Teheran, una bambina ci racconta com'è triste quando un popolo perde la libertà. Poi la bambina cresce, va a studiare in Europa, torna e tenta di vivere lo stesso nel suo paese. Ce la fa per qualche tempo, poi finisce per trasferirsi in Francia.
Il voto del redattore
- voto
- 5/5
- valutazione
- Un piccolo-grande gioiello dell'animazione tratto dall'omonima graphic-novel di Marjane Satrapi
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 3 lettori
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Persepolis
di Vincent Paronnaud, Marjane Satrapi
- Dati
- Titolo originale: Persepolis
- Soggetto: Tratto dal fumetto creato da Marjane Satrapi
- Sceneggiatura: Vincent Paronnaud, Marjane Satrapi
- Genere: Drammatico - Animazione
- Durata: 95 min.
- Nazionalità: Francia
- Anno: 2007
- Produzione: 2.4.7. Films, The Kennedy/Marshall Company, France 3 Cinéma, Franche Connection Animations, Diaphana Distribution, Celluloid Dreams, Sony Pictures Classics, Sofica Europacorp, Soficinema, CNC
- Distribuzione: BIM
- Data di uscita: 29 02 2008
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La figlia della Rivoluzione
di Chiara Orlandi
Marjane Satrapi, iraniana di nascita e parigina di adozione è l'autrice di Persepolis, un fumetto a carattere autobiografico nato nel 2000 e che ha riscosso successo dall'Europa alle Americhe. La pellicola, co-diretta dalla stessa Satrapi e da Vincent Paronnaud, ha ricevuto all'ultimo Festival di Cannes il Premio della Giuria in ex-aequo con Stellet Licht (Silent light) di Carlos Reygadas.
Nata nel 1969 a Ratsh sulle sponde del Mar Caspio, Marjane ha trascorso l'infanzia con i genitori e la nonna a Teheran dove, vivendo il passaggio tra monarchia e repubblica, ha frequentato la scuola francese. Durante la guerra contro l'Iraq e, a causa soprattutto della politica oppressiva del regime nei confronti dei progressisti occidentalizzati, la famiglia di Marjane spinge la ragazza a partire per l'Austria. La vita in Europa si rivela molto diversa, a tratti complicata ma anche sorprendentemente libera da condizionamenti religiosi e politici. Il periodo dell'università segna un triste ritorno in patria caratterizzato da rigidi condizionamenti e restrizioni politiche secondo cui le donne non possono mostrarsi in pubblico prive di chador e sono costrette a render conto delle compagnie maschili che frequentano. Così Iron Maiden, Abba e Michael Jackson divengono il retaggio del sogno occidentale di cui emergono i prodotti di una artificiosa democrazia. Marjane ha infatti vissuto le contraddizioni dell'emancipata Europa: i pregiudizi degli stessi cristiani verso lo straniero, l'ignoranza di chi non conosce l'Iran e l'indifferenza verso i più bisognosi, segno distintivo del freddo Occidente. Dopo un fallimento matrimoniale si affaccia concretamente l'idea di trasferirsi definitivamente in un altro paese, lontano dalla terra d'origine: la Francia. Il distacco dalla famiglia e dagli affetti rappresenta il prezzo da pagare per inseguire la libertà.
Cresciuta con genitori progressisti e socialmente impegnati, Marjane è una "privilegiata", figlia della Rivoluzione, una donna intelligente che riconosce attraverso i racconti dello zio assassinato in prigione l'inutilità della guerra e la pericolosità della mancanza di memoria. Grazie al coraggio della nonna - segnatevi l'idea dei gelsomini nel reggiseno: sono poesia pura! - la ragazza imparerà a conservare la propria integrità e a non rinunciare a se stessa. E, alla vigilia della partenza, altrettanto impedibili sono i saggi consigli della nonna che descrive come sia l'ignoranza ad essere il vero motore degli "stronzi".
Persepolis ha appassionato il pubblico di mezzo mondo per il tratto sobrio, l'asciuttezza delle tavole e l'immediatezza della storia raccontata. Un intreccio biografico, a mio avviso avvincente, che si presta a descrivere la storia di un Paese, prima in guerra e poi nella morsa della teocrazia. Della composizione grafica la pellicola conserva la brillante ironia, i paradossi che mettono in luce le diversità tra popoli, un radioso bianco e nero. Persepolis non si avvale di grandi avanguardie tecnologiche e quando parlo di animazione non si pensi a prodotti come Ratatouille o altre meraviglie della Pixar. Piuttosto fa pensare, anche se la stilizzazione è minore, a quelle sihlouette in stile "Principe Achmed" della Reiniger, tanto care all'avanguardia d'animazione russa degli anni Trenta. Aggiungo che non è da meno la lezione di Tim Burton con i suoi gotici riccioli floreali.
Se poi penso che Persepolis è sopravvissuta al rischio di diventare un disastro "Mi hanno addirittura proposto - ha commentato la Satrapi - progetti come una serie-tv alla Beverly Hills 90210 e un film con Jennifer Lopez nel ruolo di mia madre e Brad Pitt nel ruolo di mio padre! Assurdo!" Assurdo sì, sottolineo io. Regia dunque artigianale ma impeccabile. Musiche prevalentemente rock con una simpatica rivisitazione del classico "Eye of the tiger". Da segnalare anche un omaggio visivo per gli Einstürzende (e questo per me è un colpo basso ). Infine la scelta sui doppiatori italiani mi pare perfetta: Paola Cortellesi, Licia Maglietta e Sergio Castellitto.
Pur credendo nella fallibilità dell'ingrato compito del recensore promuovo appieno il coraggioso film della Satrapi. È la prima volta - e forse anche l'ultima - che mi espongo in un'ovazione totale per una pellicola che non è propriamente d'autore.
Lo squallore dell'ignoranza passa attraverso l'innocenza di una bambina, attraverso l'ingenuità di una ragazza e infine attraverso la silenziosa (e dolorosa) Rivoluzione di una donna. Una splendida lezione d'integrità che taglia le gambe all'intolleranza.
I lettori hanno scritto 1 commento
- indirizzo IP 213.140.11.139
- data e ora Lunedì 24 Marzo 2008 [18:40]
- commento Una bellissima trasposizione dal magnifico fumetto (da leggere asolutamente). Brava Marjane!
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