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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3/5
  • valutazione
  • Un buon soggetto sviluppato superficialmente, rispecchiando l'Italia anche nella realizzazione.
  •  
 
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 3.6/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 4 lettori
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Posti in piedi in Paradiso
  • di Carlo Verdone
  • dal 02 03 2012
  • genere Commedia
  • tipo Comico
  • Maria Cristina Caponi
 
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Recensione 2
Le amiche della sposa
  • di Paul Feig
  • dal 19 08 2011
  • genere Commedia
  • tipo Comico
  • Filippo Cannizzo
 
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Recensione 3
Be Kind Rewind - Gli acchiappafilm
  • di Michel Gondry
  • dal 23 05 2008
  • genere Commedia
  • tipo Comico
  • Marina Zabatino
 
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Recensione 4
Grande, grosso e... Verdone
  • di Carlo Verdone
  • dal 07 03 2008
  • genere Commedia
  • tipo Comico
  • Elena De Dominicis
 
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Recensione 5
Magnifica presenza
  • di Ferzan Ozpetek
  • dal 16 03 2012
  • genere Commedia
  • tipo Comico
  • Anna Romana Sebastiani
 
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Info

2061 un anno eccezionale

di Carlo Vanzina

 
    Dati
  • Titolo originale: 2061 un anno eccezionale
  • Soggetto: Carlo Vanzina, Enrico Vanzina, Diego Abatantuono
  • Sceneggiatura: Carlo Vanzina, Enrico Vanzina, Diego Abatantuono
  • Genere: Commedia - Comico
  • Durata: 100 min.
     
  • Nazionalità: Italia
  • Anno: 2007
  • Produzione: International Video 80, Rai Cinema
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Data di uscita: 26 10 2007
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

L'armata brancaleone post-petrolifera

di Elena De Dominicis

Nel 2061 un'armata brancaleone post-petrolifera si ritrova a dover affrontare un viaggio dal sultanato delle Due Sicilie dominato ormai dagli ex immigranti nord africani naturalizzati italiani (moneta ufficiale dinaro) fino alla terra longobarda, più precisamente a Torino, al fine di riunificare l'Italia divisa come nel 1861. I territori sono gli stessi: Sultanato delle Due Sicilie, stato Vaticano, granducato di Toscana diviso invece che tra guelfi e ghibellini tra la brigata dell' "odioso marchigiano" Della Valle e brigate Cecchi Gori, Repubblica Popolare dell'Emilia Romagna, il cui stemma si esprime in "falce e mortadella", dove la moneta corrente è il rublo e la gente si ritrova al lounge disco "Fidel Castro", e la terra longobarda che comprende tutti i territori del nord dove i "terroni" sono ricercati e segregati. Durante il tragitto i nostri eroi incontrano molte persone, alcuni si aggregano alla brigata per scampare a destini peggiori e quindi per convenienza, altri invece sposano la causa. Tutta la vicenda sfrutta il filone ambientalista post-nucleare, post-petrolifero, post-catastrofico, etc., per raffigurare un'Italia prossima ventura, dove la benzina è finita, l'acqua potabile pure, la desertificazione si è allargata in maniera incontrollata, la temperatura minima è di 36 gradi e la massima oltre 50, la Salerno-Reggio Calabria è un monumento di archeologia industriale con le macchine abbandonate per mancanza di carburante. Bravissimi tutti gli attori, tra cui l'esordiente Johnatan Kashanian, ex Grande Fratello, nella parte d Pride, il gay del gruppo, un tipo di personaggio ormai immancabile in ogni film corale. Gli attori recitano nei loro dialetti e sono facilitati nell'esibizione convincente dei personaggi.

Ci sono citazioni a non finire, da Diego Abatantuono -Attla ( senza la "i") che ricorda molto il Jack sparrow de I pirati dei caraibi, Anna Maria Barbero che pur essendo meridionale vive in terra longobarda dove i libri sono proibiti e vengono imparati a memoria nel liceo "farenheit", fino alla scena in cui tre meridionali a Milano si fingono lumbard per scampare alla polizia che li chiude in gabbia che ricorda il mitico sketch di Aldo Giovanni e Giacomo, dove Aldo nei panni di Dracula si finge milanese. Per non parlare poi dei riferimenti ovviamente storici e anche culturali (l'espediente "alla Tosca", riferito all'omonima opera di Puccini). Il soggetto non è niente di particolare e non c'è nulla di cinematografico a livello linguistico. Una commediola popolare, recitata per lo più in dialetti vari, spesso difficili da capire, scritta da persone che di certo però ignoranti non sono. Effettivamente questo è un esempio di come moltissimi comici italiani, produttori e realizzatori di cinema, cabaret e spettacolo in genere, siano spesso costretti a mettere in scena prodotti demenziali o raggiungibili alla più vasta categoria di pubblico per poter ovviamente lavorare. Chi è invece in grado di capire le citazioni, ma non solo, di capire anche la postura, l'espressività e la gestione della voce di un attore di altissimo livello come per esempio, appunto, Anna Maria Barbero, si rende conto che questi magnifici attori potrebbero essere ingaggiati per poter fare commedie di qualità.

Questo film parte da un'idea di base interessante, e cioè che l'Italia unita non lo è stata mai, proprio perché vige la regola aurea dell'ognuno per sè e Dio per tutti ( la maggior parte dei protagonisti sposano la causa per interessi personali e non certo perché hanno un sentire collettivo di popolo o di stato), dalla massima che ciò che conta sono gli amici, soltanto i propri ovviamente, tutto il resto non ci riguarda, per cui un eventuale tesoro lo si ruba e lo si spartisce con chi ci è più vicino e caro e non con tutti gli altri che hanno gli stessi diritti. Il film però non riesce ad interessare molto, un po' perchè le citazioni non sono adatte a un target di film demenziali, un po' perchè invece chi le citazioni le capisce non vede uno sviluppo concreto dell'input che viene lasciato cadere .

Insomma una vetrina di citazioni tra il popolare e il colto, che però non si sviluppa concretamente producendo qualcosa di nuovo o almeno uno spunto riflessivo interessante. Un'unica chiave di lettura possibile si riduce a commenti da baretto, sul genere "siamo stati una grande popolo che ha dominato il mondo ma oggi è tutto uno schifo e io non sono come gli altri". Sicuramente un film come questo non ha nulla da insegnarci se non che le cause vere e proprie per le quali combattere non fanno parte della nostra cultura, proprio perché non esiste un sentimento nazionale, gli ideali servono solo per illudersi di essere eroi o eroici e che per portare a termine un'impresa ci vuole uno spirito di corpo e un patriottismo che non fanno parte della nostra cultura. Diciamo che questo film è una cartolina di nè di un tempo passato nè futuro, disincantata e senza speranza di come siamo noi italiani: un popolo intelligente, estremamente versatile, ma di cialtroni, di gente che ha grandi ricchezze tra le mani senza sapere minimamente come sfruttarle e che quando riesce a combinare qualcosa di buono è, forse, solo grazie a incredibili e fortuite coincidenze.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 3 commenti

 
 
chiara
chiara
  • indirizzo IP 213.140.11.141
  • data e ora Martedì 13 Novembre 2007 [21:59]
  • commento io ho trovato questo film davvero interessante. ci sono due ottimi attori sottovalutati purtroppo in Italia: sabrina impacciatore e emilio solfrizzi che formano una splendida coppia in 2061.
 
 
 
 
 
chiara
chiara
  • indirizzo IP 213.140.11.141
  • data e ora Martedì 13 Novembre 2007 [22:03]
  • commento rispecchia intelligentemente l'Italia e il suo futuro madmaxiano. forse il capolavoro dei vanzina.
 
 
 
 
 
Luigi Faragalli
Luigi Faragalli
  • indirizzo IP 151.65.229.196
  • data e ora Martedì 13 Novembre 2007 [22:05]
  • commento La Impacciatore in effetti è personaggio molto molto interessante. Vista di recente dalla Dandini, mi ha colpito per complessità e abbondanza di sfaccettature, oltre che per la collezione di ali.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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