Il voto del redattore
- voto
- 3/5
- valutazione
- Lo scandalo non c'è, ma il buon film sì.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.4/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 5 lettori
- di Francois Ozon
- dal
- genere Drammatico
- tipo Sentimentale
- Laura De Gregorio
- di Michel Hazanavicius
- dal 09 12 2011
- genere Drammatico
- tipo Sentimentale
- Roberta Folatti
- di Pedro Almodóvar
- dal 23 09 2011
- genere Drammatico
- tipo Sentimentale
- Anna Romana Sebastiani
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Nathalie...
di Anne Fontaine
- Dati
- Titolo originale: Nathalie...
- Soggetto: Philippe Blasband (romanzo)
- Sceneggiatura: Anne Fontaine, Jacques Fieschi
- Genere: Drammatico - Sentimentale
- Durata: 105 '
- Nazionalità: Francia, Spagna
- Anno: 2003
- Produzione: Alain Sarde
- Distribuzione: Istituto Luce
- Data di uscita: 00 00 0000
Nathalie, l'amore pensato.
di Simone Braguglia
Ventitre anni dopo il capolavoro di Truffaut La Signora della porta accanto, la coppia Fanny Ardant Gérard Depardieu torna di nuovo a tormentarsi d'amore in Nathalie, film di Anne Fontaine.
Coppia borghese parigina capisce d'essere in crisi matrimoniale in seguito alle scappatelle extraconiugali di lui, la moglie-Ardant, invece di mandare tutto al diavolo, decide d'esplorare il loro rapporto ormai al capolinea da un altro e insolito punto di vista. Contatta, quindi, una puttana, la bellissima Emmanuelle Béart, per cercare di provocare (sai che sforzo!) il marito e tentare di capire così un po' di più del loro fallimento amoroso. Chiaramente il triangolo appena formatosi partirà per la tangente ed avrà (im)prevedibili esiti.
Fiumi d'inchiostro spesi, migliaia di pagine scritte e decine di film girati non sembrano aver modificato più di tanto la formula truffautiana del "né con te, né senza di te", qui c'e' il tentatavo d'aggiornarla con un pizzico d'eros trasgressivo che poi, come si vedrà, trasgressivo non e' affatto.
Il film, francese fino al midollo, si poggia su due fattori essenziali: messa in scena e interpretazione del bravo e ben assortito terzetto attoriale.
Ambientato in interni ultraborghesi cui fa da contraltare un' invernale e brumosa Parigi, il lavoro della Fontaine s'avvale di un'accattivante scenografia-acquario nella quale far muovere i protagonisti immersi nei dubbi e nelle ansie d'amore. La città assume quindi il ruolo d'opprimere e condizionare le vite dei personaggi, affossandoli attraverso i suoi abitudinari e borghesissimi riti. Cene, feste e presentazioni artistiche sono il lato presentabile ma vacuo di esistenze sempre sull'orlo d'una crisi di nervi, come i continui (e forse fasulli) viaggi all'estero di Depardieu sembrano per lui le uniche vere boccate d'ossigeno.
Viene da sé che anche nell'ambientazione non c'è nulla che non sia stato già visto molte altre volte in tanti altri film, non e' difficile costruire inquadrature in una livida Parigi, con velluti e continue sigarette accese, ma è altrettanto vero che nonostante sia accademica e autoriale, la resa che ci giunge è d'indubbio fascino.
Una regia quasi assente, o comunque ancorata a statici standard protocollari, non dà mai al film quello scatto che potrebbe personalizzarlo e fargli raggiungere quell'autonoma grazia che innalzerebbe un prodotto medio-buono ad un qualcosa di più alto, di migliore. Dialoghi spesso eccessivamente costruiti e volutamente disturbanti, specie nella prima parte, sono l'ennesima dimostrazione di quello che spesso ai francesi piace tanto fare: ammantare i propri film d'un misto di romanticismo e maledettismo che ottiene il risultato di dare al film sicuro fascino apparendo pero', a volte, troppo macchinoso. Il sesso è tutto parlato e poco fatto, tutto particolari arditi ma poca realtà.
L'altro elemento fondamentale del film sono gli attori, tutti credibili e tutti estremamente in palla.
L'Ardant, tormentata dalle passioni d'un amore che le sta scappando via, è quanto di meglio ci possa capitare di vedere, riesce a rendere estremamente bene anche il suo lato più trasgressivo rispetto a quello canonico di donna borghese tutta abitudini. La Béart, biondissima, interpreta la puttana Nathalie in maniera sorprendente, si lancia in situazioni scabrose senza però mai apparire ridicola, riuscendo a passare dalle fattezze di tranquilla e dimessa estetista a quelle di donna aggressiva e disinibita, fino a quelle altrettanto ben rese di consigliera coniugale.
La vera sorpresa del terzetto proviene però dal personaggio maschile che dei tre è quello che fa sì scaturire tutto, ma è anche quello meno presente, più defilato. Depardieu, per una volta negli ultimi quindici anni almeno, rinuncia -udite! udite!- al suo stravisto lato gigione, e si tuffa anima, cuore e corpo su un ruolo perfetto per lui: mascalzone quando serve ma anche capace di farsi amare e ridesiderare.
Il film e' diretto da una donna eppure esalta la parte maschile del terzetto, l'Ardant incarna una donna che insegue, e s'umilia nel farlo, un uomo che la tradisce, fino alla scoperta e alla sorpresa che la catapulta nella nuova veste di visionaria. Insomma comunque schiaffi, ma non è questo che importa in un film, come non importa, ma forse stona un po', quel finale a sorpresa che tutto ripara e ci riporta rassicurati verso il solito alveo familiare, non come presa di coscienza su una raggelante verità ma come ambito traguardo, come agognata meta.
Tutto questo materiale nelle mani d'un Rivette o anche più umilmente d'un Leconte marito della parrucchiera, avrebbe sicuramente sfavillato mentre ora "s'accontenta" di creare un buon film, che comunque non è mai cosa da poco.Cosa aspetti a diventare un utente registrato?
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