La storia del clown Miloud e del suo sogno, diventato realtà, di entrare in contatto con una banda di ragazzini che vivono nel sottosuolo di Bucarest, tra furti e prostituzione, in condizioni disumane.
Il voto del redattore
- voto
- 3/5
- valutazione
- Un cinema doloroso e mai ricattatorio che affianca attori professionisti a debuttanti raccolti dalla strada e dalle scuole (i bambini, dolorosamente bravi, a cominciare dai piccoli Robert Valeanu e Andreea Perminov).
Il voto dei lettori
- voto medio
- senza voto
- numero votanti
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- di Renate Costa
- dal 04 03 2011
- genere Drammatico
- tipo Documentario
- Sara Troilo
- di Sabina Guzzanti
- dal 07 05 2010
- genere Drammatico
- tipo Documentario
- Sara Troilo
- di Alex Gibney
- dal 22 05 2009
- genere Drammatico
- tipo Documentario
- Roberta Folatti
- di Michael Winterbottom, Mat Whitecross
- dal 15 09 2006
- genere Drammatico
- tipo Documentario
- Stefano Tirelli
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Pa-ra-da
di Marco Pontecorvo
- Dati
- Titolo originale: Pa-ra-da
- Soggetto: Marco Pontecorvo, Roberto Tiraboschi
- Sceneggiatura: Marco Pontecorvo, Roberto Tiraboschi
- Genere: Drammatico - Documentario
- Durata: 100 min.
- Nazionalità: Italia, Francia, Romania
- Anno: 2008
- Produzione: Panorama Films, Rai Cinema, Yalla Films, Domino Film
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 19 09 2008
Il dramma dei "boskettari" dai canali di Bucarest al grande schermo
di Francesca Paciulli
Miloud (il francese Jalil Lespert) è un bel ragazzo di venti anni. Vive e studia a Parigi quando il suo spirito nomade e idealista lo porta ad una scelta di vita poco comprensibile per chi gli sta accanto: lasciare il suo paese per esibirsi come clown di strada nella Bucarest post Ceausescu. Trasferitosi a casa di un amico e della sua coinquilina italiana, l'assistente sociale Livia (Evita Ciri), Miloud indossa la sua sformata giacca nera e il naso rosso da clown e inizia a girare per le strade di Bucarest. Proprio quando è pronto a rientrare a Parigi, nei pressi della stazione, si imbatte nel faccino sporco e malnutrito di un bambino di strada. Non è facile per Miloud conquistare la fiducia del piccolo Cristi (Robert Valeanu), ma grazie al suo sguardo gentile e alla sua bizzarra gestualità da clown, poco per volta riesce a farsi accettare da Cristi, Alina (Andreea Perminov), Tea (Cristina Nita) e dalla nutrita comunità dei "boskettari", bambini che vivono ammassati nella rete dei canali, sniffano sistematicamente colla e vernice per annientare il dolore di una vita di stenti e soprusi, rubano e si vendono per pochi spiccioli o per un audio-cassetta di musica rock. Un passo alla volta, e non senza difficoltà e ostruzionismi (da parte della polizia che pur di liberarsi di Miloud non esita a ricoprirlo di accuse infamanti e della stessa ambasciata francese che gli intima di tornarsene in Francia), Miloud riesce a instillare nei bambini il significato delle parole fiducia e rispetto.
Salutato da dodici minuti di applausi alla proiezione del pubblico, al 65° Festival del Cinema di Venezia (dove concorreva nella sezione Orizzonti), Pa-Ra-Da è il primo lungometraggio di Marco Pontecorvo (con Ore 2 calma piatta vinse il Nastro d'argento per il miglior cortometraggio 2003 e il Nice Film Festival 2004), apprezzato direttore della fotografia di Francesco Rosi, passato dietro la macchina da presa per raccontare la vera storia del clown di strada Miloud Oukili, giovane francese di origini algerine che, nella prima metà degli anni Novanta, decise di lasciare la Francia per occuparsi dei bambini di strada di Bucarest e coinvolgerli nell'allestimento di spettacoli circensi itineranti e quindi, dal gennaio del 1996, nella fondazione "Parada".
Un uomo, Oukili, che Pontecorvo si guarda bene dal presentarci come esente da difetti ma di cui vuole mostrarci il calore umano e il desiderio di mettere in gioco tutto se stesso pur di far riemergere dal sottosuolo i "boskettari" di Bucarest, anche quando tutto e tutti sembrano volerlo abbandonare. E in questo lo aiuta moltissimo la coinvolgente interpretazione di Jalil Lespert (già stagista pieno di ideali in Risorse Umane e giornalista entusiasta in Le passeggiate al Campo di Marte), massiccio nel fisico, delicato nell'animo. Il suo Miloud è una forza della natura, un uomo della strada che, sospinto da un idealismo quasi accecante e da un pizzico di folle immaturità, interviene con tutta l'ostinazione di cui è capace per strappare i ragazzi da una quotidianità e da un futuro di espedienti, miseria e sfruttamento. E per farlo sceglie di vivere dei loro stessi stenti, di seguirli sotto i canali, di condividere la vita sotterranea che i bambini hanno scelto di vivere per sfuggire da famiglie incapaci di provvedere al loro sostentamento e da orfanotrofi che non sanno prestare loro ascolto. Solo all'interno del loro mondo - l'unico che conoscono - Miloud potrà provare a diffondere il colore e il calore di un rapporto di reciproca fiducia.
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