Il voto del redattore
- voto
- 1/5
- valutazione
- Sbiadita versione hollywoodiana di una delizia europea. Sergio Castellitto straccia ai punti il vitaminizzato Aaron Eckhart
Il voto dei lettori
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- di Woody Allen
- dal 17 10 2008
- genere Commedia
- tipo Sentimentale
- Chiara Orlandi
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Sapori e dissapori
di Scott Hicks
- Dati
- Titolo originale: No reservations
- Soggetto: Sandra Nettelbeck
- Sceneggiatura: Carol Fuchs
- Genere: Commedia - Sentimentale
- Durata: 105 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2007
- Produzione: Castle Rock Entertainment, Village Roadshow Pictures Inc., Storefront Pictures, Village Roadshow Pictures, Warner Bros. Pictures
- Distribuzione: Warner Bros
- Data di uscita: 14 09 2007
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Remake "insapore" di una delizia europea
di Francesca Paciulli
In principio fu Ricette d'amore, commedia dolce-amara della tedesca Sandra Nettelbeck, nella quale la giovane Martha (Martina Gedeck), chef perfezionista e un po' musona si ritrova ad accudire la nipotina di otto anni dopo la tragica scomparsa della sorella. L'incontro, inizialmente burrascoso, con Mario (un adorabile Sergio Castellitto), chef italiano solare e amabilmente "caciarone", scongelerà i suoi modi bruschi e, quel che più conta, il suo cuore. Nel 2001 la pellicola ottenne un discreto successo di pubblico e critica e gli Usa, fiutato l'affare, decisero di mettere in moto i consueti potenti mezzi per confezionare il loro bel remake. Spostata l'azione dall'algida Germania alla ultra glamour Manhattan, scelto un regista di qualità ma comunque gestibile (l'australiano Scott Hicks, diventato famoso per il biopic Shine), e affidati i ruoli principali al Premio Oscar Catherine Zeta Jones e al californiano Aaron Eckhart, la Warner ha trasformato una deliziosa commedia perfettamente in equilibrio tra sorrisi e lacrime, in una fotocopia incolore che intenerisce a comando.
Nel grembiule bianco dell'affascinante Kate Armstrong, rinomato chef di un locale alla moda di Manhattan, troviamo la gallese Catherine Zeta Jones, che per mesi si è esercitata in incognito ai fornelli di alcuni ristoranti newyorkesi (dichiararlo nelle interviste è lecito, crederle è cortesia). Single convinta (quel "sentimentale" del suo fidanzato pensava di riuscire a convertirla alla convivenza solo perché stavano insieme felicemente da due anni), rigorosa e perfezionista (sveglia all'alba, capatina al mercato per far provviste per il ristorante, zero trasgressioni caloriche malgrado le tentazioni della sua fornitissima cucina), un analista al quale confidare esclusivamente la preparazione delle sue deliziose specialità, Kate non permette a nessuno di infrangere quel sottile muro protettivo che ha costruito tra sé e gli altri. Qualcosa inizia a scricchiolare quando, dopo la tragica scomparsa di sua sorella, le viene affidata la sua figlioletta di otto anni (Abigail Breslin, Oscar 2007 mancato per la portentosa interpretazione dell'aspirante baby modella in Little Miss Sunshine). E quando il suo capo (Patricia Clarkson) assume un prestante aiuto cuoco di origini italiane: Nick Palmer (il biondo Aaron Eckhart, stracciato ai punti dalla verve di Castellitto, il solo in grado di farsi perdonare il fastidiosamente scontato cliché dell'italiano "spaghettaro" e melomane). La rivalità tra i due è alle stelle: tanto Kate è professionale, tanto Nick è confusionario; tanto Kate è riservata e scostante, tanto Nick è sfrontato e compagnone. Chiaramente gli opposti si attraggono e il re e la regina della cucina sono destinati a incrociare i loro mestoli e a miscelare i loro ingredienti.
La prima ad accorgersene è naturalmente la piccola Zoe, che per il nuovo arrivato - e il basilico con cui rende preziosa ogni portata - ha un debole che non si preoccupa minimamente di nascondere. Ricapitoliamo: Nick è cotto a puntino, Kate finge di snobbarlo, la più sveglia del trio, Zoe, capisce tutto all'istante, difficilmente la reticente chef sarà in grado di resistere alle profferte amorose e culinarie del simpatico nuovo arrivato. Prevedibile e zuccheroso, Sapori e dissapori scivola senza infamia e senza lode verso un finale lieto. Quella che, in origine, era una piacevole storia d'amore in salsa europea si trasforma, nelle mani di Hicks, nell'ennesima commedia romantica pronta a sfruttare come molte altre quella straordinaria scenografia vivente che è la Grande Mela. Lo skyline illuminato e il candore della neve, le musiche ad effetto di Philip Glass (con l'aggiunta delle guest star Puccini e Paolo Conte) provano a compiere la magia, ma non si puo' non considerare che se la storica fidanzatina d'America Julia Roberts non si fosse ritirata per trasformarsi in mamma chioccia dei suoi piccoli, quello di Kate Armstrong sarebbe stato un ruolo molto più adatto a lei che a Miss Douglas, estremamente più a suo agio nello sguardo rapace della sua fulgida Velma Kelly di Chicago.
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