Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Non un capolavoro ma comunque da non perdere per i patiti dei due mostri squartatori
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.6/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 16 lettori
- di George Lucas
- dal 20 05 2005
- genere Azione
- tipo Sci-fi
- Sara Troilo
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Alien vs. Predator
di Paul W.S. Anderson
- Dati
- Titolo originale: AVP: Alien vs. Predator
- Soggetto: Paul W.S. Anderson su personaggi creati da Dan O'Bannon, Ronald Shusett, Jim e John Thomas
- Sceneggiatura: Paul W.S. Anderson, Shane Salerno
- Genere: Azione - Sci-fi
- Durata: 101 min.
- Nazionalità: U.S.A., Canada, Germania, Repubblica Ceca
- Anno: 2004
- Produzione: Davis Entertainment, Impact Pictures, Kut Films, altri
- Distribuzione: 20Th Century Fox Italia
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
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Rosso, acido, fosforescente.
di Luigi Faragalli
La formula ha un predecessore: il meno riuscito e meno fortunato Freddy vs. Jason. E' abbastanza semplice come idea, si prendono due mostri entrati nell'immaginario colletivo e divenuti ormai classici, si pensa un soggetto che riesca in qualche modo a giustificare l'incontro e poi si dà via libera alle mazzate. Lo scopo è ugualmente palese, quel che si spera è di riuscire ad acchiappare i fanatici di una creatura e dell'altra, innescare magari anche una sorta di tifo e creare curiosità intorno all'esito della sfida, affollando dunque la sala.
Lo scontro in questione è poi già avvenuto nel mondo dei videogame, quindi agli appassionati cinefili sarebbero teoricamente da aggiungere anche i giocatori incalliti che hanno apprezzato i diversi titoli usciti sul tema Alien contro Predator.
Certo gli insiemi di pubblico potenziale non sono né distinti né separati ed hanno larghe zone di sovrapposizione tuttavia il botteghino almeno negli Stati Uniti ha comunque premiato l'operazione, con più di trentotto milioni di dollari incassati nel primo weekend di programmazione.
E' innegabile che l'essere umano come combattente faccia un po' sorridere, nudi, come mamma ci ha fatto, già sul nostro pianeta d'origine diverse specie di esseri viventi ci fanno a pezzi con una certa facilità , si salva giusto Tarzan, ma sudando.
Figuriamoci uscendo dal nostro pianeta.
Immaginate una piramide sincretica come un bel ring: nell'angolo verde fosforescente, alti una quaresima, tecnologia inconcepibile, capelli rasta, fattezze da granchi e fiato puzzolente... i Predator, compagni di caccia! Nell'angolo giallo acido, lunghi due quaresime contando la coda, testoni bislunghi, bocche telescopiche, riflessi che un gatto al confronto sembra un bradipo... gli Alien, fratellini di covata!
In mezzo, furbissimi, gli esseri umani, e senza essere nemmeno arbitri o presentatori.
Come si intuisce già da questa mia presentazione esiste tutto un bagaglio di conoscenze apprese durante la visione dei cicli dedicati rispettivamente all'uno o all'altro cattivone che, seppur non assolutamente necessario alla visione del film, di certo non guasta avere.
Per prima cosa è utile quantomeno aver sentito parlere di Alien o di Predator, per non incorrere nello spiacevole inconveniente del non riuscire a distinguerli, eventualità che, lo giuro, in sala è capitata a più di uno spettatore, poco disposto per giunta a tenersi la cosa per sé come intimo segreto.
Intendiamoci, non essendo concepito come episodio dell'una o dell'altra linea narrativa ma semplicemente come il più classico dei cross over il film è fruibile in sé, gli elementi di base vengono forniti tutti nella pellicola per permetterne la comprensione. I Predator vengono correttamente dipinti come una fiera razza guerriera e cacciatrice, tecnologicamente evolutissima ma ancora legata a riti tribali di passaggio all'età adulta. Per contro si intuisce facilmente la natura degli Alien, belve intelligentissime, dotate di istinto fenomenale, organizzate come insetti sociali attorno ad una regina ma privi di qualsivoglia tecnologia, la loro forza è legata esclusivamente alla loro costituzione, a come sono fatti.
Un ipotetico WWF interstellare avrebbe sicuramente da ridire sul trattamento riservato nei secoli dai Predator sia agli umani che agli Alien, mancando però un tale organismo la specie più tecnologicamente avanzata è ovviamente quella che la fa da padrone, mettendo la propria vita a rischio di proposito, per provarsi, per cacciare, per dimostrare il proprio valore, per divertirsi.
Sottotraccia si legge quasi una strana ammirazione per i grandi guerrieri e, come già nei due precedenti film in cui i Predator pur spietati disprezzavano le prede troppo semplici, deboli o disarmate, anche qui troviamo in loro una sorta di codice d'onore però ancora più definito, una sorta di nobiltà comportamentale che porta fino al rispetto per l'essere inferiore dimostratosi valido combattente, un'etica del guerriero che riconosce il suo pari e gli conferisce, in quanto tale, il marchio del valore, il riscatto quindi di un campione a nome dell'umanità tutta, finalmente in grado di sollevarsi dal rango di animale da riproduzione a quello di guerriero simile agli antichi dei.
In tutto questo ad uscirne meglio di tutti sono chiaramente gli Alien, che non hanno rituali, religioni, passioni per la caccia o altre strane manie, loro fanno soltanto quello che è nella loro natura, a ben guardare non sono neppure cattivi, come per gli animali anche per gli Alien il giudizio morale non ha alcun senso, non potrebbero vivere diversamente, semplicemente, è chi li caccia per il gusto di farlo che è chiaramente disgustoso nell'agire, simile dunque all'uomo, quindi nostro unico possibile alleato. Gli Alien non conoscono trattativa, non conoscono diplomazia, non sono interessati al dialogo, sono come gigantesche terrificanti formiche.
Il ritmo è davvero molto sostenuto, il film fila via diritto spedito dall'inizio alla fine, con qualche esitazione come il dialogo sulla luna del cacciatore, francamente inutile, per nostra fortuna però almeno la scena in cui il buon Raoul Bova canta O sole mio sulla neve è stata provvidenzialmente tagliata e quindi si riesce comunque a scivolare veloci lungo la trama zuffa dopo zuffa, qualcuna delle quali francamente troppo confusa, fino ad un finale prevedibile per chi conosce i partecipanti abbastanza a fondo ma ugualmente non spiacevole, un finale complice.
Resta incomprensibile l'aver voluto dare le fattezze (e il nome seppur come secondo) del caro androide Bishop al miliardario padrone della multinazionale promotrice della spedizione alla volta della piramide polare infestata. Inspiegabile visto che nel primo episodio della saga di Alien ci sono androidi di tipo diverso e nel terzo capitolo fa una fugace apparizione colui che dice di essere il creatore degli androidi Bishop. Sarà un esercizio narrativo non da poco spiegare questo vezzo al momento di un'ipotetica ricomparsa di Lance Henriksen in qualche capitolo futuro.
Sopportabile qualche stupidaggine nei dialoghi, non sappiamo se imputabile alla stesura o alla traduzione, come le particelle cariche che attratte dal campo magnetico terrestre invece di causare un'aurora boreale causano una "tempesta solare", del resto gli appassionati di fantascienza sono abituati a veder chiamare il silicio silicone ed il carbonio carbone.
Un ritocco verso l'alto al voto tutto per il prefinale al culmine della lotta con la regina, splendida citazione di diverse scene analoghe nella serie degli Alien, difficile da immaginare sulla terra ed invece realizzata con ottima trovata.
Chiudiamo poi con una riflessione di genere: se io fossi un Alien, soprattutto una regina, dopo cinque film trovandomi di fronte una donna umana mi metterei la coda fra le gambe ed andrei a cercare un po' di maschi da sterminare, è chiaro che la femmina è la combattente letale nella nostra specie.
I lettori hanno scritto 11 commenti
- commento Per forza i due mostri si confondono, sono dello stesso colore: nero. E il film è tutto al buio. :)
- commento I predator sono quelli che stanno in piedi dritti. :)
- commento E' uno spinoff dal videogame o dal fumetto?
- commento Soggetto e sceneggiatura sono del regista, quindi probabilmente si sarà ispirato a tutto il materiale disponibile ma ufficialmente non si tratta né di uno spin off né di una trasposizione.
- commento Se non erro nei lontani anni novanta la versione a fumetti era stata affidata niente popo' di meno che a X-Chris Claremont. Ricordo vagamente che poi ebbe una storia travagliata ma sinceramente...
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