Quattro anni dopo l'uscita di
Una Settimana da Dio il regista
Tom Shadyac torna sui suoi passi riunendo gran parte del cast del primo episodio per dar vita ad una nuova escursione sulla terra da parte di Dio, interpretato nuovamente dal sempre bravo
Morgan Freeman. In
Un'Impresa da Dio il vero cambiamento rispetto al primo capitolo rappresenta il protagonista: di fatto al posto del camaleontico
Jim Carrey troviamo un volto abbastanza conosciuto al pubblico:
Steve Carrel, precedentemente visto in
40 anni, Vergine, e nello stesso
Una settimana da Dio. Ed è proprio la sua ottima prova attoriale nel ruolo di Evan Baxter che ha indotto
Tom Shadyac a scegliere nuovamente
Carrel dando uno spazio maggiore al suo personaggio.
Evan Baxter (Steve Carrel), neo eletto al Congresso, si trasferisce con la moglie e i tre figli ad Huntsville, per dare una svolta alla propria vita
e lasciarsi il passato alle spalle. L'uomo coltiva il desiderio di cambiare il mondo e di renderlo migliore ed è questo che Baxter intende fare con la sua nuova carica. Quello che non sa è che nel suo futuro c'è ben altro. Non passa molto tempo e la vita di Evan viene radicalmente sconvolta: di fronte alla sua casa cominciano ad apparire casse di legno di varia grandezza e tutti gli animali del circondario sembrano stranamente interessati al nuovo membro del congresso, al punto che lo seguono ovunque, persino in ufficio. Baxter è un uomo sostanzialmente egoista, il lavoro viene prima di tutto il resto, compresa la moglie e i figli, trascurati nonostante le molteplici promesse fatte loro e mai mantenute. L'esistenza di Evan viene totalmente sconvolta una mattina quando, non appena uscito di casa, si imbatte in un uomo di colore che sostiene fermamente di essere Dio e che gli comunica la necessità di costruire un'arca in vista della piena che nel giro di pochi giorni colpira' la città. Non essendo un fervente cattolico Evan si riufiuta di credere alle parole di Dio, lasciandolo alle sue spalle. Ma non sarà così facile sbarazzarsi di lui. Dio perseguiterà ovunque Baxter perche' adempia al suo compito e alla fine questo cederà alla bizzarra richiesta cominciando a costruire l'arca con l'aiuto dei figli. Il compito che Dio gli ha affidato permetterà alla famiglia Baxter di trovare un nuovo equilibro, di contro tutti i colleghi di lavoro cominceranno a guardarlo come uno squilibrato visionario.
Alla base del film c'è un tema molto diffuso nel panorama cinematografico americano:
l'uomo d'affari ambizioso ed egoista che privilegia il lavoro sulla famiglia e figli. Il suo compito divino della costruzione dell'arca, assegnatogli da Dio, ha un doppio valore narrativo: da una parte l'apparente impossibilità nel raggiungimento di un obiettivo assolutamente fuori dalla propria portata e dalle proprie conoscenze; dall'altro lo possiamo leggere come una 'possibiltà', la possibilità di capire che la vita non può essere cosparsa soltanto di lavoro e di ambizioni personali, ma che tutto attorno a noi c'è un mondo, forse all'apparenza sconosciuto, che ci chiama e ci invita ad osservarlo.
Il concetto della 'possibiltà' è molto intrinseco nellla pellicola; è lo stesso Dio a comparire in una sequenza di fronte alla compagna di Evan Baxter, durante un momento di debolezza e di crisi familiare, per farle comprendere il significato di quello che significa essere una famiglia e comprendere le scelte altrui anche se personalmente le riteniamo assurde, prive di significato o copletamente errate. Dio, afferma Shadyac nel suo film, esiste per aiutare gli uomini a trovare un modo migliore per affrontare i problemi di tutti i giorni, sia quellil banali che quelli più complessi; e questo aiuto ce lo possiamo dare comunemente tutti i giorni con il dialogo e la fiducia nelle persone che ci sono care.
Steve Carrel
aveva un compito sulla carta assolutamente non facile, doveva infatti far dimenticare l'ingombrante presenza di Jim Carrey, star a tutti gli effetti del precedente episodio. Io stesso ero abbastanza scettico sulla scelta, Jim Carrey era una sicurezza, Carrel una scommessa, e devo dire che è stata una scommessa vinta dal regista-produttore Tom Shadyac. Carrel infatti si dimostra un attore assolutamente all'altezza del compito, anche se ce ne accorgiamo solo dopo un po'. Il film infatti ci mette una decina di minuti buoni per ingranare, rendendo i primi minuti tutto sommato noiosi e asettici. Le cose cambiano dal momento in cui gli animali si interessano a lui, e da qui Carrel mostra le sue doti facciali di attore comico.
Infine non si può non percepire il diluvio annunciato da Dio a Baxter come un ammonimento verso il mondo. Un'avvisaglia verso una possibile catastrofe naturale che gli uomini ritengono plausibile, ma non imminente. Forse Dio dovrebbe comparire dinnanzi a qualche capo di qualche governo per spiegargli che non siamo noi a governare la terra, ma viceversa è la terra che ci dona la possibilità di esistere.