Elisabetta prima d'Inghilterra è stata una sovrana dalla personalità enigmatica e affascinante che nei suoi quarantacinque anni di regno ha dovuto fronteggiare diverse situazioni critiche sia sulla scena nazionale che internazionale, tant'è vero che sulle sue vicende st

oriche si sono potuti girare circa ventidue film. Gli ultimi due, realizzati a dieci anni di distanza l'uno dall'altro, raccontano i primi anni di regno e il periodo più intenso vissuto dalla regina del casato dei Tudor, presentando un marchio di continuità sia sul piano della regia che degli interpreti, con il trio
Shekhar Kapur, Cate Blanchett e
Geoffrey Rush a farla da padrone.
Elizabeth - The golden age racconta la storia di un'era della storia inglese in cui diversi sfondi di ambito politico, religioso e personale si sono intrecciati fino a creare una situazione realmente difficile da sostenere, il cui peso è ricaduto quasi interamente sulle spalle di una sovrana che sin dalla nascita non ha mai avuto vita facile, e proprio per questo ha dovuto sviluppare una personalità molto forte per opporsi in maniera radicale ad ogni avversità del destino. Mentre diversi stati dell'Europa intera si trovano violentemente divisi dal punto di vista religioso fra protestanti e cattolici, Elisabetta prima d'Inghilterra deve affrontare questa spaccatura nel suo stesso regno, una spaccatura che diviene sempre più netta fino a provocare forti tensioni e a degenerare nella cospirazione vera e propria. Ed è la stessa cugina della regina, Mary Stuart la principale artefice della congiura: un tempo sovrana di Scozia e ora prigioniera nel castello di Lochleven, progetta assieme al re
cattolico Flippo secondo di Spagna di far cadere Elisabetta e di succederle al trono. Il fido consigliere Sir Francis Walsingham si affanna incessantemente per sventare la trama di cospirazioni ordita alle spalle della sua regina, così come si preoccupa assieme al parlamento della sua successione, attivandosi per trovarle un marito fra i principali nobili delle corti d'Europa; ma Elisabetta sembra essere affascinata solo da sir Walter Reigh, un avventuriero malvisto dall'ambasciata spagnola per via delle sue scorribande marittime ai danni delle navi iberiche. Sarà proprio Reigh a condurre con grande coraggio la flotta inglese contro la temibile "armada" spagnola, un'imponente flotta di 150 navi e 30.000 uomini decisi ad attraversare la manica e ad invadere l'Inghilterra.
Il seguito tanto atteso del film che nel 1997 lanciò Cate Blanchett sulla scena del cinema internazionale è un'opera di forte impatto estetico resa ancor più vivida dalla straordinaria interpretazione dell'attrice inglese, perfetta incarnazione vivente di una delle icone storiche più celebri della sovranità inglese. Ad un personaggio scritto dettagliatamente, con intensa profondità psicologica, perfetta caratterizzazione e fedeltà storica, la Blanchett aggiunge una maniacale attenzione al dettaglio e tutta la sua ormai imperscrutabile capacità di indossare identità appartenenti a qualsiasi background. Probabilmente, se ci fosse stata un'altra attrice al suo posto, Elizabeth-The golden age sarebbe stato semplicemente un film discreto, la differenza sta tutta in una questione di sfumature, sguardi e fascino evocato dall'ampio ventaglio espressivo che è in grado di abbracciare questa splendida attrice.
Il film si svolge su due piani: quello storico-politico e quello interiore-sentimentale della regina. Le due parti sono
perfettamente bilanciate, e ciò che ne consegue per la visione è un buon ritmo narrativo e un interesse sempre costante per le vicende dei protagonisti che si poggiano tutti su una solida scrittura . Non mancano anche le suggestioni visive, accuratissime sono le ricostruzioni delle ambientazioni e esemplari gli incroci di luce nella scena dell'esecuzione di Mary Stuart che, secondo la storia, si presentò con un abito di velluto rosso crimisi, il colore dei martiri, e appoggiando la testa sul cippo allargò le braccia come per una crocifissione. Poche, ma giocate intelligentemente, le scene di battaglia: il confronto navale fra le due potenze europee si svolge infatti tutto nel finale in un'atmosfera eroica ma non epica, forse con qualche eccessivo virtuosismo nelle riprese subacquee. Un'opera che si colloca quindi a metà fra il film storico e la fedele biografia di un personaggio controverso, un punto di vista in continuo movimento; e l'ottimo risultato è un'appassionante miscela di tensione e coinvolgimento emotivo per le vicende personali della vera regina Cate Blanchett.