Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Viene da chiedersi che cosa porta le platee a rifiutare con tanta veemenza opere che premono sulle paure più semplici e profonde dell'animo umano.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 2.4/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 6 lettori
- di Renate Costa
- dal 04 03 2011
- genere Drammatico
- tipo Documentario
- Sara Troilo
- di Sabina Guzzanti
- dal 07 05 2010
- genere Drammatico
- tipo Documentario
- Sara Troilo
- di Alex Gibney
- dal 22 05 2009
- genere Drammatico
- tipo Documentario
- Roberta Folatti
- di Michael Winterbottom, Mat Whitecross
- dal 15 09 2006
- genere Drammatico
- tipo Documentario
- Stefano Tirelli
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Open Water
di Chris Kentis
- Dati
- Titolo originale: Open Water
- Soggetto: ispirato a una storia vera
- Sceneggiatura: Chris Kentis
- Genere: Drammatico - Documentario
- Durata: 79
- Nazionalità: Usa
- Anno: 2003
- Produzione: Plunge Pictures
- Distribuzione: Eagle
- Data di uscita: 00 00 0000
Chi ha paura di immergersi in un film?
di Raffaella Arnaldi
Intendiamoci, questo non è il vostro classico horrorazzo-splatterone-roboante filmone da stagione estiva.
E' la storia, ispirata ad avvenimenti reali, di una giovane coppia in vacanza su un'isola, che durante un'immersione guidata in mare aperto viene dimenticata in pieno oceano dalla barca che li portava, a causa di un disguido. Le acque circostanti sono infestate da squali, secondo l'istruttore sub innocui e poco interessati agli umani.
Il taglio è minimalista: non c'è altro rispetto alla storia che ho raccontato, alle reazioni dei due protagonisti, via via che le ore passano e le speranze svaniscono, e alle dinamiche psicologiche che si instaurano tra di loro. Aggiunte e abbellimenti sarebbero stati assurdi, e in effetti il film funziona proprio nel suo seguire fedelmente le potenzialità del soggetto e nient'altro. E' una scelta, a ben vedere, estrema, che non sempre paga a livello di responso del pubblico.
Infatti, come ai tempi di The Blair Witch Project, le reazioni sono accese: Open Water, o ti prende, o lo rifiuti, e pare che la seconda abbia prevalso. Viene da chiedersi: che cosa porta le platee a rifiutare con tanta veemenza opere che premono sulle paure più semplici e profonde dell'animo umano? Perché film ben fatti come questo - e come BWP, con la sua finta trasandatezza a doppio taglio - coinvolgono certi spettatori (me) e spingono molti altri a chiedersi perché siano stati un'ora e mezza "a guardare due coglioni in mezzo all'oceano"?
Forse è più facile assistere a mattanze barocche a suon di rock, forse la gente preferisce le maschere ai volti umani, sconvolti, spaventati, alle soggettive a pelo dell'acqua, in mezzo alle alghe e al nulla. Forse il cinema non ha più un rapporto con la realtà, o meglio: che abbia un rapporto con la realtà, non è cosa gradita ai più...
I lettori hanno scritto 5 commenti
- commento Purtroppo credo che siano gli stessi spettatori a non avere/non volere piu' un rapporto con la realta' quando vanno al cinema... bella rece cmq :-)
- commento Evviva! Qualcuno che ha apprezzato BWP!
- commento BWP mi aveva letteralmente terrorizzato. Per OW è un po' diverso. Il film dopo un po' cede però è onesto. La paura, la disperazione sono fluide come l'acqua. Per un po' galleggi poi ti inghiottiscono.
- commento Mi rinfrancate un po'. :-) Riprendiamoci le nostre emozioni più semplici, da spettatori e non
- commento fa schifo. sono andata a vederlo perchè subacquea appassionata e amante del cinema. la sala era in preda alla noia totale. le scene drammatiche provocavano risa .dio,che film terribile.penoso
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