Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- L'ennesima isola per l'ennesimo reality, questa volta però è una vacanza per gli occhi.
Il voto dei lettori
- voto medio
- senza voto
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 0 lettori
- di Nick Park & Steve Box
- dal
- genere Commedia
- tipo Animazione
- Luigi Faragalli
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Surf's Up - I re delle onde
di Ash Brannon, Chris Buck
- Dati
- Titolo originale: Surf's Up
- Soggetto: Lisa Addario, Christian Darren, Don Rhymer, Joe Syracuse
- Sceneggiatura: Lisa Addario, Christian Darren, Don Rhymer, Joe Syracuse
- Genere: Commedia - Animazione
- Durata: 85 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2007
- Produzione: Sony Pictures Animation
- Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia
- Data di uscita: 05 10 2007
- Link
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È nato il docu-drama d'animazione
di Elena De Dominicis
I personaggi sono resi tali più dal doppiaggio che dalla sceneggiatura: non hanno personalità spiccate e dicono frasi che sembrano lette dai gobbi di TRL. Il film è molto MTV appunto, e va benissimo per quel bacino d'utenza. C'è il ragazzino con un sogno effimero da realizzare (dopo aver partecipato alla gara cosa gli resterà da sognare?), un mito sportivo scomparso che per fatalità si palesa al protagonista, il manager della gara che ricorda un po' il pigmalione di Mike Tyson, un talent scout nevrastenico e anoressico, la bella del gruppo, giovanissima, sveglia, vincente e responsabile, carina ma non vanitosa, un altro uccello concorrente che non si può definire volatile in quanto è un pollo stupefatto (nel senso che è avvezzo agli stupefacenti), un vincitore in pectore di dimensioni fisiche inversamente proporzionali a educazione e stile, la mamma e il fratello del protagonista scettici, provincialissimi e narrow minded in netta antitesi col parente prossimo (al riscatto morale). Insomma tutti gli ingredienti tipici del reality giovanile, dove appunto i personaggi sono tipi facilmente identificabili, riconoscibili e assimilabili dal telespettatore medio, personaggi che non hanno una vera e propria personalità dotata di sfumature e contraddizioni e, se non fosse per le caratterizzazioni dei doppiatori italiani, il film sarebbe un noiosissimo reality ambientato su un 'isola.
Eccezionale Luca Ward che personalizza il pinguino Tank, rendendolo un coattone de bborgata (naturalmente con due b) convintissimo della propria vittoria e irresistibili i pinguinetti intervistati in qualità di baby opinionisti. Una nota di merito senz'altro va alla struttura di questo film, appunto una vera e propria realizzazione televisiva tra reality, telecronaca sportiva (i cronisti sono doppiati da giornalisti veri) con tanto di camera fissa sul surf (di quelle che si usano sulle moto o sulle auto da corsa per intenderci, per essere davvero dentro l'evento), documentario, e cinema. Le riprese in campo lungo e lunghissimo sono veramente spettacolari, perfettamente godibili al cinema.
Il rendering , i mascherini, tutte le luci e l'animazione hanno raggiunto livelli di naturalezza veramente superiori e ormai i "cartoni animati", ammettendo anche il motion capture, recitano meglio di tanti attori strapagati che a loro volta si esprimono altrettanto bene di attori sconosciuti e spesso non pagati affatto. Grandissima la realizzazione di tutte le onde e del movimento, di riflessi e rifrazione dell'acqua, spettacolarissimi tutti i "tubi", per non parlare dei colori, vivi, luminosi, e il piumaggio dei pinguini, animali che forse qui sono un po' troppo antropomorfizzati ma che comunque pinguini rimangono e per questo beniamini di tutti. Un'altra cosa che colpisce piacevolmente è la naturalezza delle espressioni del viso dei nostri beneamati: accattivanti, molto varie, veloci ed appropriate nei tempi. I pinguini recitano benissimo.
Certo non un film indimenticabile come trama, se fosse stato realizzato con attori umani sarebbe stato di una noia mortale, almeno per noi italiani poco inclini a riempire le sale per vedere film di genere sportivo a meno che non siano firmati da registi importanti come il Point Break di Kathryn Bigelow, per restare in tema di surfisti. Di certo un prodotto di evasione decisamente spettacolare e veramente molto piacevole che se non altro valorizza il contatto con la natura e l'amicizia.
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