Il voto del redattore
- voto
- 2/5
- valutazione
- Il film ha il peggiore dei difetti: la banalità
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 4 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
L'amore ritrovato
di Carlo Mazzacurati
- Dati
- Titolo originale: L'amore ritrovato
- Soggetto: Carlo Mazzacurati, Claudio Piersanti
- Sceneggiatura: Carlo Mazzacurati, Claudio Piersanti
- Genere: Drammatico - Storico
- Durata: 108 '
- Nazionalità: Italia
- Anno: 2004
- Produzione: Bianca Film, Medusa, Pyramide Productions
- Distribuzione: Medusa
- Data di uscita: 00 00 0000
La mediocrita' dello sguardo
di Simone Braguglia
C'era una volta un cinema italiano, quello d'impegno civile ma anche la cosiddetta commedia, che ambiva ad analizzare e quindi ad occuparsi di tutto ciò che gli accadeva intorno. Del momento storico nel quale si viveva, delle incongruenze della società che ci circondava, con noi stessi più o meno complici di queste sue disfunzioni. Questa attenzione verso l'esterno portava spesso a dei film che sapevano affrontare questo compito in modo compiuto e consapevole, altre volte invece, come in tutte le cose, si falliva l'obbiettivo. La costante, però, era che almeno ci si provava.
Da qualche anno a questa parte, invece, sembra che la preoccupazione principale di certi cineasti nostrani sia quella di non rischiare nulla, di andare a colpo sicuro verso storie e regie il più possibili rassicuranti per incontrare il più vasto favore del pubblico. Spesso poi, quest'ultimo fattore neanche viene -pensa un po' te- raggiunto.
Il caso dell'ultimo lavoro di Mazzacurati, L'amore ritrovato, sembra ascriversi dritto dritto a questa categoria di film rassicuranti e niente più.
Partendo dal libro di Cassola Una relazione, il regista ambienta negli anni '30 in Toscana il percorso sentimentale e di vita di due ragazzi (i comunque bravi Stefano Accorsi e Maya Sansa). Già amanti qualche anno prima, i due ora si ritrovano ora innamorati di nuovo ma con entrambi qualche problema in più: lui un matrimonio in crisi mentre lei un lavoro precario ed una famiglia non proprio limpida alle spalle. Qualche anno di tira e molla sentimentale ed ecco che la Guerra inevitabilmente li dividerà, ma come sempre non è detta l'ultima parola.
Chiaramente concepito come parallelismo tra dramma privato, quello del cuore, e dramma collettivo, la Guerra, il film sceglie di esorcizzare il primo offrendo un'appiccicata e consolatoria scappatoia finale.
A fronte d'una prima parte meglio articolata e più gradevole, anche questa a dire il vero imbalsamata ed impolverata tra baffetti e brillantina per capelli, c'è però da sorbirsene anche una seconda completamente tirata per le lunghe e piuttosto noiosa. Avvalendosi d'una sceneggiatura fatta tutta di sguardi e situazioni, il film pur con i suoi limiti, riesce solo all'inizio a fornirci un quadro piuttosto credibile della storia d'amore, con le ipocrisie dell'epoca diligentemente esposte, anche se il livello qualitativo non si scosta più di tanto da una media/buona fiction di Rai Due. Man mano che il lavoro procede, però, ecco che da una mediocrità si passa piano piano a qualcosa di veramente più modesto.
E' così che in carenza d'idee si fa ricorso a traumatici espedienti, vedi infiniti giri in giostra, balli ruffiani ed inspiegabili e cartolineschi giri d'Italia in treno. Quando la noia comincia a farsi sentire, su d'un lavoro già fortemente stantio vengono inseriti elementi letali quali la triste caratterizzazione dei personaggi, ridotti a semplici macchiette. Ecco quindi, bontà della fantasia, fare capolino la portiera impicciona, i marinai dongiovanni e il capostazione che cita i classici, insomma se non si scade nel fotoromanzo poco ci manca.
L'amore ritrovato è il classico film strutturato in modo talmente prevedibile che sai già in anticipo che tipo d'inquadratura il regista adotterà, non produce cioè mai, neanche sotto l'aspetto tecnico, quel poco d'imprevedibilità che sempre ci vuole per non consegnarci un prodotto che, oltre ad essere decisamente modesto, è anche da protocollo.
Per effettuare scarti, per saper offrire discrepanze tra ciò che banalmente andrebbe fatto e quello che invece si decide di dare, per saper osare sia con le storie che con le immagini, non bisogna per forza chiamarsi Lynch o Cronenberg. Anche lo stesso Mazzacurati, infatti, lo ha saputo fare in passato in lavori quali "Il toro" o "Vesna va veloce", film che sapevano affrontare in modo assolutamente personale e mai banale l'enorme problema dell'est europeo.
Se, invece, si continuerà a realizzare lavori come questo, si contribuirà alla mancanza d'ossigeno per il cinema nostrano e non, perché la mediocrità e la piattezza, si sa, soffocano più d'ogni altra cosa
I lettori hanno scritto 3 commenti
- commento Pienamente in linea col recensore, un film inutile e che si fa dimenticare subito.
- commento banale, banalissimo...veramente insopportabile! ...ci sono rimasta così male che non sono ancora riuscito a dimenticarlo...
- indirizzo IP 81.122.253.233
- data e ora Venerdì 26 Maggio 2006 [12:27]
- commento Lo trovo un film coinvolgente, nonostante non presenti nulla di nuovo rispetto ad altre pellicole dello stesso genere.
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