Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Che paese è dove il potere salvifico del Cinema si riduce a mandare dei bambini in prigione, per metterli al sicuro? Questo è un film che ci mostra un luogo dove purtroppo neanche il Cinema riesce a vincere la Realtà.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 1.9/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 51 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Piccoli Ladri
di Marziyeh Meshkini
- Dati
- Titolo originale: Stray Dogs
- Soggetto: Marziyeh Meshkini
- Sceneggiatura: Marziyeh Meshkini
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 93 min.
- Nazionalità: Iran
- Anno: 2004
- Produzione: Makhmalbaf Film House/Wild Bunch
- Distribuzione: BIM Distribuzione
- Data di uscita: 00 00 0000
- Cast
- Gol Ghoti (bambina)
- Zahed (ragazzino)
- Twiggy (cane)
- Agheleh Rezaii (madre)
- Sohrab Akbari (secondino Atef)
- Link
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Ladri Randagi.
di Lucio Carbonelli
Quanto disperata e senza nessuna prospettiva di futuro deve essere una persona per aspirare alla prigione piuttosto che alla libertà? In Afghanistan basta poco: sei un bambino, i tuoi genitori sono in prigione e non hai un posto dove dormire. Questa non sembra una cosa tanto rara da quelle parti.
Questo film, appunto, ci racconta la storia di un bambino e una bambina senza casa né genitori: il padre è prigioniero degli Americani, la madre è in prigione a causa del marito che la accusa di adulterio.
All'inizio del film i due bambini salvano un cane da morte certa (certi bambini che lo inseguivano appellandolo di volta in volta "inglese!"-"americano!"-"russo!"
insomma un nemico) e per tutto il film questo cane sarà loro compagno di (s)ventura: il titolo originale di questo film, infatti, è "Stray Dogs" (cani randagi) ed è molto più veritiero del titolo italiano.
Questi bambini diventeranno "piccoli ladri" per necessità, ma prima che ladri sono, appunto, "randagi": vanno in giro per la città, da soli, la loro prima fermata giornaliera è una discarica dove cercano pezzetti di legno e carte da rivendere e se trovano un libro la sola cosa che possono fare è bruciarlo per riscaldarsi o rivenderlo, non certo leggerlo. Il loro unico pasto è costituito da certo pane secco che hanno la premura di offrire anche al loro piccolo amico canino, non prima di averlo affumicato sui vapori di carne alla brace.
"Prendi, sa di carne
se non mangi ti ammalerai e muori
" dice la magnifica bambina protagonista di questo film, ingenua, bravissima, trovata sulla strada (e probabilmente salvata da una misera vita) dalla stessa regista. Questi sono bambini buoni e si prendono cura del cane come dei genitori, ma non c'è nessuno di buon cuore che si prende cura di loro. Se solo il padre perdonasse la madre che s'è risposata solo per dare da mangiare ai figli e perché lo credeva morto almeno avrebbero qualcuno, ma il padre è un mullah talebano e non può accettare il disonore.
"Chi ci pensa a noi?", chiede la bambina più di una volta, ma al padre non importa di loro.
Cala la notte e ai bambini non resta che andare a dormire in prigione: "Siamo i prigionieri di notte", dicono, e vanno a dormire nella cella materna.
In giro non si vedono portatori di democrazia che dovrebbero aiutarli, in questo film i cosiddetti "liberatori" sono solo aerei che sganciano bombe o soldati in parata a cui fare "ciao ciao" con la mano. Non resta che aspirare alla prigione quindi, magari ispirati da un vecchio film in bianco e nero, un film di quelli artistici, quindi noiosi, come dice il commesso alla cassa: il film è "Ladri di biciclette" di De Sica, capolavoro neo-realista italiano che mostra loro come riuscire ad andare in prigione, per ricongiungersi alla madre, loro massimo desiderio.
Che paese è dove il potere salvifico del Cinema si riduce a mandare dei bambini in prigione, per metterli al sicuro? Un paese feroce, probabilmente, dove capita anche di filmare, forse per caso, una scena dove cani si sbranano l'un l'altro, feroci combattenti
una scena lasciata volontariamente però, come metafora di qualcosa di molto più grande.
Questo è un film che sembra vecchio ma invece è nuovo purtroppo, la pellicola appare sgranata ma al contrario è chiara e lucida. Spesso in questo film si vedono scene che sembrano ampie ma è assai semplice raccoglierle nell'abbraccio di uno sguardo: ci sono i due bambini e il loro piccolo cane, unico loro compagno, e poi in primo piano più di una volta c'è del fuoco
fuoco che forse li riscalda, ma non è questo il punto.
Quello è il fuoco di un mondo che sta andando in fiamme, è davanti agli occhi di tutti ormai, il fuoco di un inferno che bambini la cui unica sfortuna è stata nascere in Afghanistan, o in Ossezia sì, devono imparare a conoscere molto presto se vogliono sopravvivere
se vita si può chiamare questa, certo.
I lettori hanno scritto 6 commenti
- indirizzo IP 151.41.79.236
- data e ora Giovedì 10 Maggio 2007 [23:34]
- commento davvero un bel film. stile semplice, immediato.. e intellettualmente brutale. sullo stesso livello della storia che racconta.
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