. Non è cioè questo il suo principale difetto, non ci si annoia a vedere una macchina da presa incollata ai volti più che ai corpi dei due unici protagonisti, non ci pare nemmeno lento un film iper-parlato nel quale non succede praticamente nulla. Non è questo il punto. Il punto è che quel parlato, sottolineo "quel", gira spesso a vuoto senza andar oltre una somma di citazioni e aneddoti degni il più delle volte di stare scritti dentro i Baci Perugina. Linklater da par suo è bravo, sa creare con nulla atmosfere piacevoli e accattivanti, gli si perdonano anche piccoli buchi di sceneggiatura, ha una regia molto fluida e funzionale al tutto. Ma non basta.
Quello che manca a questo film è andare oltre il carino, pur avendo l'innegabile mestiere dei protagonisti e di chi li dirige, non possiede quello scatto che lo elevi dalla mediocrità e che lo porti almeno al livello del primo che, se non altro, ha il pregio d'esser diventato culto per generazioni di romanticoni.
Certo a voler andar più a fondo si potrebbe ritrovare in questo tipo di film un'interessante riflessione sul tempo. La scelta di realizzare un film con gli stessi attori dieci anni dopo averne fatto un primo e, contestualmente, di ribaltare e congelare questo tempo in un ipotetico contrappasso, dentro la canonica ora e mezza, ma soprattutto dentro questa manciata di lunghissimi piani sequenza, indurrebbe noi spettatori a riflettere su ciò che il cinema può fare dinnanzi allo scorrere del tempo, ai limiti imposti dalla durata o dalla singola scena.
Avrà veramente pensato a questo il regista quando ha ideato questa nuova operazione? Molto probabilmente no.
Ha pensato esclusivamente a fare un film d'intrattenimento, a sfruttare appieno il fascino parigino, qui per altro mai banale e mai da cartolina, ad affidarsi a un'ottima prova dei due attori qui anche sceneggiatori e a far sua la lezione rohmeriana. C'è riuscito in parte, cioè solo nella misura delle atmosfere e della prova attoriale, ha fallito però in quella più importante, nei contenuti, inserendo anche un po' troppi cliché ed una Delpy cantantessa davvero, ma davvero, imbarazzante.
Né bello né brutto, mediocre.
I lettori hanno scritto 4 commenti
- commento il fim è ottimo..il significato è profondo. La regia è semplice i dialoghi sono profondi e le interpretazioni buone. Non capisco perchè lo snobbate..Per me è ottimo come continua di "PRima dell'Alba".
- commento il film è PESSIMO, veramente pessimo. I dialoghi sono fastidiosamente scontati, i protagonisti irritanti e squallidi: lui marito insoddisfatto, lei sentimentalmente delusa e tormentata. brutto film...
- commento I limiti del film sono chiari .Eppure lascia qualcosa.Sara' che ora come allora ho la stessa eta dei protagonisti,per me e' come un melanconico segnatempo alla Antoine Doinel di Truffau"si parva licet
- commento nelle loro conversazioni cè tto il bignamidi una generazione che nn vuole accettare la vita come sinonimo di disincanto e accettazione.COME PORTARE L ORDINARIO DI TTI I GIORNI ALLO STRAORDINARIO.
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