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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 2.5/5
  • valutazione
  • L'ennesima occasione persa di fare un bel film con ottimi attori
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 0.7/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 2 lettori
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Info

L'ultima legione

di Doug Lefler

 
    Dati
  • Titolo originale: The last legion
  • Soggetto: Valerio Massimo Manfredi (romanzo)
  • Sceneggiatura: Jez Butterworth, Tom Butterworth
  • Genere: Azione - Fantasy
  • Durata: 110 min.
     
  • Nazionalità: USA, UK, Francia, Slovacchia, Italia
  • Anno: 2007
  • Produzione: Dino De Laurentiis Company, Ingenious Film Partners, Quinta Communications, Zephyr Films Ltd.
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Data di uscita: 14 09 2007
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Quasi una prima puntata di uno sceneggiato RAI

di Elena De Dominicis

Durante l'ultimo periodo dell'impero romano, poco prima  della caduta,  l'ultimo imperatore Romolo viene sequestrato e portato in esilio a Capri dai Goti di Odoacre, verrà salvato da una piccola legione  guidata  da pochi fedelissimi ( tra cui Colin Firth  che  più invecchia  più diventa affascinante) e da una  bellissima guerriera  bizantina (Aishwarya Rai). Romolo, imperatore  bambino, ha al suo seguito un saggio maestro di origine britannica  (Ben Kingsley) che si chiama Ambrosino, ma capiremo da subito che quello non è il suo vero nome. Egli custodisce un segreto: il nascondiglio di una spada forgiata da una pietra caduta dal cielo, nascosta da un avo di Romolo  nella villa  di Capri,  e che va cercata all'interno di un pentacolo, simbolo magico di religioni pagane  precristiane e preromane. La spada viene trovata, romani e goti si scontrano e Romolo, con quel che resta  della sua legione, dopo aver  vinto si sposterà definitivamente in Britannia. Li'  sancirà che non ci dovrà essere più alcuno spargimento di sangue, gettando epicamente la spada  verso una rupe e facendole farà la fine che  tutti immaginiamo fin dai primi minuti in cui viene menzionata. Il film e' scontato, poco emozionante e decisamente poco cinematografico: pochissimi i campi lunghi e lunghissimi.

Prodotto da Rai Cinema sembra costruito apposta  per la  televisione e nonostante  sia tratto da un bestseller di Valerio Massimo Manfredi (che ha partecipato alla sceneggiatura e ha collaborato come consulente  storico) il film pare un'accozzaglia  di luoghi comuni ormai stantii, come  la spada magica, la fine  dell'impero romano che coincide  con l'inizio delle leggende bretoni eccetera. Piccoli espedienti "browniani" ( la spada  è a Capri perché il Louvre  era  già stato preso ) che servono  a trasformare una storia  di fiction in fatti quantomeno verosimili o comunque  non verificabili con certezza e a tentare  di  affascinare un pubblico ormai abituato alla fanta-storia. Non è un fantasy (lo spettatore viene preso in giro in una scena  in cui si vede Ambrosino che pare lanciare  delle sfere di fuoco, poi nella sequenza  successiva  si vede  che  dietro ha delle catapulte), non è un film storico , anche se  si ispira  ad eventi storici reali, non è un giallo, non è nemmeno un film romantico (c'è una scena in cui la guerriera Mira, in camicia  da notte,  si infila nel letto col generale  Colin Firth e si nota l'assoluta mancanza  di baci, come specificamente  richiesto dalle attrici indiane  nei loro contratti), è un film d'azione, ma comunque non attrae  l'occhio dello spettatore, né per  fotografia, né per musiche, né per  scelte registiche, ed è quindi poco riuscito. L'introduzione  del film sembra la sigla  di una serie  tv ed è forse  la parte  più decorativa  del film, insieme alla bella co-protagonista. Il trucco di Ben Kingsley non è all'altezza; si vede benissimo la barba  finta incollata. Le riprese  sono troppo strette,  tipicamente  televisive. Buono come sottofondo per una partita a carte tra amici in casa durante una fredda serata invernale.

 
 
 
 
 
 
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