Il voto del redattore
- voto
- 4.5/5
- valutazione
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Il voto dei lettori
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- Questo film è stato votato da 5 lettori
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02 11 2013
Into the Wild - Nelle terre selvagge
di Sean Penn
- Dati
- Titolo originale: Into the Wild
- Soggetto: Jon Krakauer (romanzo)
- Sceneggiatura: Sean Penn
- Genere: Drammatico - Biografico
- Durata: 148 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2007
- Produzione: Paramount Vantage, River Road Films, Art Linson Productions, Into the Wild, River Road Entertainment
- Distribuzione: BIM
- Data di uscita: 25 01 2008
Recensione pubblicata il 04 12 2007
Questa recensione è stata letta 17902 volte
Sean racconta una vita lontana anni luce dall'american way of life
di Lorenzo Morganti
Nonostante l'apparizione alquanto poco elegante di Sean Penn sul red carpet, ubriaco come non mai, il suo è sicuramente uno dei film più apprezzati della festa del cinema di Roma. Tratto dal libro di Jon Krakauer, ispirato ad una storia vera, il film, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma (con la presenza del regista stesso in sala) parla di un ragazzo americano, Christopher McCandless, giovane neolaureato della Virginia che, in seguito al consguimento della laurea, decide di devolvere in beneficenza tutti i suoi risparmi, di bruciare la macchina e di partire per quello che lui stesso definisce: 'l'affare Alaska'. Il viaggio è una scoperta di se stesso, una fuga da tutto quello che lui considera futile ed inutile. La società moderna, i suoi usi e costumi, i comfort che non fanno altro che limitare la propria libertà; la laurea stessa ha lo scopo di far sentire le persone falsamente realizzate indirizzandole ad un cammino già scritto, in cui il libero arbitrio è molto condizionato da fattori non necessariamente decisi dalla persona stessa.
Tutto questo per Christopher McCandless non può essere barattato con una macchina nuova, che il padre (William Hurt) vuole regalargli per il termine degli studi, ultimati con il massimio dei voti, con l'apparenza di una vita colma di successo o di ricchezza, perchè questi non sarebbero stati sinonimo di felicità. La felicità materiale è una cosa che per Christopher non ha valore, o almeno non lo ha tanto quella dell'anima. Sentirsi libero, privo di ogni vincolo socio-etico-morale, seguendo il desiderio di scoprire una nuova vita, fatta di stenti e di esperienze non programmate a tavolino, ma capitate per qualche ragione, questo è ciò a cui ambisce il ragazzo.
E' una fuga nel vero senso della parola, dalla semplicità della vita moderna, dalle standardizzate abitudini di tutti i giorni, una vita alla ricerca delle difficoltà disconosciute dalla gran parte degli uomini.
Durante il suo tragitto Christopher si imbatte in situazioni più o meno difficili, conosce persone, fa esperienze e lavora quel tanto basta per il prossimo spostamento che si verifica sempre nel momento in cui comincia a stare bene nel luogo in cui si trova.
Stare bene è spesso sinonimo di tranquillità, ed è questo l'elemento che la 'poetica' di Christopher rinnega. L'uomo deve soffrire nelle stituazioni, deve sforzarsi di superare quelle che sono le difficoltà del posto e, una volta trovato un 'comfort', andarsene per sfidarsi ulteriormente. Ispirato alla vita reale di Christopher McCandless, il cui corpo fu trovato da un cacciatore all'interno di un bus in malora in Alaska, il film ti tiene incollato alla sedia per tutti i 147 miuti della sua durata. Il pensiero di Christopher è costantemente presente attraverso la voce fuori campo che è la sua medesima o quella della sorella, l'unica che veramente capiva Christopher e che ha potuto dare una spiegazione ad un gestro apparentemente inspiegabile.
Non è sicuramente un film per tutti; il suo sviluppo narrativo, per quanto coinvolgente sia, può risultare ostico per alcuni spettatori. La mancanza di un momento in cui la storia camba radicalmente potrebbe far sì che la visione del film risulti così statica e monotona. Personalmente non è stato così, come per molti altri in sala che hanno salutato la fine del film con un grande scroscio di applausi; di contro però, all'uscita della sala, ho anche sentito pareri contrastanti da persone che si sono annoiate, o addirittura addormentate. Io mi sento di consigliarlo caldamente questo Into the Wild poichè è un bellissimo film sull'uomo, sulla scoperta di vivere e sulla conoscenza.
Tutto questo per Christopher McCandless non può essere barattato con una macchina nuova, che il padre (William Hurt) vuole regalargli per il termine degli studi, ultimati con il massimio dei voti, con l'apparenza di una vita colma di successo o di ricchezza, perchè questi non sarebbero stati sinonimo di felicità. La felicità materiale è una cosa che per Christopher non ha valore, o almeno non lo ha tanto quella dell'anima. Sentirsi libero, privo di ogni vincolo socio-etico-morale, seguendo il desiderio di scoprire una nuova vita, fatta di stenti e di esperienze non programmate a tavolino, ma capitate per qualche ragione, questo è ciò a cui ambisce il ragazzo.
E' una fuga nel vero senso della parola, dalla semplicità della vita moderna, dalle standardizzate abitudini di tutti i giorni, una vita alla ricerca delle difficoltà disconosciute dalla gran parte degli uomini.
Durante il suo tragitto Christopher si imbatte in situazioni più o meno difficili, conosce persone, fa esperienze e lavora quel tanto basta per il prossimo spostamento che si verifica sempre nel momento in cui comincia a stare bene nel luogo in cui si trova.
Stare bene è spesso sinonimo di tranquillità, ed è questo l'elemento che la 'poetica' di Christopher rinnega. L'uomo deve soffrire nelle stituazioni, deve sforzarsi di superare quelle che sono le difficoltà del posto e, una volta trovato un 'comfort', andarsene per sfidarsi ulteriormente. Ispirato alla vita reale di Christopher McCandless, il cui corpo fu trovato da un cacciatore all'interno di un bus in malora in Alaska, il film ti tiene incollato alla sedia per tutti i 147 miuti della sua durata. Il pensiero di Christopher è costantemente presente attraverso la voce fuori campo che è la sua medesima o quella della sorella, l'unica che veramente capiva Christopher e che ha potuto dare una spiegazione ad un gestro apparentemente inspiegabile.
Non è sicuramente un film per tutti; il suo sviluppo narrativo, per quanto coinvolgente sia, può risultare ostico per alcuni spettatori. La mancanza di un momento in cui la storia camba radicalmente potrebbe far sì che la visione del film risulti così statica e monotona. Personalmente non è stato così, come per molti altri in sala che hanno salutato la fine del film con un grande scroscio di applausi; di contro però, all'uscita della sala, ho anche sentito pareri contrastanti da persone che si sono annoiate, o addirittura addormentate. Io mi sento di consigliarlo caldamente questo Into the Wild poichè è un bellissimo film sull'uomo, sulla scoperta di vivere e sulla conoscenza.
I lettori hanno scritto 2 commenti
gnoma
- indirizzo IP 87.21.206.141
- data e ora Giovedì 07 Febbraio 2008 [21:09]
- commento INNAMORATA di questo film, di Alexander Supertramp,della strada..da piangere: ma non perchè strappalacrime ma bensì per la belezza pura e distillata delle immagini, dell'anima,della natura e dell'uomo
laurentius
- indirizzo IP 213.156.52.126
- data e ora Lunedì 18 Febbraio 2008 [1:24]
- commento bellissimo, consigliato!!
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