Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Forse questa è una fiaba un po' (troppo) malinconica (malincomica, forse sarebbe meglio definirla), un po' noir, tanto grottesca, ma almeno per un'oretta ci fa tornare bambini, a bocca aperta, con gli occhi stupiti a guardare lo schermo, ci permette di sognare e ridere un po'.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 22 lettori
- di Ash Brannon, Chris Buck
- dal 05 10 2007
- genere Commedia
- tipo Animazione
- Elena De Dominicis
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Appuntamento a Belleville.
di Sylvain Chomet
- Dati
- Titolo originale: Les Triplettes de Belleville.
- Soggetto: Sylvain Chomet
- Sceneggiatura: Sylvain Chomet
- Genere: Commedia - Animazione
- Durata: 78 min.
- Nazionalità: Belgio/Canada/Francia
- Anno: 2003
- Produzione: Les Armateurs, France 3 Cinema, Rgp France, Production Champion, Vivi Film, Canal+, Cofimage 12.
- Distribuzione: Mikado
- Data di uscita: 00 00 0000
Piccolo mondo animato.
di Lucio Carbonelli
Ci sono storie così immaginarie che è assai difficile raccontarle, come si fa, sembra impossibile, eppure un modo si trova sempre. Certe storie possono essere raccontate solo attraverso i cartoni animati, animazioni quasi senza parole ma con tanta musica. È il caso di questa storia, o sarebbe meglio dire di questa fiaba.
Questa fiaba ci racconta di un mondo lontano, un piccolo mondo mica tanto lontano poi, ché a cercare bene si trova ancora. Un mondo in cui la televisione era ancora una rarità, e le stelle erano ancora in bianco e nero, ma assai brillanti, stelle come Fred Astaire, Django Reinhardt, Josephine Baker, Buster Keaton. Un piccolo mondo dove viveva un bambino un po' grassottello, assai melanconico, un bambino che sognava di andare in bicicletta; quando lo sport era ancora una cosa pulita, quando Fausto Coppi (a cui il protagonista di questa favola ha rubato il naso, ma non solo) vinceva solo con la forza della proprie gambe.
Questo bambino viveva a casa della nonna, un'anziana signora, assai energica però, la quale ogni giorno si chiedeva perché il suo nipotino fosse così triste e passasse le sue giornate sospirando alla finestra, seppur così giovane. Provò allora con dei regali: un trenino elettrico, un cagnolino
ma niente, il ragazzino rimaneva triste. Alfine, se ne accorse, regalò al nipotino una bicicletta ed era proprio quello che voleva.
E poi cosa successe? Successe che
. Ma perché raccontare tutto?
Meglio andare a vedere con i propri occhi, la storia di Madame Souza e del suo nipotino Champion, futuro campione già nel nome: in questo film troverete i faticosi, ma amorosi, allenamenti a cui una simpatica vecchietta sottopone il nipote, per prepararsi all'estenuante, ma fantastico, Tour de France, ma troverete anche Bruno, cane obeso e nevrotico che continua a sognare treni e ad abbaiarci contro; ancora, troverete una vecchietta che massaggia il nipote con l' ausilio di improbabili oggetti quali un aspirapolvere, due sbattiuova e un tagliaerbe, ma anche tre appassite starlette mangia-rane che cantano accompagnandosi (musica concreta, pare che si chiami) con un frigorifero, un giornale e un aspirapolvere.
Visiterete Belleville, città dove tutti sono grassi e strani, città grande, enorme, infinita, dove i palazzi sono grandi, enormi, infiniti, così come le navi, sembrano mangiarti, divorarti, e se i treni non ti passano dentro casa, poco ci manca; città dove c'è una mafia cattiva, nera e quadrata, che rapisce i ciclisti, li riempie di vino (o cosa?), e poi ci scommette su, dopo averli piazzati a correre davanti a uno schermo. Soldi a palate, pare che si facciano, con lo sport. Sembra tutto così surreale, fuori dal mondo
ma ne siamo proprio sicuri?
Forse questa è una fiaba un po' (troppo) malinconica (malincomica, forse sarebbe meglio definirla), un po' noir, tanto grottesca, ma almeno per un'oretta ci fa tornare bambini, a bocca aperta, con gli occhi stupiti a guardare lo schermo, ci permette di sognare e ridere un po', a noi che siamo così lontani da quel piccolo mondo (antico) dove vivevano Madame Souza e Champion. Un piccolo mondo (forse) perduto per sempre, per noi che viviamo così immersi nella fredda e industriale Belleville.
"Il film è finito", ci avvertono dallo schermo, alla fine, appunto, con un pizzico di tristezza. Meglio ci abbiano avvertito, avremmo rischiato di non voler uscire più, là fuori.
I lettori hanno scritto 5 commenti
- commento il film è bellissimo non ho trovato un nesso nellla frase finale nello scermo abasso a destra ai parenti vorrei capire il suo riferimento
- commento la storia è fatta molto bene ,vorrei capire alcuni dettagli,"ai parenti"ha un tono critico? come mai questa scelta? grazie
- commento Chomet dedica il film à mes parents, ai suoi genitori quindi. Non ho visto la versione italiana ma se hanno tradotto con "parenti" si tratta di un mero errore.
- indirizzo IP 87.30.205.93
- data e ora Mercoledì 15 Febbraio 2006 [21:14]
- commento é bellissimo (specialmente le triplettes) ma mette molta tristezza e non si direbbe, deto che è un cartone!
- indirizzo IP 80.22.193.105
- data e ora Martedì 14 Marzo 2006 [12:11]
- commento inanzi tutto questa non è una fiaba indi percui non è rivolta a un pubblico infantile...provate a trovare il significato di questa "fiaba" e vedrete che non è propio così per bambini
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